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Guerre navali nel Golfo Persico. Preoccupante escalation

Schizza alle stelle la tensione nel Golfo Persico. Il 29 luglio era stato segnalato un attacco a una petroliera israeliana, attribuito da Tel Aviv ad un drone iraniano, nel quale hanno perso la vita due membri dell’equipaggio. Si tratta della nave cisterna Mercer Street di proprietà giapponese ma gestita dalla compagnia Zodiac Maritime dell’imprenditore israeliano Eyal Ofer.

Adesso è stato lanciato un allarme decisamente anomalo secondo cui almeno sei petroliere nelle scorse ore hanno avvertito di “non essere sotto controllo” al largo della costa emiratina di Fujairah e una di esse, la panamense Asphalt Princess, sarebbe stata sequestrata da almeno otto uomini armati che avrebbero preso in ostaggio l’equipaggio, secondo quanto riferito da fonti dell’intelligence britannica,. La Lloyds List Maritime Intelligence ha confermato alla Bbc che la nave, che era partita da Khor Fakkan (Emirati) ed era destinata a Sohar (Oman) è diretta verso l’Iran.

Non è chiaro cosa sia accaduto alle altre cinque imbarcazioni. Secondo i media israeliani la Golden Brilliant, battente bandiera di Singapore, sarebbe stata colpita da una mina. Il Washington Post, riferisce che, secondo quanto comunicato da un ufficiale a bordo, la Golden Brilliant non sarebbe stata danneggiata ma avrebbe visto un drone volare a bassa quota nei suoi pressi. Entrambe le navi ora risultano in movimento, così come la vietnamita Abyss e la Queen Ematha, battente bandiera della Guyana.

In compenso la Asphalt Princess – ritenuto ieri dirottata  nel Golfo di Oman è stata rilasciata ed è attualmente al sicuro. È quanto riferito dal dipartimento per le operazioni commerciali marittime del Regno Unito (Ukmto). “Gli occupanti hanno lasciato la nave. La nave è al sicuro. Incidente concluso”, ha riferito l’Ukmto in una nota, emettendo anche una raccomandazione alle navi di “esercitare estrema cautela durante il transito in quest’area”.

Tra le petroliere che nelle scorse ore avevano segnalato problemi risultano ancora “non sotto controllo” risultano esserci l’indiana Jag Pooja e la Kamdhenu, battente bandiera delle Isole Cook ma, in mancanza di ulteriori informazioni, non è possibile al momento escludere che abbiano incontrato semplici problemi tecnici.  Nessuna delle petroliere coinvolte risulta legata a interessi israeliani o britannici. Un aereo delle forze armate dell’Oman sta monitorando l’area a bassa quota.

Le autorità iraniane hanno negato ogni coinvolgimento e bollato le accuse come un tentativo di creare un pretesto per “azioni ostili” contro l’Iran. Un portavoce del ministero degli Esteri di Teheran ritiene “sospetto” l’accavallarsi di tanti incidenti in poco tempo e ha ribadito la disponibilità dell’Iran alla cooperazione. Il primo ministro israeliano, Naftali Bennett, ha avvertito che Israele è pronto ad “agire da solo” contro l’Iran.

 

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