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La meglio gioventù e la difesa della Rivoluzione cubana

Nel 1994, in pieno “periodo especial”, ebbi l’onore e la fortuna di rappresentare la Brigata Italiana di lavoro volontario a Cuba all’Accampamento Internazionale Julio Antonio Mella di Artemisa, organizzato dall’Istituto Cubano Amicizia tra i Popoli.

Quella esperienza mi diede la consapevolezza definitiva della superiorità del socialismo come sistema di relazioni economiche e sociali basato sulla dignità delle persone e sulla supremazia dei diritti collettivi ai singoli diritti individuali.

In quella esperienza, centinaia di giovani passarono più di 20 giorni insieme, conoscendo la fatica del lavoro volontario ma soprattutto conoscendo i diversi aspetti della società cubana, un’esperienza bellissima, emozionante, totalizzante!

Ero giovane, ma da lì mantenni un legame particolare e unico con l’esperienza cubana.
L’Ambasciatrice cubana in Italia, Mirta Granda Averhoff, mi ha ricordato che in quella brigata di lavoro nel ‘94 c’era anche lei, al tempo giovane funzionaria dell’Icap.

In questi giorni di festeggiamenti e lotta prima e dopo il 26 luglio, in Italia centinaia di giovani si sono mobilitati nonostante il caldo e la fatica di un anno politico intenso, al fianco della Rivoluzione cubana.

Ad accompagnarli nei diversi momenti, l’ambasciatrice di Cuba in Italia, insieme ai diversi rappresentanti diplomatici della sede italiana.

In questi giorni, la TV cubana ha rilanciato l’esperienza fatta da questi giovani sull’Appennino emiliano, richiamando le gesta dei compagni cubani sulla Sierra Maestra!

Non sono arrivati all’improvviso, sono il frutto della incapacità delle tradizionali forze della sinistra di dare risposte concrete alle loro domande, di dare indicazioni valide sul percorso da intraprendere per uscire da contraddizioni insanabili, da timori irrisolvibili, da paure non comprensibili alla generazione ormai vecchia del post ’77.

Escono da due anni di pandemia che gli ha tolto due anni di vita, che li ha chiusi nelle loro paure e nei loro drammi.

Sono usciti di casa e hanno trovato la guerra alla porta di casa e una percettibile consapevolezza di una crisi climatica che non gli permette di vedere con la minima serenità il futuro!

Il tutto in una condizione di precarietà economica e lavorativa, all’interno di percorsi scolastici ormai logori, superati, inutili, tutti funzionali al libero mercato, al modello capitalista che hanno compreso non gli darà futuro.

E sono apparsi prepotentemente, con l’irruenza e la spensieratezza che solo lo spirito rivoluzionario giovanile ti può dare, nelle lotte studentesche e nelle lotte operaie, ma sono apparsi prepotentemente al fianco della Rivoluzione cubana, identificandosi con l’esperienza fatta dai giovani cubani già da quel 26 luglio del ‘53, quando cominciò il lungo cammino che li porterà a L’Avana nel gennaio del ’59.

Lo hanno fatto richiamando il loro campeggio giovanile alla Sierra Maestra, al difficile cammino intrapreso nelle montagne cubane da Fidel, dal Che, da Raul, e così più di 250 giovani si sono riuniti per dialogare, discutere, sentire racconti e aneddoti sulla meravigliosa esperienza della Rivoluzione cubana.

Un’esperienza di popolo, di indipendenza, di sovranità popolare che dal 1991, con il crollo dell’URSS, ha dato risposte concrete di salvaguardia del sistema sociale, del sistema sanitario e del sistema educativo, senza mai cedere un passo ai violenti attacchi del mondo capitalista, resistendo al bloqueo Usa, alle restrizioni dell’Unione europea e dell’Organizzazione degli stati americani!

Non un passo indietro, sempre in difesa della Rivoluzione!

E lo hanno fatto in quella giornata di luglio al fianco dei compagni cubani, che hanno rilanciato sui canali della televisione dell’Isola i sorrisi, la rabbia e la determinazione dei giovani italiani, lanciando un grido di novità, di effervescenza rivoluzionaria, di spregiudicatezza giovanile come esempio da seguire per le centinaia di organizzazioni giovanili e studentesche nel mondo, che al fianco della rivoluzione cubana, al fianco di Cuba socialista, vogliono ricostruire l’identità comunista del XXI secolo!

Sono i compagni delle organizzazioni giovanili comuniste, Cambiare Rotta e OSA che hanno continuato il 26 luglio la mobilitazione e la festa in solidarietà con la Rivoluzione e ora sempre più, parlando con i compagni cubani, con gli esponenti dello Stato cubano, hanno appreso l’importanza dello spirito unitario e di fratellanza che deve esistere tra le forze rivoluzionarie, se realmente vogliamo costruire il percorso di emancipazione al socialismo, unica strada da percorrere per il superamento di un ormai logori e decadente modo di produzione capitalista!

Hasta la victoria sempre! 

*Capo brigata delegazione italiana 1994

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