Di fronte all’impatto della pandemia del coronavirus nella nostra patria, dall’Unidad Social chiamiamo il popolo ad affrontare questa emergenza sanitaria con solidarietà, organizzazione e responsabilità, adottando misure di auto-salvaguardia collettiva e individuale per fermare e controllare il contagio, privilegiando la cura dei nostri anziani e malati, delle nostre bambine e bambini e l’insieme della popolazione.
La profonda crisi sociale e istituzionale sommata all’attuale emergenza sanitaria causata dalla pandemia del coronavirus han colpito il nostro popolo in maniera molto severa a causa della crisi strutturale del nostro sistema di salute pubblica generato dal modello economico neoliberista, che ha trasferito risorse milionarie dal settore pubblico verso il settore privato provocando sulla sanità pubblica, tra i molti effetti, un alto deficit nell’infrastruttura e nella capienza ospedaliera, nell’acceso alle cure, nelle risorse umane e nella disponibilità di medicine e accessi.
Le misure annunciate dal governo del Presidente Piñera sono state tardive, titubanti e parziali, poiché hanno privilegiato l’interesse del settore privato, della grande impresa e dell’attività commerciale mettendoli al di sopra dell’interesse collettivo e della salute del popolo cileno.
In momenti in cui la mobilitazione sociale ininterrotta compie già 5 mesi e crescono la domanda sociale e l’esigenza del cambiamento del modello economico e istituzionale neoliberista, Piñera e il suo governo sempre più minoritario e isolato non conta sull’appoggio e la credibilità cittadina per implementare misure efficaci di fronte all’emergenza sanitaria attuale. Davanti a questa situazione Unidad Social convoca il popolo del Cile:
- A esigere dal governo l’applicazione immediata di una quarantena preventiva nazionale e la cessazione immediata delle attività lavorative, produttive ed economiche in tutti i servizi e settori che non siano imprescindibili per l’approvvigionamento e l’assicurazione di condizioni basiche per la vita e la salute della popolazione. Chiusura immediata di luoghi che non siano essenziali, come Centri Commerciali, cinema, ristoranti, musei e altri, mantenendo aperte farmacie, supermercati e fabbriche nei quartieri che forniscono prodotti di prima necessità per la popolazione. Se non saranno soddisfatte queste esigenze, non rimarrà altra strada che lo sciopero generale immediato per garantire la salute dei lavoratori, delle loro famiglie e della popolazione in generale.
- Tutta la Rete di assistenza sanitaria pubblica e privata deve essere sotto il controllo dello Stato. Il Ministero della Salute deve garantire e centralizzare la rete sanitaria pubblica e privata (cliniche) e delle FFAA. Si devono creare ospedali di campagna e luoghi di ospedalizzazione, per soddisfare la domanda dando priorità ai settori più vulnerabili e sfavoriti, (particolarmente gli anziani), che sempre sono messi dopo quelli con maggiori entrate.
- Il potere politico deve adottare le misure legislative, costituzionali e legali per dotare lo stato delle risorse e degli strumenti amministrativi e di gestione che siano necessari per affrontare la crisi, tra questi passare allo stato gli enti privati necessari a garantire assistenza sanitaria, fissare, regolare e controllare immediatamente i prezzi per prodotti essenziali per l’approvvigionamento della popolazione, in special modo medicine e strumenti per l’igiene e la prevenzione, come alcool, gel, guanti, mascherine e altri generi di prima necessità.
- Centralizzare la produzione e assicurare la distribuzione pubblica di mascherine e sanzionare drasticamente l’abuso commerciale che se ne fa.
- Realizzazione, in forma gratuita, dei test diagnostici e, nel caso degli anziani più invalidi, effettuarli ai loro domicili.
- Certificati medici di malattia per gli anziani di oltre 65 anni che lavorano, per evitare che siano vittime di contagio.
La paralizzazione di tutte le attività e servizi assicurando turni etici per i servizi essenziali e strategici per la popolazione. Questo deve includere il fatto che si mantengano attivi i processi necessari alle pratiche di regolarizzazione della popolazione migrante.
