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Paese Basco: dopo gli avvocati, nel mirino della repressione il sindacato Lab

Sconcerto, rabbia, preoccupazione. Non si contano nel Paese basco – e anche nel resto dello Stato Spagnolo – le proteste, le mobilitazioni e le prese di posizione critiche nei confronti dell’ennesima operazione repressiva scattata lunedì a poche ore dalla grande manifestazione che a Bilbao aveva portato in piazza più di 80 mila persone in solidarietà con il collettivo dei prigionieri politici baschi che Madrid continua a considerare un ‘ostaggio’ nelle proprie mani, utile a piegare la resistenza della sinistra indipendentista.

Contro l’arresto di 12 avvocati e 4 tesorieri attivi nella rete di difesa legale degli imputati per reati legati all’attività politica della sinistra basca – proprio ieri il ministro degli Interni, Jorge Fernández Díaz, si è vantato di aver fatto arrestare ben 130 persone da quando ETA ha messo fine alle sue attività – migliaia di utenti della rete hanno fatto rimbalzare su siti, blog e social network un “JeSuisBasque” che fa il verso all’assai più diffuso “JeSuisCharlie”.
Mentre alcuni dei 16 avvocati arrestati di lunedì in seguito all’operazione Mate – “matto” – passavano davanti ai giudici dell’Audiencia Nacional per essere interrogati, accusati di terrorismo e reati fiscali, cominciava ad apparire chiaro che nel mirino degli apparati spagnoli non c’è solo il cosiddetto ‘entramado legal’ che altro non sarebbe, secondo le accuse, che un pezzo della “organizzazione terrorista”, ma anche il partito di sinistra Sortu e in particolare il sindacato Lab. Nei confronti dei quali unanime è stata la solidarietà trasversale del mondo politico, sindacale e associativo nazionalista e indipendentista. “Criminalizzare la solidarietà nei confronti dei prigionieri e delle loro famiglie costituisce uno degli obiettivi evidenti di questa operazione” ha detto il segretario di ELA, il sindacato maggioritario. Dal di fuori dei confini baschi è giunta la presa di posizione durissima da parte della CNT – sindacato anarchico – e di varie organizzazioni sociali e politiche di sinistra come la Cup catalana. Addirittura una deputata del Partito Socialista Francese, Colette Capdevielle, ha espresso il suo ‘malessere’ per la retata di avvocati, affermando che il diritto alla difesa “è un diritto fondamentale”.
In effetti in molti considerano l’arresto degli avvocati baschi un duro colpo alla possibilità per 35 dirigenti politici di Batasuna, Partito Comunista delle Terre Basche e Azione Nazionalista Basca – partiti messi fuorilegge per terrorismo –  di potersi difendere adeguatamente nel maxiprocesso che doveva iniziare lunedì e che per ora è stato temporaneamente sospeso.
Domenica, alla vigilia della retata, Alberto Spektorowski,  esperto di politica internazionale e mediatore in un presunto processo di pace tra ETA e Governo spagnolo che il secondo non ha nessuna intenzione di portare a compimento, aveva avvisato che Madrid avrebbe potuto approfittare del clima propizio creato dagli attentati di Parigi per infliggere nuovi colpi al movimento popolare basco e alla sinistra indipendentista.

Intanto uno dei più consistenti movimenti sindacali del Paese Basco – il cui precedente segretario generale Rafa Diez è da anni in carcere per reati di opinione – si è visto costretto a sospendere la conferenza stampa convocata per le 16 di lunedì, visto che la Guardia Civil continuava da ore a perquisire la sua principale sede, quella di Bilbao. A caccia di cosa? Alla fine i militari sono usciti dagli uffici di Lab portandosi via alcuni sacchi pieni di monete, sequestrando le offerte che migliaia di manifestanti avevano dato ai militanti del sindacato durante la imponente marcia di sabato scorso. Circa 90 mila euro di cui l’associazione Sare, promotrice della manifestazione e proseguitrice dell’attività di Herrira, smantellata e messa fuori legge nel 20013 con l’operazione Jaque (scacco), , ha chiesto l’immediata restituzione.
Da parte sua la Cup – il coordinamento della sinistra indipendentista radicale catalana – ha annunciato l’avvio di una campagna di raccolta fondi da destinare ai promotori della mobilitazione finita nel mirino dell’Audiencia Nacional.
La Cup ha annunciato anche la propria partecipazione alla manifestazione che sabato prossimo sfilerà nelle strade di Donostia, nel Paese basco, convocata all’insegna dello slogan “Diritti umani, soluzione, pace” ed alla quale hanno già annunciato l’adesione forze politiche, sindacali e sociali di diverso orientamento.

Intanto ieri hanno recuperato la libertà, dopo esser stati denunciati e aver pagato la cauzione, alcuni degli arrestati di lunedì, gli avvocati Onintza Ostolaza, Haitzea Ziluaga, Arantxi Aparicio, Amaia Izko, Eukene Jauregi e Nagore Sanmartin.

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