Secondo il Wall Street Journal, gli Stati Uniti stanno preparando il ritiro totale delle loro forze dal nord-est della Siria. Il giornale cita alcune fonti dell’amministrazione, secondo le quali i funzionari americani hanno iniziato a informare i partner dell’area del loro piano. “Abbiamo sconfitto l’Isis in Siria”, afferma Donald Trump su Twitter, argomentando che la lotta all’Isis era “l’unica ragione di essere lì”. Un annuncio analogo era stato fatto già ad aprile di quest’anno ma poi era stato contraddetto dal rafforzamento del contingente militare statunitense sul campo e dai bombardamenti sulla Siria.
Occorre ricordare che ci sono ben 14 basi militari statunitensi in Siria, di cui 12 nel nord e nel nord-est e altre due nel sud. Inoltre, i media turchi hanno riferito dell’esistenza di 13 depositi di armi americane nelle aree curde, che si trovano in prossimità delle basi statunitensi.
Ma il Pentagono non sarebbe d’accordo al ritiro e starebbe cercando di dissuadere il presidente americano intenzionato a ritirare completamente le truppe Usa dalla Siria. Nei giorni scorsi, il segretario alla Difesa Mattis aveva invitato alla cautela, visto che non si può dire che l’ISIS sia stato completamente sconfitto.
Un annuncio che potrebbe arrivare già nelle prossime ore secondo quanto riporta in questo caso il New York Times, spiegando come i vertici del Pentagono intendono convincere la Casa Bianca che una mossa del genere sarebbe un abbandono di una area di crisi strategica e “un tradimento degli alleati curdi le cui truppe da anni operano a fianco di quelle Usa in Siria e che rischierebbero di essere attaccate da un’offensiva della Turchia”. Ad oggi i curdi, sotto l’ombrello delle Forze Democratiche Siriane (SDF), controllano circa il 30% della Siria. Il PYD (partito democratico curdo), forza politica che controlla la parte militare, si era detto disponibile ad iniziare dei negoziati con Damasco per trovare una situazione diplomatica e creare una Siria federale.
La Russia sembra accogliere positivamente la decisione annunciata da Trump di ritirare le truppe Usa dalla Sira. “È una pietra miliare che può evolversi nella reale prospettiva di una soluzione politica”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, in un comunicato diffuso dall’ambasciata russa a Washington. Serie preoccupazioni sono state invece espresse dall’Arabia Saudita. Il principe Mohammed bin Salman ha chiesto all’amministrazione americana di non ritirarsi dalla Siria. La stessa cosa hanno chiesto le autorità israeliane.
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