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Lo spirito della resistenza in Uk: intervista a Mick Lynch

Una discussione ad ampio raggio con Mick Lynch, segretario del RMT britannico (il sindacato dei ferrovieri in sciopero da mesi), su sindacalismo, classe operaia, la leadership laburista di Keir Starmer, il cambiamento climatico, il movimento Black Lives Matter – e sulle prossime elezioni generali britanniche.

Traduzione di Francesca Cirillo

*****

Gary Younge: Voglio iniziare cercando di capire da dove provieni. Sei nato nel 1962, in una famiglia con cinque figli, a Paddington, da genitori irlandesi arrivati qui durante la guerra. Avevi sette anni quando iniziava il conflitto nordirlandese (The Troubles), circa dodici quando i minatori abbattevano il governo, diciassette quando la Thatcher arrivava al potere, e poco più che adolescente quando venne eletto Bobby Sands e quando Brixton era in fiamme…

Mick | Non sono stato io a fare tutte quelle cose!

Non è quello che ho letto sul Daily Mail… Ma per andare avanti, raccontaci i momenti formativi della tua carriera e della tua vita.

Pare davvero essere passato molto tempo! Il fatto principale del 1978 – e alcune persone stentano davvero a credere che il 1978 sia realmente accaduto – era il punk rock, unito a tutti i cambiamenti musicali che stavano avvenendo, come la lieta fine del rock progressivo…

Eri un punk?

No, ero quello che chiamavano un New Waver. Indossavamo giacche Harrington, Levi’s e Dunlop Green Flash: persone al limite del punk, non abbastanza coraggiose da affrontare a viso aperto la madre per il loro volersi tingere i capelli o il farsi bucare le orecchie. Quindi ci siamo limitati a bere un sacco di birra chiara e ad ascolttare band dalla dubbia reputazione.

La mia educazione è stata in una comunità molto unita. Vengo da un quartiere di case popolari (in Inghilterra si chiamano council estate, NdT) a Paddington. La gente elegante si riferisce a Paddington come la Piccola Venezia; tuttavia, quella è l’altra sponda del canale, noi eravamo dal lato meridionale. Penso che fosse davvero un bel quartiere popolare. Se lo guardi ora ha molta vegetazione, tanti alberi.

Ed ho ricevuto un’educazione molto coerente. Perché quello che avevamo allora era la piena occupazione. Tutti avevano un lavoro – e in effetti potevi ottenere più di un lavoro qualora tu lo volessi. E la gente sembrava un po’ più spensierata. Le persone del quartiere erano abbastanza contente di essere state trasferite nelle nuove case popolari, il che è del tutto comprensibile se sapessi com’era Paddington, o West London, in quei giorni – puoi vederlo nel film The Blue Lamp – com’erano i caseggiati, com’erano gli slum.

Non voglio avere gli occhi lucidi o essere sentimentale al riguardo, ma quando stavo crescendo le persone erano contente di vivere in case popolari che potevano permettersi, contribuendo in base al proprio salario. E potevano scegliere uno stile di vita che significava poter avere molto più tempo libero rispetto a prima. Penso che fosse una cosa abbastanza importante.

I primi politici che ricordo sono stati Harold Wilson e Denis Healey, ed altri personaggi simili degli anni ’70; i sindacati erano parte integrante di ciò che eravamo. Erano figure piuttosto importanti e dinamiche nella nostra società, che pareva essere maggiormente equilibrata; le cose sembravano progredire, nonostante tutti i problemi. Non dimentichiamo che c’erano guerre in corso, compresa la guerra del Vietnam, e le lotte di liberazione nazionale in quello che chiamavamo il Terzo Mondo.

Trovavo quell’ambiente molto stimolante, da bambino. Da quando ero molto giovane ero un drogato di TV. Mia moglie probabilmente ti direbbe che lo sono ancora, perché ogni volta che mi siedo, mi ci siedo di fronte e mi addormento.

A casa nostra si discuteva moltissimo di questioni di attualità, non solo delle celebrità o su cose frivole, ma su ciò che accadeva intorno a noi. E sembrava esserci stato un numero enorme di eventi storici negli anni ’60 e ’70, sia in patria che all’estero. Le colonie acquisivano l’indipendenza e, come ho detto, erano in corso lotte di liberazione nazionale – e non solo nell’impero britannico, anche quello francese andava verso la dissoluzione. E gli Stati Uniti si stavano affermando, così come l’Unione Sovietica e il blocco orientale.

Tutto ciò stava accadendo e non potevi fare a meno di esserne stimolato, indipendentemente dalle tue opinioni. Penso che sia stata un’educazione molto interessante. Probabilmente sono una delle poche persone qui che riesce ancora a ricordare i nomi dei leader sindacali di allora – persone come Vic Feather, Jack Jones. Pensavo che queste persone fossero molto importanti.

C’è qualcosa in particolare che ti ha spinto ad essere un sindacalista, invece di essere un altro tipo di politico, o un assistente sociale, o qualcos’altro?

