Una forte esplosione ha scosso, alle ore 10.18 locali (9.28 in italia) la zona di Sultanahmet a Istanbul. L’area è molto frequentata dai turisti e ospita le maggiori attrazioni turistiche della città.
La deflagrazione avrebbe causato almeno 10 morti e 15 feriti e sarebbe stata causata da un kamikaze. Secondo le notizie dell’emittente Cnn Turk, lo scoppio è avvenuto nei pressi dell’obelisco di Teodosio in piazza Sultanahmet, nel centro storico di Istanbul.
La polizia turca ha chiuso il quartiere di Sultanahmet dove si trovano anche la Moschea Blu, Aya Sofia e il Topkapi Palace.
Ci sarebbero anche dei turisti tra le persone coinvolte nell’esplosione.
Un centro commerciale è avvolto dalle fiamme in un altro quartiere di Istanbul, Maltepe. Secondo alcune testimonianze riportate dai media turchi, ci sarebbero persone intrappolate. Ma non si capisce ancora se i due episodi sia collegati in qualche modo.
Per quanto riguarda l’attentato di Sultanahmet, invece, il presidente turco Erdogan ha menzionato esplicitamente il “legame con la Siria” del kamikaze (di cui peraltro non sono state rese ancora note le generalità). In effetti, si tratta della pista più probabile, ma in du sensi decisamente opposti.
La formula usata da Erdogan, infatti può significare tanto “un attentatore legato al regime di Assad” quanto “un membro dell’Isis”, di cui la Turchia è un notorio alleato di fatto (commercio del petrolio, libero passaggio per i jihadisti, rifornimenti di armi e materiale, ecc). Bisogna ricordare che gli altri due attentati dell’Isis in Turchia – a Suruc, al confine con Kobane, ed Ankara, prima delle elezioni – sono stati diretti contro i curdi progressisti e la sinistra turca, riuniti nell’Hdp, ferma oppositrice del regime di Erdogan.
Stamattina, invece, si tratta di colpo durissimo all’industria turistica turca. Quindi, se è stata l’Isi, potrebbe significare che qualcosa di è incrinato nel rapporto tra due poteri immondi.
fonte: Ansa
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