Altro durissimo colpo per la dietrologia di ogni contrada. La domanda ricorrente (che finanzia i terroristi?) ha ricevuto, almeno in un caso, una risposta sconvolgente.
Come scrivono stamattina numerosi quotidiani francesi riprendendo la stampa di Bruxelles, Amedy Coulibaly – il giovane franco-maliano autore dell’assalto al supermercato Hyper Kosher di Parigi, alla Porte de Vincennes – si era finanziato in modo decisamente “legale”: aveva infatti chiesto – ed ottenuto, beato lui – un mutuo (o un prestito) a una rispettabile banca francese. Presentando ovviamente tutta la documentazione richiesta in questi casi.
Secondo gli inquirenti il killer del supermarket, Amedy Coulibaly, comprò le armi in Belgio. A riferirlo sono i media belgi secondo i quali il venditore si è presentato ieri alla polizia. Secondo la Libre Belgique, il mitragliatore Scorpio di Coulibaly proveniva da Bruxelles, così come i kalashnikov usati dai fratelli Kouachi alla stazione di Bruxelles Midi, comprati per meno di 5000 euro.
Intanto il braccio di al-Qaeda nello Yemen ha rivendicato ufficialmente l’attacco contro la sede del settimanale Charlie Hebdo a Parigi, che ha provocato 12 morti. Lo ha riferito l’inviato di al-Jazeera a Sana’a. In un video sull’attacco di Parigi, intitolato «Vendetta per il Profeta» e diretto «alla comunità islamica», il capo militare dell’organizzazione Nasr Ali bin al-Ansi ha affermato che la leadership di al-Qaeda nello Yemen (Aqap) «ha scelto l’obiettivo, elaborato il piano e finanziato l’operazione» eseguita dai fratelli Kouachi, definiti «due eroi dell’islam». Nel video al-Ansi, riferendosi ai due terroristi, dichiara: «Noi chiediamo ad Allah di accettarli tra i suoi martiri». Il leader di Aqap ha precisato quindi che «il risultato dell’operazione è stato l’uccisione di vignettisti del settimanale, di impiegati e di agenti». Una delle vittime – ha concluso al-Ansi, riferendosi al direttore di Charlie Hebdo, Charb – «era nella lista dei ricercati diffusa dal magazine Inspire», la rivista di propaganda di al-Qaeda.
Ma anche Isis, l’organizzazione jihadista attiva fra Siria e Iraq e in competizione con al Qaeda, si fa sentire con i suoi media. La pubblicazione da parte di Charlie Hebdo di nuove vignette «offensive nei confronti del profeta» è stato «un gesto estremamente stupido» ha detto un portavoce del gruppo attraverso Al Bayan Radio, che trasmette nelle aree controllate dallo Stato Islamico in Siria e in Iraq.
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