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La Cina progetta un nuovo boom

Come di consueto il Consiglio di Stato cinese, a suo modo, augura all’Occidente buon natale. Succede ogni anno.

Quest’anno il babbo Natale cinese regala fortissime deduzioni fiscali per istruzione dei figli, dai livelli prescolari ai dottorati, deduzioni per affitti nelle grandi città, deduzioni per cure anziani e soprattutto forti deduzioni fiscali per cure mediche.

Come scrivevo un mese fa, la Cina risponde alla guerra commerciale con il salario sociale globale di classe e la costruzione di un “potente mercato interno”. Di solito al capodanno cinese ci anche sono altre strenne, tipo aumenti del 15% del salario minimo.

Vedremo. Intanto ieri il Consiglio di Stato ha augurato a suo modo al mondo buon natale.

Mentre in Usa c’è lo shutdown – il blocco del bilancio federale – in Cina si attua una politica fiscale fortemente espansiva a favore dei ceti medio bassi. Del resto la Pboc, la banca centrale cinese, un anno e mezzo fa aveva esortato  il governo ad aumentare il deficit pubblico al 5% per contrastare  il rallentamento mondiale.

Per 30 anni la Cina ha represso risparmi e consumi per investimenti, al fine di aumentare la produttività totale dei fattori produttivi per allinearla ai livelli occidentali. Una volta fatto questo è seguita 10 anni fa la nuova legge sul lavoro e la reflazione salariale (aumento costante delle retribuzioni).

Ora si cambia passo: si utilizza la politica fiscale per liberare reddito e risparmio ai fini dell’aumento dei consumi e la costruzione di un forte mercato interno.

La repressione del risparmio e dei consumi è durata 30 anni, ma cosa volete che siano per i cinesi 30 anni…

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