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Tempesta contro Varoufakis, che svela i meccanismi della Ue

À la guerre comme à la guerre. La partita in Grecia assume ora le caratteristiche – decisamente più vicine alla realtà – di uno scontro internazionale giocato sulla pelle di un piccolo paese.

Lo scoop del quotidiano Ekhatimerini, che pubblica una telefonata con alcuni manager londinesi, dà conto di alcuni dettagli del “piano B” organizzato dall’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis (in caso di fallimento della trattativa con i creditori e quindi dipossibile chiusura della banche da parte della Bce), ha fatto esplodere lo scontro politico interno al paese. Un giudice ha chiesto che gli venga tolta l’immunità parlamentare, in modo da poterlo incriminare (qualcuno scrive addirittura per “alto tradimento”), per le modalità con cui ha gestito la trattativa con i creditori. La richiesta è arrivata alla Corte Suprema, che si è detta d’accordo nel processare l’ex ministro, ma naturalmente servirà un voto della Camera per autorizzare, eventualmente il procedimento.

Alla fonte ci sono due denunce individuali. La prima è di Apostolos Glenzos, ex attore cinematografico, sindaco di Stylida e fondatore di Teleia, un partitino populista per cui cerca visibilità a bun mercato. L’altraviene da un avvocato, Panayiotis Giannopoulos.

Proprio ieri è cominciato ufficialmente il “negoziato” tra Atene e la Troika su un nuovo “piano di aiuti”, per complessivi 86 miliardi, che dovrebbe andare in porto obbligatoriamente entro il 20 agosto, altrimenti la procedura di default potrebbe riprendere l’avvio (ci sono numerose rate da pagare, entro quella data, al Fmi e alla Bce). E già prima dell’inizio i “creditori” hanno ricominciato ad alzare la posta, pretendendo altre “riforme” per essere certi della buona fede greca. E certo non saranno più morbidi vedendo i propri mezzucci ricattatori sbattuti in prima pagina…

Sul fronte interno, Tsipras si rova alle prese con la “svolta” della componente di sinistra (Piattaforma), guidata dall’ex ministro dell’energia Lafazanis, che sembra aver abbracciato l’uscita dall’euro come unica strategia possibile di ripresa per il paese. E che, soprattutto, minaccia di non votare le misure d’austerità pretese dalle “istituzioni” sovranazionali.

Un bel caos, cui Varoufakis sembra intenzionato a dare un contributo tanto chiarificatore quanto – proprio per questo – “intollerabile” nelle segrete stanze. Comunque la si pensi, infatti, con i suoi resoconti delle discussioni avute nell’Eurogruppo ha aperto uno squarcio irricucibile nella cappa di segretezza che avvolge “trattative” obbligate a raggungere l’unanimità finale. Anche a colpi di waterboarding mentale, come ha potuto sperimentare Alexis Tsipras nella notte tra il 12 e il 13 luglio, a Bruxelles.

Soprattutto, apre uno squarcio sui meccanismi di controllo già operanti all’interno dei paesi dell’eurozona. Quando una mago dell’informatica prova a mettere le mani sul sistema di gestione delle Entrate dello stato ellenico, comprensivo dei conti correnti di tutti i cittadini di quel paese, scopre che può – sì – controllare l’hardware, ma non il software. Che è di proprietà della Troika ed è impenetrabile allo stesso ministro del paese interessato.

Altro che sovranità popolare, democrazia liberale, sistema della rappresentanza, ecc. Stiamo in una situazione che il povero Orwell aveva osato immaginare solo superficialmente, senza addentrarsi in meccanismi che oggi appaiono in tutta la loro macchinistica complessità. E tetragona indifferenza all’umano.

Una situazione orreda, sintetizzata così sempre da Varoufakis al Financial Times: “E’ in atto una limitazione terribile della sovranità nazionale imposta dalla Troika dei creditori ai ministri greci, i cui dipartimenti chiave non hanno accesso ai documenti necessari per introdurre politiche innovative. Quando la perdita di sovranità a causa di un debito ufficiale insostenibile viene legata a politiche subottimali in paesi già sotto pressione, si capisce che c’è qualcosa di marcio nell’euro”.

E sembra addirittura un insulto – ma è normale, in tempi di guerra – che colui che ha pensato un “piano B” per recuperare il controllo delle risorse finanziarie del paese per poter operare secondo il mandato elettorale ricevuto dal popolo (mandato contraddittorio, certo, ma esplicito), possa essere imputato di “alto tradimento”. Lui, invece di Antonis Samaras o Geoge Papandreou, che avevano permesso senza resistenza alcuna l’instaurasri di quel “dominio pieno e incontrollato” che la Troika esercita da cinque anni sul paese.

