Esistono differenti versioni e interpretazioni dell’attuale situazione politica, economica e finanziaria. Ci sono diversi paesi coinvolti, ognuno con interessi propri. Nell’attuale panorama geopolitico si evidenziano i principali punti di interesse della continua azione militare portata avanti dagli USA in paesi come la Siria e lo Yemen, con l’obiettivo di escludere la Russia dal Medio Oriente e ora con le minacce espansioniste della NATO a guida USA e UE, costringendo la Russia su un terreno di guerra militare diretta.
Altro tema di centrale importanza è la decisione degli Stati Uniti di bloccare il funzionamento dell’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio), organismo a cui appartengono 164 Paesi e al quale è affidato il compito di stabilire le regole del commercio internazionale e di garantirne il rispetto.
Considerato che le regole stabilite dall’OMC sono compromesse in assenza di un organismo che ne garantisca il rispetto, l’Unione Europea ha reagito alla decisione statunitense; e la situazione in Europa non è molto tranquilla, gli Stati Uniti impongono dazi sulle merci senza passare per l’OMC e i governi devono affrontare decisioni difficili.
La Russia, che attualmente è alle prese con un profondo rinnovamento delle sue forze (non solo militari, ma soprattutto produttive) e a causa di un’economia travagliata, ha il suo ruolo in quello che sta, a tutti gli effetti, emergendo come un gioco a quattro (USA, Cina, Russia e Iran) sulla scacchiera mondiale.
Nonostante le difficoltà, Mosca ha dimostrato di saper inserirsi benissimo in quei “vuoti di potere” lasciati dagli Stati Uniti, proprio per cercare di recuperare la sfera di influenza perduta con la fine della Guerra Fredda e il profondo crisi che l’ha colpita per più di un decennio dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica.
Gli interessi di Mosca, Pechino e Teheran coincidono quindi nella volontà – per questi tre paesi – di stabilire un fronte comune per opporsi all’unipolarismo statunitense e, in senso lato, all’occidente.
Si possono osservare alcune somiglianze tra quanto sta accadendo oggi e le alleanze emerse tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, con la differenza che lo scacchiere non è più quello europeo caratterizzato dalle potenze coloniali, ma il mondo con una superpotenza egemonica e diverse potenze regionali emergenti.
L’armonia tra paesi come Cina, Russia, Iran, Venezuela, Cuba e altri, può estendersi in diversi ambiti, non solo per petrolio e materie prime, ma anche in aree economico-produttive e in generale hanno cooperazione politica e commerciale, per quanto oggi cresce l’importanza di questa storica alleanza alla luce delle tensioni tra Stati Uniti, Russia e anche Iran e Venezuela.
Dopo diversi pericoli concreti dello scoppio di un conflitto regionale, ma capace di svilupparsi su larga scala, oggi la situazione internazionale oscilla nella guerra imperialista con una sorta di apparente “pace” amministrativa di gestione della “normalità” almeno secondo il ultime tendenze.
I due grandi poli imperialisti, USA e Ue, confermeranno le rispettive tattiche, le stesse da più di un decennio. Gli Stati Uniti continueranno a soffocare Russia, Cuba, Venezuela e Iran attraverso guerre militari, sanzioni, blocchi, azioni indirette e offensive di milizie, mercenari, narcotrafficanti, eserciti privati e paesi alleati e clienti sunniti, per smantellare la sfera di l’influenza dei russi e la realtà multipolare contro USA e UE, li costringono al tavolo delle trattative, li costringono a rinunciare alle loro ambizioni imperiali antiegemoniche.
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