Ebbene, quando ho lasciato la scuola a sedici anni ho fatto un apprendistato come elettricista. Ero in una fabbrica e producevamo macchinari che le esportavamo in altri paesi. Ricordi quando succedeva? Avevamo una fiorente manifattura qui, e poi esportavamo parte della nostra produzione all’estero per aiutare l’economia.

Era pieno di ingegneria: Park Royal, la Great West Road, erano tutti impianti di ingegneria e produzione. Quindi l’intera comunità aveva idea di cosa fossero i rappresentanti sindacali – le persone sapevano tutto ciò istintivamente. E alle fabbriche erano annesse istituzioni sociali, circoli sociali, circoli sportivi, circoli assistenziali, ogni sorta di attività.

Quindi ho pensato che fosse molto naturale quando ho visto che la mia fabbrica era virtualmente un closed shop (un luogo di lavoro in cui tutti i dipendenti devono appartenere a un sindacato concordato, NdT). C’erano cinque sindacati lì, i sindacati della stampa, i sindacati degli ingegneri e il sindacato degli elettricisti, a cui mi sono iscritto.

Il giorno in cui ho iniziato sono venuti da me e mi hanno detto: “ecco il tuo modulo, lo vogliamo firmato per l’ora del tè” – e lo firmai subito. E se avessi aspettato a chiedere a mia madre o mio padre “devo firmarlo?“, avrebbero detto: “Avresti dovuto firmarlo quando l’hai ricevuto“. “Non portarlo a casa qui, assicurati di esserci dentro”. Questo è l’atteggiamento che abbiamo avuto.

Ma poi il sindacato degli elettricisti non mi ha fatto entrare per un anno. Dissero: “Devi finire il tuo periodo di prova. Quando lo avrai finito e inizierai il tuo addestramento, allora ti lasceremo entrare nel sindacato“. Se solo potessimo farlo oggi: “siamo pieni, non ti faremo entrare finché non ti sarai qualificato a un certo livello“. Oggi buttiamo subito tutti nella mischia.

Ma quella era l’atmosfera in cui siamo cresciuti. Era imperativo essere iscritti al sindacato. Il sindacato degli elettricisti a quel tempo era il sindacato più a destra del Paese, ma anche l’elettricista più di destra, se andavi in un altro sito produttivo, ti chiedeva “dov’è la tua tessera sindacale?“. Anche un elettricista elettore dei Conservatori non avrebbe accettato che tu potessi essere un elettricista senza una tessera del sindacato degli elettricisti. Ed era così per molti altri mestieri, non ti accettavano sul posto di lavoro. Questo era l’atteggiamento dell’epoca.

Torneresti indietro?

Beh, mi piacerebbe sicuramente se fosse naturale e istintivo per qualsiasi lavoratore dire “devo essere in un sindacato“. Voglio che i sindacati siano attraenti per le persone e che siano in grado di attirarli grazie a tutto ciò che hanno fatto.

Penso che ci siamo concentrati per troppo tempo sulla vendita di assicurazioni e tutti questi altri tipi di benefit – diventando una sorta di prestatori di servizi – mentre quello che dovremmo fare è cercare di dominare i posti di lavoro. Nel posto di lavoro locale, che si tratti di un reparto ospedaliero, di un impianto fognario o di un negozio, il rappresentante sindacale o il sindacato dovrebbero cercare di dominare quel posto di lavoro, in senso positivo, in modo da bilanciare ciò che fa il datore di lavoro.

Accumulando una forza positiva nel posto di lavoro e nell’intera azienda, in modo da riequilibrare le decisioni e le scelte di quella compagnia. In questo modo, la gente potrà dire “Sono iscritto a questo sindacato perché è efficace. Se ho un problema o una lamentela, o se abbiamo una richiesta di pagamento, il nostro sindacato porterà avanti la questione“.

Mentre molti sindacati oggi dicono “telefona alla linea di assistenza” e c’è una possibilità che qualcuno possa risponderti, e poi potresti convincere qualcuno a darti consigli generici. Non è sufficientemente efficace. Dobbiamo dominare ogni posto di lavoro in Gran Bretagna, essere una forza attiva per i lavoratori. Questo è ciò che rivoglio indietro.

Hai parlato di essere dipendente dalla televisione, ed è qui che molte persone si sono abituate di recente a vederti – a volte in grado di presentare le vostre ragioni, e talvolta in quelle che sembrano interazioni piuttosto bizzarre con alcuni dei miei ex colleghi. È uno stile davvero interessante quello che hai – riesci a non farti prendere dal panico – e funziona. Mi chiedo: hai avuto una formazione sui media?

No! Gridare ai miei fratelli in vari bar intorno a West London: quello era l’addestramento. Ma il movimento sindacale ti allena. Faccio incontri come questo nel retro di circoli operai, circoli ferroviari e pub su e giù per il paese, e devi affrontare persone che vogliono risposte concrete a quello che sta succedendo.