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Varoufakis dichiara di aver avuto l’autorizzazione di pianificare un sistema bancario parallelo

EKHATIMERINI – XENIA KOUNALAKI

L’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis ha dichiarato di essere stato autorizzato da Alexis Tsipras, lo scorso dicembre, di trovare un sistema di pagamento parallelo che operasse usando numeri di registrazione fiscale intercettati (AFM) e che potesse eventualmente funzionare come un sistema bancario parallelo.

In una teleconferenza con i membri del fondo internazionale, coordinato dall’ex cancelliere britannico Norman Lamont, Varoufakis ha dichiarato di aver avuto l’ok da Tsipras lo scorso dicembre, un mese prima le elezioni che hanno portato al potere Syriza, di pianificare un sistema di pagamenti che potesse operare in euro ma che potesse essere convertito in dracme in modo immediato, se necessario.

Varoufakis ha anche detto di aver lavorato al piano con un team selezionato ma esiguo, ma di non aver avuto il consenso finale di Tsipras per procedere. Questa teleconferenza ha avuto luogo il 16 luglio, una settimana dopo le dimissioni di Varoufakis da ministro delle finanze. Secondo le dichiarazioni dell’ex ministro, il piano consisteva nel dirottare le AFM dei contribuenti e delle socità inserendosi nel sito del Segretariato Generale dell’Agenzia Fiscale Pubblica. Questo avrebbe permesso di creare un sistema parallelo che avrebbe potuto operare se le banche fossero state costrette a chiudere e che avrebbe permesso transazioni tra lo Stato e terze parti, e avrebbe quindi dato il via alla creazione di un sistema bancario parallelo.

Dal momento che il Segretariato è un sistema monitorato dai creditori ed è quindi di difficile accesso, Varoufakis ha dichiarato di aver assegnato ad un suo amico di infanzia esperto in tecnologia informatica e attualmente professore alla Columbia University, il compito di hackerare il sistema.

Una settimana dopo le dimissioni da ministro, Varoufakis ha ricevuto la conferma che il piano aveva portato al controllo dell’hardware ma non del software, che invece appartiene alla Troika. Estratti della conversazione tra Varoufakis e Lamont.

Varoufakis: “devo ammettere che noi non avevamo il mandato per portare la Grecia fuori dall Euro. Avevamo il mandato per negoziare un accordo con l’Eurogruppo e con la Bce, che fosse sostenibile per la Grecia nell’eurozona. Il mandato poi è andato un po’ oltre, rispetto alle mie aspettative. Credo che il popolo greco ci abbia alla fine autorizzato nel modo più vigoroso ed energico a partecipare al tavolo dei negoziati, fino al punto di dire che, se non potevamo avere un accordo adeguato, allora avremo dovuto considerare l’ipotesi di uscita.

Non abbiamo una moneta che possiamo svalutare… Abbiamo l’euro di Schaeuble; il primo ministro delle finanze tedesco benedirebbe una Grexit, quindi nulla è finito. Ma lascia che sia più specifico e preciso, su questo. Il primo ministro, prima di diventare primo ministro, prima che vincessimo le elezioni in gennaio, mi ha dato il via libera per un “Piano B”. E ho messo insieme un piccolo team, molto capace ma piccolo, perché cio’ che andavamo a progettare doveva essere segreto per ovvie ragioni. E abbiamo lavorato da fine dicembre-inizio di gennaio per elaborare il “Piano B”.

Ma lascia che ti spieghi alcuni degli impedimenti politici e istituzionali che abbiamo avuto. Il lavoro era più o meno completo: avevamo il “Piano B”, ma la difficoltà era passare dalle 5 persone che eravamo nel team alle 1.000 che servivano per implementare e concretizzare il piano. Per questo avrei dovuto avere un’altra autorizzazione, che però non è mai arrivata.

Lascia che ti faccio un esempio. Stavamo lavorando su diversi fronti. Per esempio sui minuti successivi alla chiusura delle banche: i bancomat non funzionano e devono esserci dei sistemi di pagamento paralleli che possano garantire che l’economia possa andare avanti per un po’, per dare alla popolazione la sensazione che lo Stato abbia sotto controllo la situazione e possieda un piano d’azione.

