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Combattimenti in Yemen nonostante la tregua, tensione tra Iran e sauditi

Nuova impennata della tensione nel Golfo Persico dopo che cinque imbarcazioni veloci della marina militare iraniana hanno cercato di intercettare una nave cargo di Singapore nelle acque internazionali. Secondo la versione diffusa dalla Cnn che cita fonti del governo degli Stati Uniti dai motoscafi e dalle motocannoniere iraniane sarebbero stati sparati alcuni colpi di avvertimento e a quel punto la nave cargo avrebbe ripiegato per le acque nazionali degli Emirati Arabi che hanno mandato un paio di vedette per proteggerla. Le imbarcazioni iraniane avrebbero quindi cambiato rotta.

La tensione nelle acque del Golfo resta alta da quando, il 28 aprile scorso, le motovedette della Guardia Rivoluzionaria di Teheran avevano fermato nello stretto di Hormuz la Maersk Tigris, un cargo battente bandiera delle isole Marshall poi costretto a dirigersi verso il porto iraniano di Bandar Abbas (e rilasciato il 7 maggio). Da allora la marina statunitense, che dall’avvio della guerra civile nello Yemen presidia con le sue navi le acque del golfo di Aden, ha intensificato la propria presenza nella zona.
Intanto nel vicino Yemen proseguono gli scontri tra gli opposti schieramenti nonostante la tregua umanitaria entrata in vigore nella serata del 12 maggio scorso e che teoricamente dovrebbe durare cinque giorni. La coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita ha accusato i ribelli sciiti houthi di avere violato la tregua nelle prime ventiquattr’ore. Riyadh ha segnalato almeno dodici violazioni della tregua lungo il confine tra i due paesi, ma anche i sauditi e i loro alleati hanno violato pesantemente la tregua.

Gli scontri più violenti si sono registrati nella provincia sudoccidentale di Taiz, dove gli houthi e i loro alleati, le forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, hanno attaccato alcune zone residenziali. Nella città portuale di Aden, nel sud del paese, le navi da guerra della coalizione dispiegate lungo la costa hanno bombardato le postazioni dei ribelli.

Sia dalla città sudorientale di Abyan che da altre località del meridione (in particolare nelle province di Shabwa e Lahj) sono arrivate testimonianze di bombardamenti dell’aviazione della coalizione guidata dai sauditi. In entrambi i casi nell’area si sarebbero verificati in precedenza scontri tra miliziani Houti e altri gruppi armati, fedeli al presidente Abd Rabbo Mansour Hadj nel frattempo rifugiatosi in Arabia Saudita.
Approfittando dell’assai relativo calo dell’intensità dei combattimenti le agenzie umanitarie hanno comunque cominciato a distribuire aiuti umanitari alla popolazione. Anche l’Iran  ha annunciato di aver inviato un cargo di aiuti umanitari verso il paese in conflitto. L’amministrazione statunitense aveva chiesto a Tehran di far passare gli aiuti attraverso le strutture allestite dall’Onu a Gibuti, ma il generale Massoud Jazayeri, numero due delle forze armate iraniane ha opposto un secco ‘no’ avvertendo che impedire l’arrivo del cargo potrebbe “provocare un incendio incontrollabile”. Gli iraniani sostengono che la nave trasporti cibo, medicine, tende, ma anche giornalisti, operatori umanitari e attivisti. A nessun paese coinvolto nella guerra in Yemen, ha dichiarato il portavoce del ministro degli esteri di Teheran, è consentito di ispezionarne il carico.

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