Quindi la migliore formazione che puoi ottenere è rispondere a domande abbastanza rigorose da parte dei nostri membri: uscire, alzarsi e fare una presentazione di dieci minuti e poi dover accettare critiche, domande sincere e talvolta alcune reazioni abbastanza ostili a ciò che hai fatto per migliorare le condizioni dei lavoratori.

Quindi no, non ho avuto alcun addestramento. Fallirei completamente in quel tipo di addestramento dopo i primi due minuti. Se le persone mi fanno una domanda, risponderò, e se la domanda ha qualche merito, darò loro una risposta decente. Ma se è una sciocchezza glielo dirò: è quello a cui sono abituato.

Questo mi mette in guardia! Quindi, siamo in un momento molto particolare. Il governo ha in programma di introdurre una legislazione draconiana per frenare i sindacati – per alzare le già alte soglie elettorali per la proclamazione degli scioperi e introdurre leggi per garantire livelli minimi di servizio, tramite la precettazione, durante gli scioperi. Se emanata, questa legislazione colpirebbe molti lavoratori che pianificano o sono impegnati in azioni sindacali.[i] Come pensi di rispondere?

Beh, non scapperemo. Abbiamo un mandato per l’azione in corso e ci saranno ulteriori consultazioni dei nostri iscritti. E altri sindacati stanno attualmente votando per decidere di entrare in sciopero. Fino a quando la legislazione non cambierà, gestiremo la nostra vertenza sulla base della legislazione esistente.

Quando una qualsiasi legislazione verrà approvata in parlamento, dovremo anzitutto capire se viola la legislazione sui diritti umani o il diritto internazionale del lavoro, e la contesteremo ogni volta che sarà possibile.

Ma sai che i diritti dei lavoratori esistono solo sulla carta: se prendi P&O (una delle principali compagnie di traghetti operante in Gran Bretagna, NdT), i lavoratori in quello scenario non avevano diritti che potevano far valere contro il datore di lavoro, anche se P&O ha ammesso in una riunione del comitato ristretto, retrospettivamente, di aver infranto la legge.

Quindi hai questa bizzarra situazione in cui un governo pieno di vecchi Etoniani e laureati di Oxford e Cambridge dice a persone come me, delle comunità della classe operaia e a normali lavoratori delle ferrovie, che stiamo tenendo il paese in ostaggio. Non sono i miliardari che stanno sostenendo con agevolazioni fiscali e sussidi nel bel mezzo di una crisi energetica e di una crisi del costo della vita – a tenerci in ostaggio.

È la più bizzarra applicazione della ‘sindrome di Stoccolma’ di cui abbia mai sentito parlare.

Quindi risponderemo in qualsiasi modo possibile. Ma quello che dobbiamo fare là fuori – anche nel territorio dei social media – non è solo chiederci come risponderemo come classe operaia, ma, oltre a ciò, come risponderemo come paese, come popolazione interessata alle libertà civili e ai diritti umani.

La prossima settimana chiameremo il Trade Unions Congress (la confederazione sindacale britannica, NdT) per avviare una campagna. Le azioni che stiamo già vedendo sorgere nelle comunità devono essere sviluppate.

Dobbiamo portare la gente nelle strade, dobbiamo convincere la gente a intraprendere azioni comunitarie, comprese azioni collettive a cui forse non abbiamo ancora pensato, in tutti i modi: manifestazioni tradizionali, ma anche ogni sorta di azione diretta, se riusciamo a farla partire, unita all’azione sindacale, su una base dinamica, sincronizzata e coordinata.

Non posso avere io, da solo, tutte le risposte; e neppure l’RMT può averle. Contiamo 82.000 iscritti – molte persone pensano che siamo molto più grandi di così. I grandi sindacati generali – quelli che sono anonimi, che la gente non conosce, come USDAW e Unison – che hanno grandi burocrazie e vaste risorse materiali, ora devono entrare nella mischia.

Questa è la lotta della nostra vita, della nostra generazione. E se non riusciamo a liberarci da queste catene, non solo le leggi antisindacali che già esistono ma anche quelle che ci stanno proponendo, andremo incontro al declino definitivo come movimento operaio. Faremo tutto il possibile per rispondere, ma abbiamo bisogno che tutti gli altri siano con noi.

Proprio su questa domanda: siamo in questo periodo da un po’, abbiamo avuto grandi manifestazioni su razzismo, molestie sessuali, marce femminili, Black Lives Matter. Sembra che i progressisti possano realizzare grandi manifestazioni, ma incanalarle in qualcosa di duraturo come un movimento di massa non pare ancora possibile. Negli ultimi giorni a Norwich, a Manchester, a Liverpool, c’è stata una folla enorme a sostenere le proteste di Enough is Enough. Capisco il tuo punto di vista; non puoi avere tutte le soluzioni a portata di mano, ma mi chiedo solo cosa succede ora con tutti coloro i quali hanno partecipato alle proteste, e sono disposte a contribuire ad ulteriori mobilitazioni. Cosa dovrebbero fare?

