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Madrid, arrestati i soldati che denunciarono l’addestramento alla repressione delle manifestazioni

Sono almeno quattro i soldati del Reggimento di Cavalleria Leggero Corazzato Lusitania nº 8, di stanza a Marines (Valencia, sud dello Stato Spagnolo) che sono stati posti agli arresti venerdì scorso con l’accusa di aver rivelato alla stampa, nel mese di novembre, foto e video che dimostravano alcune brigate dell’esercito e della Polizia Militare mentre venivano addestrate alle tecniche della repressione di manifestazioni. 

Secondo l’accusa i soldati incriminati sono venuti meno ai loro doveri e hanno disobbedito espressamente all’ordine di non registrare né attraverso foto né in video le esercitazioni che coinvolgevano alcune centinaia di militari anche se da quanto risulta nessun ordine in merito era stato impartito dai superiori.
Le foto e i video poi diffusi da alcuni quotidiani – primo tra tutti Publico – furono realizzati nel mese di ottobre, e riprendevano immagini inequivocabili dell’addestramento impartito da membri della Polizia Militare arrivati dalla Brigata di Cavalleria Castillejos II, con sede a Saragozza, a circa 200 soldati allo scopo di prepararli alle tecniche di contrasto e dissoluzione di proteste e manifestazioni civili, compito che non spetta di certo alle forze armate.
Nel novembre scorso alle polemiche suscitate dalle rivelazione il governo rispose che l’addestramento di alcuni soldati alle pratiche di ‘contenimento’ di proteste di massa è una pratica “abituale” all’interno delle forze armate dello Stato Spagnolo. Ma alcune associazioni di militari ed ex militari hanno invece confutato questa versione affermando che mai, neanche nell’ambito di missioni militari all’estero in teatri di guerra o con funzione di peacekeeping sotto l’ombrello della Nato, dell’Onu o dell’Unione Europea, l’esercito spagnolo ha mai fatto uso di materiali antisommossa.

Il fatto che i soldati che hanno documentato l’addestramento e diffuso i materiali alla stampa siano stati interrogati e poi arrestati dimostra evidentemente che l’addestramento in questione è tutt’altro che ‘consueto’ e che anzi gli alti comandi dell’esercito spagnolo tutto volevano tranne che quanto accadeva in alcune caserme fosse reso noto a un’opinione pubblica sempre più imbestialita nei confronti della classe politica e delle istituzioni locali ed europee.

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