L’agenzia Reuters rivela che il direttore della Cia, William Burns, lunedi ha incontrato in segreto a Kabul il capo dell’ufficio politico dei talebani, Abdul Ghani Baradar.
Secondo il quotidiano statunitense si tratterebbe del contatto al più alto livello avvenuto tra Usa e la leadership dei Talebani dopo la presa di Kabul. L’incontro è avvenuto mentre è in corso l’operazione che il presidente statunitense Joe Biden ha definito “il ponte aereo più grande e più difficile della storia”.
Secondo la Reuters, Burns e Baradar avrebbero discusso proprio dell’evacuazione dei cittadini statunitensi e degli afgani che in questi anni hanno collaborato con le forze Usa e Nato (e dei circa 16mila contractors presenti nel paese, ndr) oltre che della scadenza ultima per il ritiro dei militari statunitensi, il 31 agosto.
Dal canto suo il portavoce dei talebani, Mohammad Suhail Shaheen, ha dichiarato in un’intervista all’emittente cinese “Cgtn” che qualsiasi ritardo nel ritiro completo delle forze statunitensi dall’Afghanistan entro quella data sarà considerata “una chiara violazione” degli accordi.
A tale proposito la Cnn, citando una fonte interna all’amministrazione Usa, afferma che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha deciso di rispettare la scadenza del 31 agosto per il completamento del ritiro dall’Afghanistan. La decisione sarebbe stata assunta al termine di consultazioni con il team di sicurezza nazionale della Casa Bianca.
I talebani si sono detti desiderosi di porre fine all’occupazione del paese da parte delle truppe straniere per poter iniziare la ricostruzione. In caso di violazione degli accordi, Shaheen ha affermato che spetta alla leadership del movimento “decidere come procedere e cosa fare”, invitando gli Stati Uniti “a partecipare alla ricostruzione dell’Afghanistan, dal momento che sono stati coinvolti nella sua distruzione”.
“L’occupazione deve finire”, ha ribadito il portavoce, rispondendo a una domanda sulla possibile estensione delle tempistiche del ritiro.
I talebani fin qui si sono espressi a favore della partecipazione degli Stati Uniti alla ricostruzione e agli investimenti nel Paese. “Se vogliono, possono partecipare alla ricostruzione dell’Afghanistan e possono cooperare con l’Afghanistan, con il popolo afgano in un nuovo capitolo, in una nuova fase”, ha affermato Shaheen.
Per quanto riguarda le possibili sanzioni contro i talebani, Shaheen ha affermato che ulteriori sanzioni sarebbero una “decisione di parte”. “Sarebbe contro il popolo afgano. Il popolo afgano ha combattuto per 20 anni contro l’occupazione. È stata una rivolta popolare”, ha detto il portavoce.
“Siamo entrati in una nuova fase: una fase di pace, di convivenza pacifica, di unità nazionale del popolo afghano. Quindi, c’è bisogno di molta cooperazione e di sostegno finanziario in questo momento critico”, ha aggiunto il portavoce dei Talebani aggiungendo che nei negoziati sulla formazione di un nuovo governo, “la questione chiave è che tutti i politici afgani e le personalità afgane facciano parte del futuro governo inclusivo”.
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