Questo è l’enigma. Non dimentichiamo che è in arrivo anche un disegno di legge che mira a rendere illegali le proteste su questioni come la povertà ed il razzismo, ed ogni sorta di oppressione. Stanno cercando di rendere illegale la solidarietà o qualsiasi dissenso rispetto a ciò che ci dice la classe dominante: tutto ciò sarà effettivamente illegale.

Mirano a rendere l’opposizione così passiva, così supina, che non varrà la pena impegnarvisi. Tutto ciò che avremo saranno le lettere al Guardian – e, come tutti sappiamo, questo è uno dei modi più efficaci per organizzare le classi medie, quelli che io chiamo i bevitori di cappuccino del mondo. Questo è l’enigma che stiamo affrontando.

La gente continua a dirmi che dobbiamo difendere la democrazia; e l’RMT è pienamente impegnato in questo. Non posso dirti come si svilupperà la situazione, ma ci deve essere più di un giocatore in campo. E per le persone coinvolte in movimenti come Black Lives Matter, e che lottano per liberare tutte le identità oppresse, così come per i sindacati, l’intera questione della soppressione dei diritti civili è fondamentale. E il diritto a vivere fuori da una condizione povertà è un diritto civile per quanto mi riguarda.

Dobbiamo far passare il messaggio che dobbiamo tornare al fondamento del socialismo, l’abolizione della povertà: questo è il nostro grido. Abbiamo bisogno di tutte le libertà che derivano da questa libertà fondamentale: dobbiamo collegare tutti questi movimenti, dalle campagne di rilievo più locale, a questioni nazionali, come la resistenza a queste leggi oppressive e, naturalmente, risolvere la crisi del costo della vita.

Non puoi risolvere la questione del carovita fino a quando non metti nell’angolo la classe dominante. Non ti faranno concessioni perché sono benevoli; e anche se ti daranno qualche miglioramento, questo sarà temporaneo, vorranno riprenderselo nei prossimi cinque, dieci anni. Quindi dobbiamo unire tutte le lotte, e dobbiamo rendere concrete le nostre richieste.

Ma la prima cosa che dobbiamo fare è coinvolgere le persone nelle attività. E sono abbastanza stanco di campagne, o piccole entità politiche, che dicono “formiamo questo gruppo puro, identifichiamo il nostro pensatore di sinistra di riferimento, o il nostro problema preferito, e perseguiamolo fino allo sfinimento“.

Deve essere un fronte ampio – penso alle cinque richieste di Enough is Enough e a quelle di The People’s Assembly, che sono più o meno le stesse – e dobbiamo consentire a tutti di identificarsi con esso. Che tu sia un migrante appena arrivato nel paese o un attivista veterano, la crisi del carovita è la stessa.

Se sei oppresso come persona di colore, è probabile che tu sia oppresso anche in termini di salari più bassi, perché è così che funzionano le cose in questa società. Dobbiamo trovare alcune bandiere che tutti possiamo sventolare, e fare richieste concrete.

E la richiesta chiave, per dirla chiaramente, è che dobbiamo spostare questo Partito Laburista in una posizione in cui si identifichi apertamente, coerentemente, a gran voce – in qualsiasi modo tu voglia metterla – con le lotte che tutti noi, e i nostri amici, colleghi di lavoro, vicini e familiari stanno vivendo. So che potrebbe sembrare molto antiquato: ma dobbiamo smuovere il partito laburista. E spostarli, a suon di calci, metaforicamente, sulle nostre nostra posizioni.

Tutte queste campagne devono fondersi attorno all’idea che abbiamo bisogno di un’opposizione, e che l’opposizione è una cosa molto semplice: i sindacati devono essere di opposizione, così come i politici del Labour e i politici di altri partiti, qualora vogliano unirsi.

Non dimentichiamo i politici del Partito Nazionale Scozzese e del Partito del Galles, che potrebbero essere potenziali alleati di governo. E poi ci sono gli importanti sindaci che abbiamo ora in giro per il paese, e i consigli comunali che tengono i cordoni delle borse locali: devono essere tutti costretti a una posizione in cui sono dalla parte della classe operaia.

Ma poi abbiamo anche bisogno di persone come te, persone negli ambienti della cultura, accademico e artistico, che vengano a sostenere la libera espressione per cambiare davvero il modo in cui funziona la società. Quindi, che cento fiori sboccino.

Prendiamo solo una di questi fiori: Il Partito Laburista. Questo è qualcosa di cui dobbiamo discutere. Perché pensi che ti abbiano tenuto così lontano, se non allontanandosi da te, e cosa ci vorrebbe per cambiarlo, oltre a prenderli a calci metaforicamente?

