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Economia e tentativi di destabilizzazione, i due fronti su cui lotta il Venezuela

Un economia sotto assedio e un assedio vero e proprio da parte di stati confinanti come la Colombia. Sullo sfondo l’esplicita ambizione degli Stati Uniti e dell’Unione Europea di rovesciare il governo Maduro e l’esperienza bolivariana che ha segnato una netta rottura con l’egemonia imperialista in Venezuela e in America Latina. A rendere lo scenario più minaccioso la vittoria della destra in Brasile, il gigante latinoamericano.

Luciano Vasapollo e Rita Martufi sono stati in Venezuela diversi giorni per incontri e confronti pubblici con economisti e dirigenti governativi della repubblica bolivariana. E si sta lavorando molto sullo sganciamento definitivo dalla dollarizzazione, sia sul mercato interno che nelle transazioni internazionali. “Siamo in una commissione ristretta economica che sta lavorando soprattutto sul Petro. Attraverso il Petro e le criptomonete bisogna creare le condizioni per un sistema monetario alternativo in risposta al dollaro. Dobbiamo de-dollarizzare il mondo” afferma Vasapollo, “Gli Usa cercano di sottomettere il paese attraverso il dollaro, il Petro deve essere lo strumento attraverso cui svincolarsi da euro e dollaro, strumenti di dominio imperiale”. Ma Caracas in questa sfida non da è sola. Alcuni paesi stanno lavorando con il Venezuela in questa direzione: ci sono la Turchia, l’Iran, la Russia e la Cina. “Una speranza di mutamento contro il dollaro esiste ed è proprio per questo che stiamo cercando di lavorare per ancorare il Petro non solo al petrolio ma ad un paniere in cui abbia un ruolo fondamentale l’oro. Il Venezuela, che è stato depredato in passato, ha giacimenti enormi di oro. E attaccare l’oro potrebbe essere un suicidio anche per l’Impero e i suoi vassalli”,  spiega l’economista che da anni dirige il Cestes (il centro studi dell’Usb) e lavora in stretta collaborazione con molti governi progressisti latinoamericani, da Cuba alla Bolivia al Venezuela.
Ma l’economia non è solo un problema relativo al ruolo del Venezuela nelle transazioni internazionali. Sull’economia interne pesano sfide estremamente impegnative, ma anche sfide politiche per molti aspetti minacciose: “Stiamo discutendo qui in Venezuela soprattutto della questione della guerra economica, ma il timore consolidato è anche politico. A gennaio Maduro dovrà assumere i poteri per l’inizio del nuovo mandato dopo la legittima vittoria delle passate elezioni e si sta preparando da parte di Usa e Ue un golpe”. Il tentativo di delegittimare il processo politico venezuelano vede convergere sia gli Usa che l’Unione Europea: “possono tentare il golpe da due punti di vista: uno bianco – con istituzioni internazionali e governi occidentali che non riconoscono Maduro come legittimo Presidente. E un golpe frutto di uno scontro militare alla frontiera” afferma Luciano Vasapollo. “Dopo che Bolsonaro e l’estrema destra hanno preso il potere in Brasile, insieme alla Colombia, ai narcos, al Perù, l’Argentina e le solite transnazionali, stanno creando le condizioni ancora più pesanti dal punto di vista economico contro il Venezuela e poi essendo paesi limitrofi con la scusa dei flussi migratori (inesistenti) vogliono portare la situazione allo scontro.

E la vittoria della destra in Brasile rischia di avere conseguenze molto pesanti per il processo progressista realizzatosi in America Latina alla fine del XX Secolo. “Non solo la Colombia. Anche il governo del Brasile, dell’Argentina iniziano a parlare della dittatura del narco-dittatore Maduro. Flussi sarebbero funzionali al traffico di cocaina. Siamo alla follia.”

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