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Parigi. Ecco i responsabili dell’attentato contro l’Ambasciata di Cuba

Nella notte di lunedì 26 luglio, un attacco terroristico ha colpito l’Ambasciata di Cuba in Francia. Tre bombe molotov sono state lanciate contro i locali della sede diplomatica cubana, due dei quali hanno raggiunto il perimetro esterno mentre la terza non riuscita a raggiungere l’obiettivo.

L’incendio è divampato sulla facciata e l’ingresso della missione diplomatica, all’interno della quale era presente il personale e anche alcuni bambini. Il personale diplomatico cubano, intervenuto prontamente per spegnere l’incendio, non è stato ferito, ma sono stati registrati diversi danni materiali.

In un comunicato stampa, l’Ambasciata di Cuba in Francia ha condannato fermamente questo “atto criminale e terroristico perpetrato contro la rappresentanza diplomatica cubana e il personale accreditato in Francia”, affermando che “atti terroristici come questo sono incoraggiati dalla campagna del governo degli Stati Uniti contro il nostro paese, incitando azioni che ricorrono alla violenza”.

Anche il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, ha descritto l’attacco alla sede diplomatica come un “attacco terroristico” e ha detto, tramite il suo account Twitter, che di questi eventi è “responsabile il governo degli USA, a causa delle sue continue campagne contro il nostro paese che incoraggiano tali comportamenti e gli appelli alla violenza”.

Infatti, non è la prima volta che una sede diplomatica cubana viene presa di mira da attacchi di questo tipo: il 30 aprile 2020 un individuo aveva aperto il fuoco con un fucile d’assalto contro l’ambasciata cubana a Washington; più recentemente, nel mese di luglio, solo le mobilitazioni internazionaliste di solidarietà con la Rivoluzione Socialista cubane hanno sventato le provocazioni di “gruppi anti-castristi” contro le missioni diplomatiche cubane in Italia (Roma e Milano).

L’ambasciatore cubano in Francia, Elio Rodríguez Perdomo, ha rilasciato interviste ai media francesi (France 24) e internazionali (Canal Caribe, TeleSur, RT France) in cui ha confermato che atti di questa natura sono motivati dalla crescente campagna politico-mediatica che il governo degli Stati Uniti d’America e i nemici di Cuba stanno portando avanti contro la stabilità del paese e l’ordine costituzionale in vigore nell’isola.

Durante le interviste, ha dichiarato che il governo degli Stati Uniti ha identificato l’impatto della pandemia Covid-19 come un’opportunità per rafforzare il blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba e per applicare misure di massima pressione contro il governo e il popolo cubano, attraverso l’incitamento alla violenza e al disordine nel tentativo di giustificare un intervento militare sotto la mascherata del “corridoio umanitario”.

Numerosi messaggi di sostegno e di solidarietà sono arrivati da rappresentanti di forze politiche francesi (dal leader de La France insoumise Jean-Luc Mélenchon, dal presidente del Groupe d’amitié France-Cuba de l’Assemblée Nationale François-Michel Lambert, dal segretario nazionale del PCF Fabien Roussel), dalle associazioni di solidarietà come Cuba Si France, da diversi settori e sindacalisti della CGT, oltre che dal Coordinamento dei cubani residenti in Francia.

La Rete dei Comunisti ha espresso la sua massima solidarietà con il corpo diplomatico dell’Ambasciata della Repubblica cubana in Francia, riaffermando che “saremo sempre al fianco della Cuba rivoluzionaria, qui in Francia, in Italia e ovunque nel mondo” e condannando l’ennesimo attacco delle ultime settimane contro il popolo e un governo rivoluzionario di Cuba.

La Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta, mentre un video dell’attacco si aggiunge alle foto circolate sui social network sin dalle prime ore di ieri.