Ciò che avevamo pianificato era questo: c’è un sito web degli uffici fiscali simile a quello che c’è in Gran Bretagna e in qualsiasi altro Stato, dove i cittadini e chiunque altro può accedere con un proprio codice e trasferisce via web i suoi soldi da un accout bancario all’altro per effettuare pagamenti su IVA, tasse, etc. Stavamo pensando di creare, in segreto, degli account di riserva collegati con ciascun codice, solo per avere un sistema che funzionasse sotto il nostro controllo [invece che sotto il controllo della Troika, ndt]. E che, premendo un pulsante, ci avrebbe permesso di dare un PIN a tutti gli account. Per cui metti caso che lo Stato riceva 1 milione di euro da una compagnia farmaceutica per il Servizio Nazionale Pubblico, avremmo potuto. creare subito un trasferimento digitale di riserva in conto al codice fiscale della società farmaceutica, fornendo loro un numero di pin, in modo che potessero utilizzare questo come una sorta di meccanismo di pagamento parallelo, da qualsiasi parte di quel denaro digitale provenisse e verso qualunque numero di codice fiscale dovesse versare dei soldi, o anche utilizzarlo per effettuare i pagamenti fiscali allo Stato.

Questo avrebbe permesso la formazione di un sistema finanziario parallelo anche se le banche fossero stare chiuse dalle azioni aggressive della BCE. Tutto ciò era stato ben sviluppato e io penso avrebbe fatto una grande differenza e molto presto saremo riusciti ad estenderlo, usando applicazioni su smartphone, e avrebbe potuto diventare un vero e proprio sistema parallelo. Avrebbe funzionato in Euro, ma sarebbe stato pronto a convertirsi in una nuova dracma.

Ma la lascia che ti racconti – e anche questa storia è abbastana affascinante – quali difficoltà mi sono trovato davanti. Il Segretariato Generale delle Entrate Pubbliche del mio ministero è controllato completamente e direttamente dalla Troika. Non era sotto il mio controllo di ministro, né del mio ministero.. Era controllato da Bruxelles. Il Segretariato Generale è infatti rigidamente impostato da un meccanismo controllato dalla Troika. È come se le entrate fiscali della Gran Bretagna fossero controllate da Bruxelles. Sono sicuro che ti verrebbero i capelli dritti.

Ok, quindi: Primo problema. Il Segretariato generale dei sistemi di informazione da una parte era controllato da me come ministo. Ho chiamato un vecchio amico, un amico di infanzia, ora professore all IT della Columbia University, perché mi fidavo di lui e pensavo che lui potesse farcela. Ad un certo punto, una settimana dopo, mi chiama e mi dice “ Sai cosa? Io controllo le macchine, controllo l’hardware, ma non il software.. il software appartiene alla Troika. Che si fa?”

Quindi ci siamo visti e lui mi ha detto “Senti, se chiedo a loro il permesso per implementare il programma, la Troika saprà subito che stiamo pensando ad un piano parallelo”. Rd io “ no, non possiamo svelare il piano in questa fase”. Quindi lo ho autorizzato.. e puoi dirlo a chiunque che, questo resta tra di noi…

Normal Lamont interrompe la conversazione “ci sono certamente altri che ascoltano, ma non diranno nulla ai loro amici”.

Varoufakis, ridendo “lo so. So che ci sono. E anche se lo faranno io negherò di averlo detto. Quindi abbiamo deciso di entrare come un hacker nel mio ministero per copiare il codice del programma dei sistema di pagamento delle tasse e trasferirlo nel suo ufficio per studiarlo e implementare il sistema parallelo. Ed eravamo pronti ad avere l’autorizzazione dal primo ministro quando le banche sono state chiuse. Quindi sto cercando di descriverti i problemi istituzionali cha abbiamo avuto, impedimenti istituzionali che abbiamo avuto nella fase di implementazione di una politica indipendente per migliorare gli effetti della chiusura delle banche da parte della BCE

Su Schaeuble

Schaeuble ha un piano. E quello che mi ha descritto è molto semplice. Lui crede che l eurozona non sia sostenibile così com’è. Lui crede che dev’esserci qualche sorta di trasferimento fiscale, qualche grado di unione politica. Ed è convinto che perchè questa unione politica funzioni senza federalismo, senza la legittimazione che potrebbe dare solo un parlamento federale eletto, tutto dev’essere fatto per vi disciplinare. E mi ha detto esplicitamente che la Grexit è ciò che gli serve per questa negoziazione, per imporre un potere terroristico sufficiente a far vacillare le resistenze francesi e costringere Parigi a trasferire il suo budget verso Bruxelles.

Tradizione della redazione bolognese di Contropiano

 

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1 Commento


  • walter

    la storia insegna che ogni qualvolta la germania accumula potere iniziano i problemi per tutti.
    e la storia più recente insegna che l’europa a trazione tedesca con manovratore americano è pesantemente orientata all’autoritarismo fascista.

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