Beh, non mi aspetto che persone come Keir Starmer e Rachel Reeves vengano ai picchetti. Ma quello che non dovrebbero fare è impedire alle persone che vogliono partecipare ai picchetti di farlo. Tan Dhesi, che è il deputato a Slough, non lontano da dove vivo io, ministro ombra laburista per le ferrovie, è stato al picchetto. Lisa Nandy, che non è affatto di estrema sinistra, era al picchetto con Unite, anche se non ha partecipato a quello di RMT.

Le posizioni si stanno leggermente allentando su questo problema e Keir Starmer sembra essere isolato all’interno del suo stesso partito: le persone stanno iniziando a dirgli che sembra piuttosto inutile tenere queste posizioni oltranziste ed anti-sindacali. Ecco qual è il suo problema.

Non deve avere la mia politica o le mie opinioni o la mia agenda dettagliata, ma deve identificarsi con questa ondata, questa ondata di grande consenso, che si sta sviluppando in tutto il paese, e dimostrare di capire dove sono i lavoratori.

Ma, ad esempio, la proposta laburista della scorsa settimana per risolvere la crisi delle bollette energetiche per le utenze domestiche e per le attività commerciali locali di cui tutti usufruiamo, si è già rivelata inutile, perché i conservatori lo supereranno.

Starmer è tenuto in ostaggio da Mandelson e da tutti quei conservatori che erano al centro del progetto blairista, e questo significa che sta scoprendo di essere antiquato – è antiquato come qualsiasi altro politico di un’altra generazione.

Quello che avrebbe dovuto dire è che avrebbe calmierato il prezzo del petrolio e del gas requisendo i prodotti del Mare del Nord, perché il 50% del nostro petrolio e gas proviene dal Regno Unito. Durante la guerra, Churchill, Attlee e Bevin non avrebbero sopportato il tipo di affarismo che sta dilagando. Avrebbero nazionalizzato le compagnie energetiche, anche se fosse stata una misura temporanea.

Misure audaci come queste galvanizzerebbero le persone. E gli oligarchi che controllano BP o Centrica – tutti i soggetti che possiedono grandi quote dei pacchetti azionari di quelle società – potrebbero opporre nulla a misure del genere. Esse sarebbero viste come patriottiche, moderne e adatte ai bisogni della gente. E sarebbero supportate dalla maggioranza della popolazione.

Starmer dovrebbe diventare audace e trovare qualcosa dentro di sé che dica: “Ho intenzione di mettere i valori dei lavoratori di questo paese al centro della mia politica“. Le proposte politiche scaturirebbero in maniera naturale, una volta identificati i valori di riferimento.

Sembra che non abbia alcuna politica in questo momento. Mi chiedo se esista una strategia là fuori per attirare i laburisti nella tua orbita.

La strategia è già iniziata, perché l’azione sindacale stessa è un’espressione dei lavoratori. Non tutti i miei membri sono elettori laburisti naturali. Qualcuno che è stato al picchetto alla stazione di Kings Cross negli ultimi otto giorni, il rappresentante RMT alla stazione di King Cross, è un consigliere conservatore nel Cambridgeshire, e ha affermato: “Non sono qui per l’opposizione al governo. Sto agendo perché non vengo pagato abbastanza e nemmeno i miei colleghi.

Molti dei nostri membri hanno votato per i Tory. Non dimentichiamolo. Ma ciò non significa che non vogliano risolvere la crisi del carovita. Ciò non significa che non possano essere riconquistati ad un voto laburista alle prossime elezioni.

Il mio punto di vista si basa su un’analisi di classe. Potremmo definirla marxista, potrebbe essere qualcos’altro; potrebbe anche essere qualcosa che viene fuori dalla mia esperienza diretta nei cantieri e nelle fabbriche.

Ma, se non vinciamo le prossime elezioni per i lavoratori – anche se dovesse accadere con un Partito Laburista guidato da Starmer – sarà a discapito della classe operaia. Se, invece, le dovessimo vincere, e potessimo liberarci dei conservatori, sarà un progresso per la classe operaia. Perché il peggior governo Starmer sarà migliore del miglior governo Tory.

Questa è un’analisi semplice. E più possiamo fare per far cambiare posizione a Starmer, meglio sarà per noi, qualora dovesse essere al potere per quattro o cinque anni. Quindi, il processo è già iniziato.

I sindacati – Unite, GMB, RMT, CWU – non aspetteranno documenti politici, posizioni del Trade Unions Congress, articoli su prestigiose riviste progressiste, per discutere su cosa dovremmo fare per diciotto o ventiquattro mesi in attesa di un governo laburista.

Quello che stiamo dicendo è che abbiamo bisogno di un’azione sindacale efficace. Dobbiamo vincere grandi accordi salariali per la nostra gente, qui ed ora. Abbiamo bisogno di un massiccio programma di costruzione di case popolari, non di social housing; case popolari, con affitti bassi e calmierati. Dobbiamo risolvere la crisi abitativa e la crisi energetica, e dobbiamo tassare adeguatamente i ricchi, per redistribuire la ricchezza. Questo è tutto ciò che dobbiamo fare.

