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Influenza “cinese”, o forse mongoloide

Puntuali come la morte, ripetitivi come un rosario fuori messa, riecco la storia del “virus fuggito da un laboratorio di Wuhan”, modo sbrigativo per riprendere il coretto della “pandemia tutta colpa della Cina”.

Che ci sia Trump o Biden, alla Casa Bianca, non cambia un tubo…

I media di regime, zelanti, gorgheggiano su quel refrain. Nessuno che si interroghi sul perché dei numeri:

– Morti in Cina: 4.636, su 1.439 milioni.

– Morti in USA: 595.436, su 332 milioni. In tutto l’Occidente neoliberista – tradotto: con la sanità pubblica ridotta alla canna del gas per favorire i privati – i numeri sono grosso modo simili, nelle proporzioni (in Italia, finora, oltre 126.000 morti su 60 milioni di abitanti).

Paradossalmente, ma non troppo, anche se fosse vera la storiella della “fuga del virus”, bisognerebbe interrogarsi sulle ragioni di una capacità di reazione così diversa alla pandemia, anche perché l’Occidente ha avuto più tempo della Cina – almeno un mese – per prepararsi all’ondata dei contagi.

Ma non l’ha fatto. Neanche quando la situazione appariva ormai fuori controllo (le fabbriche sono rimaste quasi tutte aperte, i mezzi pubblici affollati).

Questo post di Ciro Brescia coglie l’essenza di questa commedia pre-bellica.

*****

I successi della Repubblica Popolare Cinese nella gestione della pandemia sono inoccultabili ed indiscutibili. Così come sono inoccultabili ed indiscutibili i disastri nella gestione della stessa pandemia nei principali paesi imperialisti, a cominciare dagli USA e i suoi subalterni.

Cosa fare dunque per coprire questa imbarazzante verità? Cosa fare affinché nei media si parli di altro?

Semplice: tornare a parlare di nuovo del virus sfuggito dal laboratorio.

Visto che la versione cospiranoica alla Trump, quella del virus creato ad arte in laboratorio è più difficile darla a bere alla più ampia pubblica opinione meno suggestionabile, adesso Biden ci prova con una versione più sottile, appena più edulcorata, meno triviale e più “soft”: cambia il verbo, da “creato” a “sfuggito”.

Ma l’obiettivo resta sempre lo stesso: la propaganda anticinese ed il discorso anticomunista che la sostiene.

Per i nostri media ed esperti allineati, “i virologi veri”, alla Palù, ossia quelli che devono dare la percezione di essere “super partes”, ma che di certo sono gli uomini “di fiducia” di un sistema marcio che ricoprono posti di “grande responsabilità”, ciò che dice la Cina non conta. Contano solo le illazioni usamericane.

Ma “i veri virologi”, provano a nascondersi dietro il velo di una malcelata visione che si vuole presentare come “non politica”, in diretta TV e dietro le scrivanie dei loro uffici, magari proprio con sede negli Usa.

Eppure la storia si è già incaricata di acclarare che la cosiddetta “influenza spagnola” del 1918 di spagnolo aveva ben poco e che lo spillover del virus avvenne invece negli Stati Uniti e che furono proprio i soldati Usa, impegnati nella prima guerra mondiale in Europa, a diffondere il virus per il mondo.

Una storia antica, come quella del lupo e dell’agnello. Chi vuole mangiarsi chi?

Proprio a Whuan si sono tenuti i giochi sportivi militari con delegazioni provenienti da tutto il mondo, proprio poco prima che esplodesse la pandemia. Così come è ormai acclarato che il virus circolasse in Europa già almeno dal mese di Novembre del 2019.

Se si vuole davvero ricercare la verità non si possono non tenere in considerazione questi aspetti che nei nostri media vengono riportati giusto en passant, senza dare troppo peso alla cosa, tra una illazione e l’altra, come se si trattasse di una banale giustificazione cinese.

I lor signori non sanno più come arrampicarsi sugli specchi ed ogni giorno devono inventarsene una che sia il più possibile verosimile per non perdere quel poco di credibilità che gli rimane, provando a manipolare ed ingannare una cosiddetta “opinione pubblica” comunque sempre più scettica in uno scenario sempre più incerto, confuso e meno credibile.

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1 Commento


  • giuseppe

    srane polmoniti si sono avute a New York verso la fine dell’anno 2019, non solo ma anche da noi il medico di base non si capacitava davanti alla polmonite diagnosticata a mio figlio , nemmeno antibiotici riuscivano a debellare questo nel mese di ottobre 2019 in Italia e precisamente a Melito di Napoli, ho ancora le radiografie dei polmoni.

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