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Davos: la sfilata dell’ipocrisia. I big della finanza del Forum investono in… combustibili fossili

Che il forum di Davos fosse un luogo dove REALMENTE si decidono cose utili alla maggior parte dell’umanità – quella non ricchissima, diciamo – non lo pensava nessuno di noi. Ma che almeno ci fosse la decenza di non prendere in giro chi si batte sul serio per questioni come la diseguaglianza sociale nel mondo ed il disastro ambientale imminente, quello magari si. Ma il capitalismo d’assalto ed iperliberista che sta portando il mondo alla distruzione, in effetti, non è che si sia mai curato nemmeno della decenza. A meno che non fosse portatrice di profitto.

E quindi non sorprende che banche, fondi pensione, fondi di investimento ed altri big della finanza, presenti a Davos a discutere di cambiamento climatici e di buone pratiche, siano in affari con le più importanti aziende di combustibili fossili.  A denunciarlo è un report di Greenpeace, che evidenzia come molte delle società che quest’anno erano presenti al meeting annuale del World Economic Forum siano  esposti finanziariamente con le aziende di combustibili fossili per un valore di 1.400 miliardi di dollari. 

Una cifra enorme, che porta con sè interessi altrettanto grandi. E davvero, questi amministratori delegati vorrebbero far credere al mondo di essere veramente interessati ad un drastico cambio di passo? Una modifica strutturale ai progetti di investimento che preveda di voltare le spalle a petrolio e gas? Eppure è così, a Davos erano presenti le cinque compagnie assicurative con i maggiori investimenti a copertura di impianti e infrastrutture legate al carbone, che è il peggior combustibile fossile. Lo denuncia chiaramente Greenpeace nel rapporto “It’s the finance sector, stupid”.

Il rapporto di Greenpeace

Il rapporto – citiamo direttamente il comunicato di Greenpeace – “denuncia come banche, fondi pensione e assicurazioni che prendono parte al Forum di Davos ne tradiscano di fatto, sia da un punto di vista ambientale che economico, l’obiettivo di “migliorare lo stato del mondo”. Il rapporto mostra anche come lobbisti e imprese di pubbliche relazioni stiano lavorando per conto di questi attori della finanza globale e dell’industria fossile contro gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”. “Le banche, i fondi pensione e le assicurazioni riuniti a Davos sono colpevoli per l’emergenza climatica. Nonostante i numerosi avvertimenti sia dal punto di vista ambientale che economico, questi colossi stanno alimentando un’altra crisi finanziaria globale continuando a sostenere l’industria dei combustibili fossili” , afferma Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International. “Sono semplicemente degli ipocriti: dicono di voler salvare il Pianeta ma lo stanno uccidendo per fare profitti”.

Prendendo come riferimento il periodo che va dalla firma dell’accordo di Parigi al 2018, ad esempio, viene fuori che le 24 banche presenti a Davos hanno finanziato l’industria dei combustibili fossili per un valore, come detto, di circa 1.400 miliardi di dollari: stiamo parlando di una cifra che equivale al patrimonio complessivo dei 3,8 miliardi di persone più povere del Pianeta nel 2018.

“Non abbiamo più tempo da perdere con chiacchiere e falsi annunci. I decisori politici e i le autorità che regolano il settore devono mettersi all’opera prima che sia troppo tardi”, ha proseguito nella sua dichiarazione Morgan. “Gli attori della finanza mondiale devono cambiare atteggiamento e smettere di comportarsi come se tutto andasse bene, perché non è così. Siamo in emergenza climatica e non ci sarà economia su un Pianeta morto”.

Il problema è che il capitalismo ed i suoi attori hanno dimostrato di essere interessati al breve termine, e di non preoccuparsi realmente di quello che potrebbe avvenire in futuro. Lo dicono i fatti: sono gli stati che dovrebbero costringere le grandi industrie ad un atteggiamento diverso: con multe, tasse e altri strumenti che rendano in nessun modo conveniente ad una azienda pensare solo a far profitto con l’inquinamento.

Ma ci sono, esistono governi che hanno questa forza? Che sono veramente così liberi, e così interessati esclusivamente al benessere della collettività, da essere intransigenti con i più ricchi del mondo?

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