Dobbiamo proporre questi valori e fare in modo che il programma elettorale laburista porti avanti politiche che soddisfino queste richieste. E se non dovessero farlo, saremo pronti a denunciarlo nelle assemblee locali laburiste in tutto il paese, e diremo a Starmer e ai suoi che devono cambiare ciò che stanno facendo, altrimenti non verranno eletti.

Penso che le cose stiano già cambiando. Quando Starmer terrà il suo discorso al TUC la prossima settimana, si troverà di fronte a un pubblico di sindacalisti potenzialmente molto ostile. E i sindacalisti non sono dell’umore giusto per ascoltare un discorso scialbo a quella conferenza. Se lo fanno, ci saranno più problemi per Starmer nel suo stesso partito – non dimenticare che i conservatori gli hanno mostrato che il partito parlamentare può causare grossi problemi a un leader.

Penso che questo sia un pericolo reale. Ma se potesse dimostrare, in maniera credibile, di identificarsi la direzione nella quale sta andando movimento, avrebbe la possibilità di formare un governo di successo.

Wilson era un primo ministro progressista. Non era di estrema sinistra, ma ha introdotto legislazioni sulla discriminazione sessuale, sulla discriminazione razziale, riforme progressiste per il sistema sanitario e sulla sicurezza sul lavoro, che sono in vigore ancora oggi.

I più grandi successi di Attlee – sull’istruzione, sullo stato sociale e tutto il resto – sono ancora lì e non sono mai stati rimossi, sebbene siano stati attaccati e soggetti a tagli. Nessuno di questi uomini era di sinistra, ma il partito era di sinistra, gli attivisti erano di sinistra, i sindacati erano militanti e la gente chiedeva un cambiamento.

Starmer deve risolvere quest’enigma da solo. Non deve trasformarsi in Arthur Scargill domani, deve essere Keir Starmer, con dei valori e con una personalità. È quello che voglio. A quel punto possiamo votare per lui.

Ho avuto la sensazione quando stavi parlando di campagna elettorale che stavi dicendo che r piccolo e stai facendo quello che puoi, ma ci deve essere un numero maggiore di persone – hai parlato della necessità che tanti fiori sboccino. E la mia preoccupazione è che i Tory abbiano bisogno di un nemico e ti sceglieranno come il loro Galtieri – o il loro Arthur Scargill – hanno bisogno di una battaglia per vincere e sceglieranno questo. È una preoccupazione per te?

È sicuramente una preoccupazione. Qualcuno mi ha detto che l’RMT è la punta della lancia, e io ho detto “Voglio che la lancia sia brandita dall’altra parte“. Possiamo vincere questa vertenza e ottenere un risultato, sostenuti dal resto del movimento operaio. Ecco perché dobbiamo cambiare l’intero discorso politico – non solo per quanto riguarda le relazioni industriali ma anche il discorso politico più ampio.

Abbiamo bisogno i lavoratori si uniscano, sfidino i datori di lavoro, li mettano in riga, vincano vertenze. Abbiamo bisogno di un cambio di rotta. Non possiamo gestire la nostra vertenza in modo diverso da quello che stiamo facendo. La gente dimentica che questa è una vertenza difensiva.

Sono venuti da noi quasi due anni fa e hanno detto “non avrete la forza di combattere perché il Covid ha intimorito e fiaccato la classe operaia”. Ci hanno detto di dover essere contenti di avere un lavoro, in queste condizioni. Quindi, quando si presentano con licenziamenti, tagli agli stipendi e alle pensioni, nuovi contratti con condizioni peggiori, credono di avere vita facile; credono che il nostro compito sia solo quello di limitare i danni. Hanno una strategia precisa.

A maggio, quando abbiamo dichiarato i risultati delle votazioni per l’indizione dello sciopero, ci hanno detto che lo sciopero sarebbe finito in due settimane. ‘Starai fuori dalla tua stazione locale e tutti ti odieranno. La stampa ti attaccherà. Tutti i commentatori sono contro di te. Non otterrai alcun sostegno pubblico.

Bene, guarda cosa è successo. Chi sta riempiendo gli auditorium e le cattedrali di questo paese? Non sono di certo i Tories e Starmer, che devono ricorrere a figuranti per le loro iniziative. Abbiamo appena pubblicizzato un incontro su Facebook con breve preavviso, e circa 5.000 persone si sono presentate a Liverpool, in gran parte per sostenere ciò che sta facendo l’RMT, ma anche per dire che vogliono iniziative simili.

Tutti, incluso il pendolare, l’uomo d’affari con l’ombrello e la bombetta, tutti ci dicono ‘buon per te, qualcuno dovrebbe farlo, veniamo tutti derubati’. Quindi le cose stanno cambiando. Possiamo riuscire a cambiare prospettiva; la visuale si è spostata a favore dei lavoratori.

