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In Cile si chiude il ciclo del pinochetismo

Alla fine, il candidato di Apruebo Dignidad, Gabriel Boric, ha vinto contro il suo avversario di ultra-destra erede di Pinochet, José Antonio Kast, nonostante il fatto che quest’ultimo sia arrivato primo al primo turno delle elezioni. Questo è un colpo alla continuità del governo di destra nel paese.

Con l’83,03% dei voti contati, Gabriel Boric ha ottenuto il 55,52%. Il presidente eletto si è affermato nel senso comune della politica cilena, riuscendo ad attirare l’appoggio dell’ex Concertación e della sinistra, persino del Partito Comunista, il tutto grazie a una definizione di politiche che citano permanentemente il consenso degli anni novanta, prova ne è la formazione di una squadra politica con molti nomi di quella corrente e che molto probabilmente avrà rappresentanti nel gabinetto.

Bisogna dire che il progetto Apruebo Dignidad ha cercato di presentarsi come socialdemocratico, ma in realtà mira a costruire politiche social-liberali, cioè uno stato che agisce come potente regolatore del mercato e protegge le libertà civili.

È altamente improbabile che allo Stati venga assegnato un potere di generare azione economica di concerto con l’impresa privata o da solo, come esiste nelle proposte socialdemocratiche europee. Il legame con il Bacheletismo è quindi più profondo di un semplice supporto comunicativo; è previsto un importante dialogo con questa posizione.

D’altra parte, tutto questo si confronterà con un Congresso che è molto equamente diviso in entrambe le camere, il che renderà molto importante la negoziazione e il riavvicinamento con i settori della destra più vicini al liberalismo. Di fronte a ciò, un movimento sociale e popolare in attesa potrebbe presto scendere in piazza, chiamato da una crisi sociale ed economica che non ha prospettive immediate di essere superata; in questo senso, sarà essenziale un’agenda sociale che affronti le richieste più sentite del popolo cileno: diritti sociali garantiti e aiuti economici.

Il processo costituente è rafforzato dal governo e sicuramente vedrà il suo processo accelerato, dato che a settembre si deve votare il plebiscito di uscita dalla costituzione pinochettista. Se la nuova costituzione sarà approvata sarà un punto importante a favore del processo, quindi l’amministrazione Boric metterà molte fiches sul processo costituente e sul suo completamento nella forma e nella sostanza, dato che il risultato accoglierà anche il progetto progressista che governerà da marzo.

Infine, la questione è se Boric prenderà il cambiamento costituzionale per indire nuove elezioni e consolidare immediatamente il cambiamento di regime politico. Questo permetterà al Congresso di sbloccare e fare le trasformazioni necessarie per il Cile. Questa sfida è un grande punto interrogativo.

 

 

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1 Commento


  • Alex

    Avanti sul sentiero di Unidad Popular, e stavolta con fermezza: epurare le ffaa e i Carabineros, nazionalizzazione di tutto. Pensare al sistema di autodifesa economica della criptovaluta venezuelana!

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