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Londra addestra i torturatori sauditi. Riad detta legge all’Onu

E’ notizia di questi giorni che la polizia britannica starebbe aiutando, addestrandoli, i torturatori sauditi, gli agenti del governo di Riad dediti alla repressione di ogni forma di dissenso politico, sociale, religioso all’interno del regno wahabita e non solo. La grave accusa è stata lanciata ieri sulla prima pagina del quotidiano britannico Times, che punta il dito contro lo stretto rapporto tra Londra e il regno feudale in ambito militare e nella sicurezza. In un documento che avrebbe dovuto avere solo una diffusione interna alla polizia sono descritti alcuni dettagli sulla collaborazione: in particolare su come gli agenti del Regno Unito formano quelli sauditi nel raccogliere prove sui sospetti sfruttando le tecniche della scientifica, col rischio però che quelle informazioni possano venir usate nella repressione degli oppositori.

Intanto i sauditi ricevono in campo internazionale ben altri appoggi e coperture. Tra questi c’è quello incredibilmente offerto dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Il leader dell’Onu ha pensato bene infatti di eliminare l’Arabia Saudita e i suoi alleati della “coalizione sunnita” protagonista di più di un anno di aggressione militare allo Yemen, dalla lista nera dei paesi e delle organizzazioni che violano i diritti dei bambini. Lunedì le Nazioni Unite avevano incluso il regime di Riad nell’elenco di soggetti che violano i diritti dei minori nel piccolo e martoriato paese, citando il fatto che i sauditi sono direttamente responsabili della morte del 60% dei 1953 minorenni e bambini uccisi (510) o feriti (667) in quattordici mesi di invasione e bombardamenti.

Il regno wahabita è andato su tutte le furie così come i suoi alleati del blocco sunnita, a partire dal Consiglio di Cooperazione del Golfo e dall’Organizzazione della Cooperazione Islamica che hanno letteralmente martellato i dirigenti dell’Onu di minacce e proteste. Riad e soci hanno addirittura minacciato di tagliare i finanziamenti elargiti finora ad alcune agenzie delle Nazioni Unite, principalmente all’Unrwa, l’ente per l’assistenza ai rifugiati palestinesi. E così, in tutta fretta, Ban Ki-moon ha cancellato dalla lista i paesi che già l’Onu lo scorso anno aveva autorizzato a spargere morte e terrore in Yemen in nome del ripristino della legalità. Una replica di quanto già fatto nel 2014, quando le forti pressioni di Usa e Israele indussero Ban Ki-moon a ripulire il rapporto stilato a proposito delle vittime della cosiddetta ‘operazione Margine Protettivo’ scatenata dallo stato sionista contro la popolazione di Gaza.

Una manipolazione politica che però non è passata inosservata ed ha generato l’ira di numerose organizzazioni internazionali oltre che la protesta di Amnesty International e Human Rights Watch. “Che l’Onu s’inchini alle pressioni fino al punto di alterare un rapporto già pubblicato sui bambini nei conflitti armati – ha commentato Richard Bennett, rappresentante di Amnesty International presso le Nazioni Unite – è un fatto senza precedenti, così come è irresponsabile che le pressioni siano state esercitate proprio da uno degli stati elencati nel rapporto. Cedere alle pressioni in questo modo compromette tutta l’azione delle Nazioni Unite per proteggere i bambini nei conflitti. Il segretario generale – ha aggiunto Bennett – non deve arretrare né sminuire l’importanza del lavoro del suo Rappresentante speciale. Altrimenti, rischia di danneggiare la credibilità dell’Onu nel suo complesso. Questo è un esempio lampante – ha concluso – del motivo per cui le Nazioni Unite devono stare sempre dalla parte dei diritti umani e dei loro principi: altrimenti finiscono per diventare parte del problema e non la sua soluzione”.

Sorvolando sul fatto che ad un paese campione di repressione, guerra e violazioni dei più elementari diritti come l’Arabia Saudita sia stato affidato il compito di guidare, a partire da quest’anno, il Consiglio dell’Onu per i diritti umani (!) occorre ricordare che nel novembre del 2015 il regime wahabita è riuscito ad imporre una mozione di condanna contro Russia e Iran, accusati nientemeno che di favorire lo Stato Islamico e al Nusra con il loro intervento militare in Siria…

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