Se siamo riusciti in qualcosa in questa vertenza è proprio il fatto di dar vita ad una sorta di spirito di resistenza, a uno spirito di cambiamento. Ma sono assolutamente consapevole che il mio dovere principale come segretario generale dell’RMT è quello di ottenere un accordo per i membri dell’RMT.

Questo è il mio lavoro e non ho alcun imbarazzo al riguardo. Se ci offrono un accordo e una serie di termini e condizioni accettabili, lo sottoporremo ai nostri membri tramite referendum, con una raccomandazione appropriata.

E poi passeremo alla nostra prossima campagna, che riguarda gli addetti alle pulizie in regime di esternalizzazione nel settore dei trasporti, connesso a tutte le questioni relative al razzismo e alla discriminazione strutturale nel mondo del lavoro. E se riusciamo a far sì che una campagna per gli addetti alle pulizie e il lavoro esternalizzato sia intrapresa anche dai sindacati generali – GMB, Unite e Unison – potremmo avviare una campagna che coinvolga milioni di persone e potrebbe portare a un accordo su questioni che sono rilevanti anche per movimenti quali Black Lives Matter.

Ne faremo una questione di relazioni industriali, piuttosto che teorica o filosofica. Queste cose devono essere messe nel contesto dell’esperienza tangibile dei lavoratori. In questo modo, diventano efficaci.

Ma per tornare alla tua domanda iniziale, sono certo del fatto che troveremo un accordo, e la vertenza avrà un esito positivo.

Adesso siete in sciopero, gli avvocati sono in sciopero, c’è stato uno sciopero a Felixstowe, gli impiegati delle poste stanno scioperando… perché non indire uno sciopero generale?

Buona domanda. Non abbiamo la possibilità di indire uno sciopero generale, ma il nostro sindacato è di per sé abbastanza generale: abbiamo 53.000 persone in contestazione, in sciopero, tra cui la metropolitana di Londra e i lavoratori delle ferrovie.

Tuttavia, queste sono le uniche divisioni di una certa dimensione che controlliamo, a causa della frammentazione estrema del luogo di lavoro. Il resto dei nostri iscritti lavora presso piccole compagnie di autobus e altre compagnie di trasporto. Hanno licenziato i nostri membri della compagnia dei traghetti P&O, quindi non possiamo chiamarli in sciopero (anche se, andando avanti, potremmo avere un grande sciopero in Scozia su alcune delle questioni relative alla devoluzione).

Il Trade Unions Congress è l’organizzazione che tradizionalmente ha il potere di indire uno sciopero generale, ma sarebbe probabilmente illegale secondo l’attuale legislazione industriale.

Quello che dobbiamo fare è generalizzare il malcontento, generalizzare la risposta vertenziale e politica. Quindi parleremo con altri sindacati: con ASLEF, con CWU, con Unite; ogni volta che potremo. Per andare in sciopero lo stesso giorno o per adottare un programma comune di lungo termine, in modo va acquisire visibilità ed efficacia.

Non mi interessa esattamente come lo facciamo. Alcune persone hanno grandi idee su come generalizzare la nostra azione – le persone mi danno idee su cosa dovrei fare ovunque io vada – ma so che dobbiamo generalizzare la risposta, in modo che sia chiaro che le persone della classe operaia si stanno mobilitando, e quindi sostenere l’azione sindacale vera e propria con azioni collettive di piazza.

So che le persone a volte hanno denigrato l’applauso che la popolazione rivolgeva, durante la pandemia, ai dipendenti del Sistema Sanitario Nazionale (NHS), ma c’era qualcosa di profondo in esso: le persone volevano fare qualcosa. Non c’è motivo per cui non possiamo farlo per esprimere supporto in altri modi, con idee come avere uno switch-off di mezz’ora, spegnere la rete nazionale energetica per mezz’ora. Questa è una delle idee che le persone ci hanno inviato.

Possiamo avere ogni tipo di azione collettiva, mostrare ogni tipo di solidarietà, a tutti i tipi di persone, se riusciamo a collegare insieme tutte le campagne. Quindi, non so dove andrà a finire. Ma so che la RMT e i sindacati devono essere al centro di tutto ciò, in modo che ci siano ci sono autentiche voci della classe operaia, azioni della classe operaia, un’agenda della classe operaia, nel mezzo di tutto ciò.

Non dobbiamo lasciare che i pensatori, i commentatori, i politici di professione gestiscano questo programma come se fosse loro. Dobbiamo essere noi a farlo: la nostra auto-liberazione, la nostra realizzazione, il nostro cambiamento creato dal basso. E questo deve provenire da riunioni come questa, da persone che vanno nelle loro comunità e tengono riunioni della People’s Assembly (una coalizione britannica di sindacati e forze politiche d’alternativa, animata dall’RMT, NdT) in ogni città e villaggio del paese.

