La ministra della Difesa Roberta Pinotti ha smentito oggi che alcune navi militari italiane abbiano sconfinato nelle acque libiche. “La notizia diffusa da Tobruk è falsa” ha detto Pinotti intervenendo a Agorà su Rai3. “Le nostre navi, che stanno pattugliando il Mediterraneo, erano in acque internazionali ben al di qua delle acque territoriali libiche. La nostra nave non ha registrato nessun sorvolo di caccia libici”. “Le tensioni attuali in Libia sono legati alla volontà di influire o addirittura mandare a monte i negoziati che vengono portati avanti dall’emissario Onu Bernardino Leon. Su quest’ultimo dettaglio il ministro Pinotti ha inciampato, perchè Leon ha terminato da giorni il suo mandato come negoziatore dell’Onu sulla Libia. Il Governo di Tobruk (uno dei due governi in conflitto) aveva denunciato ieri che tre navi da guerra Italia erano entrate nelle acque territoriali della Libia. “Il governo libico di Tobruk “condanna con fermezza” la violazione delle proprie acque territoriali dopo l’ingresso ieri di tre navi da guerra italiane nei pressi delle coste di Bengasi, a Daryana, circa 55 km a est della città” era scritto in una notta diffusa dalle autorità di Tobruk. Il governo libico “non esiterà a ricorrere a tutti i mezzi che gli consentano di proteggere le sue frontiere e la sua sovranità territoriale”. Tobruk invita l’Italia “a rispettare i trattati firmati tra i due Paesi” e bolla “l’ingresso delle navi italiane come un atto contrario a tutti gli accordi internazionali ratificati dall’Onu”. Secondo alcuni media libici, l’aviazione libica avrebbe fatto decollare ieri in tarda serata i suoi caccia militari per “monitorare l’attività delle navi da guerra italiane” ha affermato il capo di Stato maggiore libico, Saqr Geroushi. Ma anche questa circostanza è stata smentita oggi dal ministro della Difesa Pinotti.
Intanto il cimitero cattolico italiano di Tripoli ‘Hammangi’ è stato di nuovo devastato, fa sapere l’Associazione Italiana Rimpatriati dalla Libia (Airl). Sul fronte diplomatico si segnale oggi l’incontro tra il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni con i omologhi di Egitto e Algeria. L’Italia, ha affermato il ministro, e’ pronta a dare il suo contributo “rispondendo alle richieste e alle esigenze del governo di unita’ nazionale”. Ma sia le une (le richieste) che l’altro (il governo di unità nazionale) non sono intravedibili all’orizzonte.
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