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Primo Maggio di lotta a Parigi

A Parigi, la giornata del Primo Maggio è stata un momento importante di mobilitazione e di convergenza dei diversi settori in lotta contro le politiche dell’attuale governo Macron. La manifestazione ha coinciso con l’inizio degli appuntamenti per celebrare il 50esimo anniversario del Maggio ’68 francese e ha segnato un passaggio importante all’interno di un contesto di mobilitazione e di lotta iniziato a febbraio. Il tradizionale corteo dei sindacati (grandissima partecipazione dei sindacati di settore delle sigle CGT e SUD), fiancheggiato dai partiti della sinistra radicale (dalla France Insoumise al PCF, al NPA), è stato raggiunto e superato dal più grande cortège de tête che si sia mai visto a Parigi.

Circa 14 500 persone hanno sfilato davanti al corteo sindacale. Si tratta delle tante organizzazioni e dei tanti gruppi del fronte antagonista militante che – oltre ad esprimere il proprio sostegno alla lotta dei ferrovieri della SNCF – sono attivi e in azioni contro le politiche ultraliberali e repressive di Macron (la Loi Orientation et Reussite, la Loi Asile et Immigration, il taglio alla spesa sociale e il piano di privatizzazioni). Collettivi studenteschi, funzionari dell’educazione e degli ospedali, gruppi femministi e LGBTQI, collettivi di sans papiers, migranti e militanti antirazzisti, attivisti a sostegno delle ZAD – Zone à défendre di Notre-Dame-des-Landes e di Burre, gruppi antifascisti e libertari, e musicisti de La Fanfare Invisible hanno aperto e animato il corteo a Parigi.

Potere al Popolo Parigi ha aderito e partecipato alla manifestazione, riconoscendo l’importanza di essere attivi anche oltralpe – specialmente in un momento di lotta così importante in Francia – per favorire quella “convergenza delle lotte” e creare quelle relazioni necessarie per ricostruire l’internazionalismo. Presenti in piazza anche numerosi gruppi e comunità internazionali: tante le bandiere della Catalogna e della Palestina, insieme a cartelli che rivendicano “Lula Livre” e “Marielle Livre”.

Degli importanti scontri sono avvenuti sul Pont de Austerlitz, all’entrata del Jardin des Plantes e sul Boulevard de l’Hôpital, tra la polizia e alcuni gruppi di manifestanti. Il percorso scelto dalla prefettura e la gestione della manifestazione da parte delle forze dell’ordine avevano il chiaro intento di bloccare e spaccare il corteo, “invitare” i sindacati a staccarsi dal resto del corteo cambiando tragitto e creare il panico tra i partecipanti alla manifestazione. Chi è stato nel corteo di testa ha visto centinaia di bombe lacrimogene e di grenades de désencerclement lanciate in una folla fitta di manifestanti, di cui la grandissima parte era a volto scoperto e non attrezzata per difendersi né tantomeno rispondere a queste cariche.

Migliaia di persone si sono trovato nel mezzo della nuvola creata dai gas lacrimogeni, cominciando a soffocare, vomitare, piangere, avere crisi d’asma; cercando di spargersi il viso di maalox e di sérum-phy per calmare i bruciori dei gas, molte persone sono rimaste schiacciate dal tumulto della folla nel panico. In tutto ciò, quel che sfugge alla narrazione mainstream – attenti ad individuare e additare i cosiddetti black bloc – è che in quella parte del corteo c’erano anche numerose famiglie. Chi si trovava tra il Pont d’Austerlitz e il Jardin des Plantes ha visto e sentito i pianti dei bambini e il terrore dei genitori che non potevano uscire dalla trappola creata dalla polizia. Ha visto decine di persone saltare dal ponte sulle banchine delle Senna per salvarsi da questa situazione fortemente ansiogena. Ha visto migliaia di persone compresse e bloccate da entrambi i lati del ponte dai CRS (Compagnies Républicaines de Sécurité – simile alla nostra celere, ma molto più attrezzata e addestrata), con gli idranti da una parte e i lacrimogeni dall’altra. Una volta il corteo che il corteo si è smembrato e la gente è scappata, gli scontri hanno continuato per diverse ore verso Bastille, Ledru-Rollin e Boulevard Richard-Lenoir.

In appendice al corteo, sono da segnalare numerosi atti di particolare violenza da parte della polizia, che sono stati registrati e filmati da alcuni compagni e compagne. Nel Quartiere Latino, la polizia ha caricato a freddo un gruppo di manifestanti che stavano riunendosi in modo pacifico in Place de la Contrescarpe (dove si sarebbe dovuto tenere un aperitivo con assemblea al termine della manifestazione) e in una delle sedi dell’università EHESS, occupata da un gruppo di studenti. Nel frattempo, sono stati notati alcuni gruppi di fascisti, armati di mazze, andare in giro tra le stradine del Quartier Latin per picchiare compagne e compagni isolati, nell’impunità totale.

La Stampa e le forze politiche al governo ne hanno immediatamente approfittato per fornire una narrazione avente il preciso scopo di screditare l’importante movimento che si sta formando in queste settimane in Francia e che raggruppa un largo raggio di movimenti sociali. Studenti, ferrovieri, migranti e militanti antirazzisti, zadisti, funzionari, precari, tutti impegnati a contrastare i progetti neoliberali del presidente Macron e del governo contro le fasce piu’ deboli della popolazione e per fermare la repressione e le violenze della polizia.

La violenza di queste riforme, le reazioni spropositate del governo contro occupazioni pacifiche nelle università, e l’impunità dei gruppi di estrema destra che agiscono indisturbati alle frontiere o all’interno delle città, è inaudita e contribuisce in modo irreversibile all’inasprimento delle tensioni sociali e politiche.

Ieri, malgrado la chiara inferiorità dei manifestanti di fronte alla repressione e alla militarizzazione da parte delle forze dell’ordine, si è assistito al rinforzamento del cortège de tête, che negli ultimi anni si è costituito come una vera e propria forza sociale e politica auto-organizzata e parallela a quella tradizionale del sindacato e che canalizza l’esasperazione dei numerosi settori della società che subiscono gli attacchi violenti di un governo sempre più forte con i deboli e sempre più docile con i potenti. Da entrambi le parti, il livello di violenza è salito di un grado ieri a Parigi, e questo è soltanto l’inizio del maggio di lotta.

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