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Come l’Ue finanzia l’industria della guerra israeliana

I fondi di ricerca europei sono stati una fonte di finanziamento molto importante per le università, le imprese e le istituzioni israeliane. Benché Israele non sia un paese membro dell’UE, dal 1995 i candidati israeliani hanno avuto la possibilità di accedere ai fondi di ricerca europei sulla stessa base dei paesi membri UE, tramite l’accordo di cooperazione fra UE e Israele. Durante l’ultimo ciclo di finanziamenti alla ricerca, in corso dal 2007 al 2014 e conosciuto come FP7, una quota significativa dei fondi sono andati a candidati israeliani. Infatti fra oltre 200 progetti sulla sicurezza nel ciclo di finanziamento FP7 almeno uno su cinque includeva un partner israeliano[1].

Nel programma Horizon2020 sono stati messi a disposizione 77 miliardi di euro come borse di ricerca per il periodo 2013-2020. I fondi di ricerca devono essere utilizzati per applicazioni di tipo strettamente civile. Nessun fondo dovrebbe quindi essere allocato per utilizzi di tipo militare.

Molti candidati israeliani hanno già ottenuto fondi del programma Horizon2020, includendo imprese militari israeliane come la Elbit e le Industrie Aerospaziali Israeliane (IAI). Ci sono già stati 162 progetti a cui hanno partecipato imprese israeliane, con un budget di circa 452.3 milioni di euro[2].  Mentre i fondi di ricerca sono stati presumibilmente andati solo a progetti con applicazioni di tipo civile, molti dei progetti hanno in realtà una doppia natura d’uso, sollevando interrogativi sul fatto che i fondi siano in realtà utilizzati per supportare applicazioni di tipo militari, o lo faranno in futuro.

Quali sono gli elementi con doppia natura d’uso (prodotti, servizi o tecnologie)?

Elementi con doppia natura d’uso sono prodotti, includendo software o tecnologia, che possono essere utilizzati sia per scopi militari che per scopi civili. Sono prodotti generici o tecnologie che possono applicazioni civili ma anche militari. Alcuni esempi includono: sistemi senza pilota (come i droni), la robotica, la nano-elettronica, le tecnologie ICT, i sensori, lo stoccaggio di energia, la fotonica, la stampa 3D e la biometria.

Il finanziamento di elementi con doppia natura d’uso è permesso da Horizon2020?

Horizon2020 permette il finanziamento di elementi con doppia natura d’uso nella misura in cui la ricerca sia “totalmente motivata da, e limitata a, applicazioni civili”[3]. Le restrizioni ai finanziamenti non si focalizzanos sulle parti in causa, né sull’argomento della ricerca, ma solo sulle applicazioni della ricerca. Pertanto ad esempio un candidato che sia un’impresa militare può ricevere fondi per un programma su un argomento come gli esplosivi, se la ricerca che è finanziata ha applicazioni strettamente civili (ad esempio gli esplosivi usati nella costruzione di autostrade per uso civile).

Cosa succede se il finanziamento è andato – intenzionalmente o no – a supportare applicazioni militari?

Le linee guida di Horizon2020 mettono in guardia contro potenziali usi erronei della ricerca, e raccomandano di prendere precauzioni (come la nomina di un “consigliere etico” [ethics advisor] o di una commessione etica indipendente) per evitare conseguenze non volute della ricerca. Se le linee guida del finanziamento sono state violate, i destinatari possono quindi trovarsi in violazione dei loro obblighi ai sensi della convenzione di finanziamento, e possono avere il loro finanziamento ridotto o terminato.

Che cosa definisce un’applicazione civile rispetto ad una militare?

Le linee guida di Horizon2020 non sembrano avere una chiara definizione di “civile”, oltre a quella di “non militare”. Le “applicazioni civili” sembrano includere molte aree collegate alla sicurezza
(Come polizia interna , pattugliamento delle frontiere , sicurezza aeroportuale , sicurezza informatica , ecc ). Le imprese militari si stanno allontanando sempre di più dalla guerra convenzionale contro i nemici esterni mentre si approcciano al conflitto interno verso il proprio popolo, per usare una frase di Jeff Halper “le guerre verso le persone”. Perfino quando diretta verso nemici esterni la guerra sta facendo sempre più uso di operazioni di “anti-terrorismo”, che fanno uso di molte di queste tecnologie di sicurezza.

Come sta venendo usato Horizon2020 per supportare progetti militari?

Mentre le linee guida di Horizon2020 sostengono che esso abbia un focus esclusivo sulle applicazioni civili, la Commissione Europea sta aiutando attivamente le compagnie militari e le istituzioni a superare questo ostacolo, ad esempio lavorando con la European Defense Agency (EDA) per “trovare sinergie” fra Horizon2020 e le attività di ricerca dell’EDA[4]. Una guida pubblicata dalla Commissione Europea nel 2014, “EU funding for Dual Use” (il finanziamento europeo per scopi duali) suggerisce vari modi in cui le aziende belliche possono sviluppare prodotti e tecnologie di doppio uso civile e militare. La guida spiega due modi in cui farlo[5]. Il primo è tramite un processo “in house”, tramite il quale le compagnie militari stesse fanno domanda per i fondi per progetti con applicazioni civili. In seguito la compagnia può adottare il prodotto per uso militare[6].

