Nuovi documenti ottenuti da WikiLeaks forniscono la prova definitiva che l’agenzia di sicurezza Nsa (Stati Uniti) “teneva sotto controllo”, cioè spiava, le conversazioni telefoniche della cancelliera tedesca Angela Merkel nel 2011 e anche quelle di altri quattro ministri tedeschi.
“E’ la prova che mancava”, scrive il quotidiano francese Liberation, “quella che attesta che l’Agenzia nazionale per la sicurezza americana (NSA) ha senza dubbio spiato le comunicazioni telefoniche di Angela Merkel”. Il 12 giugno scorso, la procura federale di Karlsruhe aveva archiviato l’inchiesta, aperta nel giugno 2014, sulle presunte intercettazioni sul cellulare della cancelliera tedesca, sostenendo che le accuse non potevano “essere dimostrate legalmente nel quadro di una procedura penale”.
Ma i documenti che oggi pubblica WikiLeaks con alcuni media europei, fra cui Libération, Mediapart e la Süddeutsche Zeitung, potrebbero far riprendere quelle carte e riaccendere la tensione tra la Germania e il suo alleato americano. Riguardano tanto Merkel che il suo consigliere agli affari europei Nikolaus Meyer-Landrut, nonché quattro ministri tedeschi e l’intera Banca centrale europea, le cui linee telefoniche erano monitorate.
Contattata dalla Süddeutsche Zeitung, la cancelleria di Berlino non ha voluto esprimersi. Sollecitata da Mediapart e Libération ieri sera, ha di nuovo rifiutato qualsiasi commento.
Ma poi si è venuto a sapere che la cancelliera ha chiesto all’ambasciatore Usa John B. Emerson un incontro urgente per chiarire «le presunte attività di spionaggio da parte dell’agenzia statunitense Nsa nei confronti dei ministri tedeschi». Nei documenti resi pubblici – centinaia di dispacci riguardanti ben 69 utenze di Merkel e ministri vari in tutto – WikiLeaks documenta come fin dal 1998 (sotto la presidenza di Bill Clinton) gli Usa abbiano controllato i governi tedeschi, anche grazie alla collaborazione offerta dai fidati servizi segreti britannici.
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