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Pakistan. Strage al parco giochi. 72 morti, 30 sono bambini. Doppio standard nelle notizie

E’ salito a 72 il numero delle vittime e a 320 quello dei feriti causati da un attentatore suicida che si è fatto esplodere ieri pomeriggio in un parco di Lahore, nel Pakistan centrale, dove si erano raccolte molte persone di religione cristiana per celebrare all’aperto e in famiglia la festività pasquale. Confermando il bilancio, un responsabile del governo della provincia del Punjab a detto alla tv Express News che “le operazioni di soccorso sono ancora in pieno svolgimento”. La strage è stata rivendicata dai talebani del gruppo Jamatul Ahrar. Il 15 marzo dell’anno scorso due kamikaze sempre del Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP) Jamat-ul-Ahrar, si erano fatti esplodere all’ingresso di due chiese di Lahore vicine fra loro, la cattolica St.John’s Church e la cristiana Christ Church causando 17 morti. La polizia pachistana fa sapere di avere arrestato nelle ultime ore 15 persone. Fra gli arrestati, vi sono anche tre fratelli del giovane attentatore che si è fatto esplodere fra le famiglie che trascorrevano la Pasqua nel Gulshan-e-Iqbal Park della città. L’attentatore suicida è stato identificato come Yousuf, 28 anni, figlio di Ghulam Farid e residente nel distretto di Muzzafargarh.

Se ieri in Pakistan ad essere stato colpito è stato un parco giochi, tre giorni fa in Iraq l’obiettivo era stato un campo sportivo dove era in corso una partita di ragazzi.  In quel caso sono morte 41 persone, i feriti sono stati 105 di cui molti ridotti in gravi condizioni. Almeno diciassette delle vittime sono risultati essere ragazzi tra i 10 e i 16 anni. Il villaggio di al Asriya si trova vicino alla città di Iskandariyah, 50 chilometri a sud di Baghdad. L’attentato è avvenuto venerdì nel tardo pomeriggio. L’attentatore suicida è entrato nello stadio, si è mischiato tra la folla e si è fatto esplodere al termine della partita. Ha azionato la sua cintura esplosiva mentre venivano consegnate le coppe ai calciatori al termine del torneo.

Un parco giochi e un campo sportivo come possono essere ritenuti obiettivi di una guerra? Il problema è che la guerra in corso ha come obiettivo proprio i civili, seminando il terrore in quanto tale e come strumento di deterrenza. Una guerra incomprensibile alla ragione Lahore

ma che dura ormai da almeno quindici anni. Con una sola differenza: quando vengono colpite le città dell’occidente (New York, Madrid, Londra, Parigi, Bruxelles) le vittime hanno nomi, volti, storie da raccontare. Quando avvengono in Iraq, Afganistan, Pakistan, Siria, Somalia, Costa d’Avorio, la prima preoccupazione è quella di sapere se tra i morti ci sono degli “occidentali”. Un doppio standard che alimenta l’orrore di una guerra che si nutre proprio di questo.

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1 Commento


  • Manola Frediani

    Il gioco in mano ce l’hanno i media. L’informazione che viene data ai comuni cittadini influenza e determina le sue reazioni e isuoi punti di vista sull’accaduto. La maggior parte delle persone vede ormai gli attentati nelle città europee come una sfida al nostro mondo e alla nostra cultura, una sorta di divisione manichea fra il bene e il male, e questa idea è diffusa anche fra persone di media cultura. la demonizzazione dell’Islam giova per forza a qualcuno, a coloro che già hanno destabilizzato il medio oriente e che mirano a imporre del tutto una logica di guerra da cui trarre profitti economici. Ma l a paura, questo mostro irrazionale viene alimentato ad arte dalla stampa, dai telegiornali, dai social. Un minoranza cerca di dare una visione dei fatti più equlibrata e obbiettiva, ma resta purtroppo minoranza. E così ci sono morti di serie a e morti di serie b.Molti non si rendono conto di quanto profondamente si può giocare sulle coscienze e influenzare le scelte dei governi sulla base dell’emozione.. Questo gioco è ormai datato, parte dall’11 settembre e arriva fino ad oggi.

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