Misure economico-sociali:
Adottare le misure economiche e disporre e destinare da parte dello stato tutte le risorse economiche necessarie per affrontare la crisi sanitaria, tra queste l’uso del 2 % costituzionale, e per assicurare le condizioni che permettano ai lavoratori e alle loro famiglie di mantenere condizioni di vita adeguate in questo periodo d’eccezione che cominciamo a vivere. Assicurare il pagamento del sussidio e l’alimentazione scolastica. Gli edifici scolastici devono restare aperti per fornire alimentazione alle bambine e ai bambini del Cile.
Si devono rinviare immediatamente i pagamenti di obbligazioni ipotecarie, dividendi, debiti bancari e creditizi con negozi e servizi, senza richiesta d’interessi per i lavoratori/@ e le loro famiglie. Sospendere le azioni esecutive di sfratto, sequestri di beni e aste da parte della Tesoreria Generale della Repubblica e del Potere Giudiziario.
Le imprese private e il settore pubblico devono fornire obbligatoriamente le agevolazioni affinché i/le lavorator@ possano adempiere ai loro compiti dalle loro abitazioni, evitando il rischio dello spostamento e le agglomerazioni nei trasporti pubblici.
Durante l’emergenza lo Stato ha l’obbligo di garantire e sussidiare i prodotti di base del paniere base familiare per i pensionat@ che ricevono pensioni miserabili e per tutti quell@ che percepiscono un salario minimo o meno e per quei/quelle capo famiglia che non hanno lavoro remunerato. Garantire un sussidio per i/le lavoratori informali e assicurare reti di denuncia di fronte a casi di violenza domestica e abuso sessuale in periodo di quarantena.
Cambiamento delle misure cautelari per tutt@ i/le prigionier@ politic@ del 18 ottobre: da Prigione Preventiva a Arresto Domiciliare.
Libero accesso all’acqua in tutti i comuni del paese per assicurare misure minime di salubrità.
Infine, e a maggior ragione, reiteriamo il nostro appello al Congresso a congelare l’iter legislativo che si insiste a portare avanti sulle teste dei lavoratori e del popolo. Il Cile esige la fine degli abusi, la fine delle AFPS [n.d.t.:fondi pensione] e un nuovo sistema di Previdenza Sociale e la deroga immediata delle Leggi (recentemente approvate o in itinere) che cercano di criminalizzare la mobilitazione sociale. Cresce l’esigenza delle dimissioni di Piñera e ora deve fare un passo di lato e permettere che un equipe che abbia legittimità e capacità politica e tecnica si faccia carico di condurre alla soluzione della crisi.
Di fronte a quest’emergenza epidemiologica nazionale facciamo appello a promuovere azioni solidali, serie e responsabili partendo dal livello delle poblaciones [n.d.t.: quartieri periferici non ricchi] e comunità per assicurare l’auto-salvaguardia del popolo di fronte alla malattia del coronavirus. In queste nuove circostanze finché duri l’emergenza sanitaria, ci manterremo attivi e coordinati e adegueremo le mobilitazioni i maniera creativa partendo dai cacerolazos di massa dai nostri territori e abitazioni a partire da domani mercoledì 18 marzo, giorno in cui si compiono 5 mesi dall’inizio della sollevazione sociale del 18 ottobre.
Per ultimo, in relazione alla possibilità di posticipare il plebiscito, la nostra opinione è che qualsiasi modifica al cronoprogramma stabilito debba essere frutto di un ampio consenso sociale e politico e di un impegno serio da parte di tutte le forze politiche e sociali a garantire un processo costituzionale che culmini con il soddisfacimento della richiesta sociale di una nuova costituzione sovrana che rimpiazzi l’attuale costituzione pinochetista.
Ci siamo stancati, Ci uniamo! UNIDAD SOCIAL
Cile, 17 marzo 2020.
traduzione di Maria Rosa Coppolino
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