In alternativa possono essere usate alcune forme di esternalizzazione ( licenze, joint venture , spin-off , start-up , o collaborazione tra le imprese ). Ad esempio una piccola start-up può sviluppare un progetto con applicazione civile, e poi uscire dal mercato vendendolo ad un’impresa militare più grossa. L’impresa militare può successivamente dedicare ad un “adattamento del prodotto” e fare un uso militare della tecnologia. In questo modo le imprese militare possono risparmiare sui costi di sviluppo interni della tecnologia, lasciando che siano piccole e medie imprese a svilupparla (con l’aiuto dei fondi Horizon2020). Alcune aziende belliche hanno perfino creato venture fund per aiutare piccole start-up a sviluppare tecnologie per un loro uso successivo da parte di imprese militari più grandi[7].

La guida pubblicata dalla Commissione Europea nel 2014 sottolinea una serie di modi in cui i governi possono aiutare le imprese a utilizzare l’uso duale (civile e militare) per diversificare i propri prodotti da una sfera (civile) all’altra (militare). Suggerisce che le autorità pubbliche possano fornire supporto indiretto con: osservatori di intelligence (raccogliendo intelligence riguardo a prodotti e tecnologie), trasferimento di tecnologie e saperi, esternalizzazione, creazione di spinn-off e joint venture, eventi di connessione fra imprese e clienti, diversificazione (aiutare le imprese ad entrare in nuovi mercati), stabilire incubatori di imprese che si dedichino all’uso duale (aiutare gli imprenditori a tramutare le proprie idee in imprese commerciali), esibizioni di tecnologia e attività di connessione fra i vari attori, e stabilimento cluster di imprese che si occupano di uso duale (portare insieme le imprese in un luogo geografico).

In aggiunta la guida offre una panoramica di varie programmi di finanziamento UE a cui le compagnie possono accedere, incluso Horizon2020. Raccomanda che nell’accedere ad Horizon2020 i candidati “si limitino a tecnologie di base che possono essere poi adattate per applicazioni di difesa”[8].

Perché l’uso sbagliato del doppio utilizzo è particolarmente preoccupante?

Israele è stata all’avanguardia nello sviluppo di tecnologie militari (come i droni) che utilizza nella sua occupazione della Cisgiordania e di Gaza, così come nelle sue guerre ricorrenti contro Gaza. Le azioni di Israele sono state ripetutamente trovate colpevoli di violazioni della legge internazionale e delle risoluzioni ONU, e condannate da gran parte della comunità internazionale. Perciò perché l’Unione Europa aiuta Israele fornendogli accesso ai suoi programmi di finanziamento alla ricerca, pagati dai contribuenti europei?

In breve, l’UE si presenta in pubblico dichiarando di non finanziare progetti con applicazioni militari tramite Horizon2020, ma in realtà li finanzia dietro le quinte, in particolare incoraggiando le imprese a sviluppare a prodotti e tecnologie di uso sia civile che militare che possano essere successivamente adattati per gli scopi del settore militare.

EUROPEAN COORDINATION OF COMMITTEES AND ASSOCIATIONS FOR PALESTINE

Traduzione da: http://www.eccpalestine.org/fact-sheet-dual-use-technology-how-europe-funds-israeli-military-companies-trough-horizon-2020/

A cura di Panofsky (https://www.facebook.com/Panofsky-260479200991238/?fref=ts)

 

 


[1] Ben Hayes, “How the EU subsidises Israel’s military-industrial complex,” OpenDemocracy.net, March 6, 2013.

 

 

[2] Stop Wapenhandel, Combat proven: Nederlandse militaire relaties met Israel, June 2016, pg. 31.

 

[3] Explanatory note on “exclusive focus on civil applications.”

 

 

[4] European Commission, EU Funding for Dual Use: Guide for Regions and SMEs, 2014, pg. 43.             

 

[5] European Commission, EU Funding for Dual Use: Guide for Regions and SMEs, 2014, pg. 9.                        

 

[6] Inoltre , Shir Hever fa notare che dal momento che le aziende tendono a utilizzare la stessa infrastruttura ( laboratori di ricerca , spazi per uffici , personale , etc.) per i loro progetti civili e militari  i fondi destinati al progetto civile possono indirettamente sostenere progetti militari .

 

 

[7] European Commission, EU Funding for Dual Use: Guide for Regions and SMEs, 2014, pg. 18.

 

[8] European Commission, EU Funding for Dual Use: Guide for Regions and SMEs, 2014, pg. 48.

 

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