Nel frattempo, l’organizzazione “Asociación Europea por Cuba Libre” di sedicenti “esuli cubani” ha espresso il suo appoggio all’azione incendiaria contro l’Ambasciata cubana a Parigi, ritenuta “illegittima” e vece della “tirannia castrista in Francia”.

Nel comunicato, si esprime solidarietà con l’attentato, affermando che “non si tratta di un ‘attacco terroristico’ realizzato sotto gli auspici dell’’imperialismo americano’, ma di un atto di protesta di cittadini liberi che chiedono il rilascio di tutti i prigionieri politici e il ristabilimento della democrazia e della libertà a Cuba”.

A scrivere queste aberrazioni, in nome della fantomatica associazione “Cuba Libre”, è stato lo scrittore cubano Jacobo Machover sul suo profilo Facebook.

Non vi è dubbio su chi siano gli istigatori dell’odio e della violenza di questo attentato perpetrato proprio in occasione del Día de la Rebeldía Nacional, un atto che si configura non solo come un vile attacco terroristico alla sede e al personale diplomatico, ma anche contro la Rivoluzione Socialista cubana di Fidel e del popolo cubano.

A riconoscerlo è lo stesso Machover: “La data non è casuale: è il giorno di festa cubano, che commemora l’assalto del 1953 dei fratelli Fidel e Raúl Castro alla caserma Moncada, che provocò decine di vittime tra i soldati sorpresi nel sonno e gli aggressori ingannati”.

Jacobo Machover, presentato dai media mainstream come “esule cubano”, ha in realtà lasciato l’isola caraibica all’età di 9 anni per seguire sua madre e suo padre in Francia. Qui, oltre ad essere docente all’Università di Avignone e all’École Supérieure de Gestion di Parigi, svolge assiduamente un’attività di propaganda filo-USA contro Cuba e il suo governo attraverso numerosi articoli e libri.

Ma è soprattutto sui social che Machover diffonde fake news, secondo cui all’interno dell’Ambasciata sarebbe nascosto “un vero e proprio arsenale di armi di ogni tipo”, e si rende autore di una serie di minacce incitanti odio e violenza: “i castro-comunisti si nascondono nel loro ultimo rifugio. Non sono loro che si daranno fuoco. Ora sono loro che hanno paura di noi. Con una buona ragione: stiamo arrivando”.

Inoltre, Machover è stato tra i promotori di un presidio domenica 25 luglio in Place de la République a Parigi per denunciare “i crimini commessi dal castrismo” e la “diffusa indifferenza da parte dell’opinione pubblica e delle autorità europee o, peggio ancora, con la loro complicità, in primo luogo dai governi spagnolo e francese”.

L’obiettivo evidente è di mettere pressione ai governi occidentali affinché rinsaldino la loro fedeltà al cappio genocida del bloqueo USA, che da oltre sessanta anni strangola Cuba e il suo popolo, e continuino a legittimare l’inasprimento delle sanzioni, come le 243 misure introdotte da Trump e, ad oggi, non rimosse da Biden. Tutto questo in pieno contrasto con l’ennesima votazione all’ONU, il 23 giugno scorso, sulla necessità di cessare il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli USA contro Cuba.

Il comunicato dell’associazione “Cuba Libre”, cofirmato dal suo presidente – il francese Laurent Muller – e dal cubano Jacobo Machover, rientra nella fattispecie giuridica dell’apologia di atti di terrorismo, per la quale il Code pénal francese (art. 421-2-5) prevede, nel caso in cui questi fatti siano commessi utilizzando un servizio di comunicazione online, 7 anni di reclusione e una multa di 100mila euro.

Lungi da noi invocare una “giustizia manettara” – la quale non ci appartiene né storicamente né politicamente – contro questi squallidi e miseri fantocci dell’imperialismo. Ma, parafrasando la dichiarazione di Fidel Castro al suo processo, proprio a seguito del fallito assalto alla Moncada il 26 luglio 1953, possiamo affermare con convinzione che la Storia non li assolverà.

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