Non vogliamo competizione, vogliamo collaborazione, in tutto il nostro movimento. E vogliamo che nuovi compagni di strada, come i Verdi ed altri attivisti su ogni tipo di questione, con cui potremmo non identificarci istintivamente, si uniscano tutti sotto la nostra bandiera. Questo è il modo in cui si deve procedere per creare un nuovo movimento della classe operaia.

Domande dal pubblico (DdP). Hai accennato allo sciopero degli avvocati. In generale, gli avvocati di solito non sono visti come appartenenti alla classe operaia. Qual è la tua opinione sullo sciopero degli avvocati e come si collega a ciò che stai facendo e a ciò che sta accadendo?

Le persone potrebbero non pensare agli avvocati come alla classe operaia, anche se ora stanno realmente comprendendo quanto guadagnino alcuni di loro. Di cosa sia la oggi classe operaia il Guardian discute quasi ogni giorno – tirando in ballo questioni relative a fasce e strati di popolazione ed altre condizioni.

Il mio punto di vista è tradizionale. Se non possiedi i mezzi di produzione e dipendi da un reddito per cui lavori, fai parte della classe operaia. Potresti essere abbastanza ricco, potresti avere un reddito di £100.000 all’anno, ma trovarti a pagare un mutuo da un milione di sterline. Ma se perdi il tuo lavoro da 100.000 sterline ti trovi esattamente nella stessa posizione di qualcuno con un mutuo da 200.000 sterline e uno stipendio di 20.000 sterline.

Diventi classe operaia molto velocemente.

E quello che si prova ad essere coinvolti nella lotta di classe è che non hai soldi – perché ti hanno tagliato gli onorari, che è quello che è successo agli avvocati, o ti hanno drasticamente peggiorato le condizioni di lavoro, come vogliamo nelle ferrovie. Controllano il tuo modo di lavorare. E vogliono che tu non abbia rappresentanza sul posto di lavoro. Gli avvocati sono diventati classe operaia.

Se prendi la disputa dei docenti universitari dell’UCU – è facile fare commenti denigratori, ma molte persone della classe operaia diventano avvocati, docenti o insegnanti – e questo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno. Ma, nonostante la loro professione, sono ancora della classe operaia e hanno il diritto di essere rappresentati nel nostro movimento, e dovremmo dare loro tutto il sostegno possibile.

La vertenza degli avvocati è importante in più di un modo. Sì, vogliono un salario dignitoso, come tutti ne hanno diritto. Ma devono anche essere in grado di fornire rappresentanza alla classe operaia da entrambi i lati della legge. Perché, al momento, le persone che sono vittime di reati – stiamo parlando di avvocati penalisti – non ottengono la loro rappresentanza perché l’intero sistema è allo stremo; e nemmeno le persone soggette al sistema di giustizia penale, gli accusati, ottengono giustizia, in un modo o nell’altro.

Tutti ci stanno perdendo perché hanno questo folle approccio guidato dal mercato, che non puoi avere in questi settori – e che io sostengo non puoi avere nella maggior parte del settore dei servizi, quale è il sistema giudiziario. Si tratta di un servizio al pubblico. Quindi io considero gli avvocati in sciopero come parte della classe operaia, e porgo loro la mia solidarietà.

DdP | Mi chiedevo se potessi approfondire il modo in cui le questioni ambientali e l’emergenza climatica sono collegate al movimento della classe operaia.

Non è solo desiderabile affrontare questi problemi, è essenziale. L’ambiente e la crisi climatica sono una questione di classe. È una questione di classe qui in Gran Bretagna e, cosa ancora più importante, è una questione di classe a livello globale. Se vogliamo mostrare la nostra solidarietà con le persone nei paesi meno ricchi del mondo, persone che sono state derubate dalle economie occidentali, dobbiamo mostrare solidarietà di classe. E questo significa che le nostre emissioni di carbonio devono essere ridotte.

Ho anche acquisito un interesse in questo perché l’RMT ha anche una sezione di energia offshore nella parte marittima – la emme nella sigla RMT. Questi lavoratori vengono derubati e, se non stiamo attenti, il settore dell’energia alternativa sarà altrettanto sfruttatore, basato sullo sfruttamento, come lo era l’industria energetica molto tempo fa.

Al momento, tutti gli equipaggi che lavorano nel Mare del Nord e sulla costa occidentale vengono spediti dalla Lituania e dalla Lettonia e vengono sfruttati esattamente allo stesso modo degli equipaggi sostitutivi di P&O. Tutte queste grandi piattaforme energetiche sono di proprietà di Shell, GP, Texaco e gli oligarchi hanno il controllo di queste società. Quindi è una questione di classe, anche per quanto riguarda le relazioni industriali e dal lato economico.

Ma è anche una questione di classe perché se l’ambiente non viene protetto, i poveri saranno quelli che ne soffriranno di più. I confini saranno superati e le domande sull’immigrazione e sulla distribuzione della ricchezza, in questa società e nell’economia globale, saranno assolutamente schiaccianti: torneremo, letteralmente, a un’altra epoca, dove ognuno è per sé.

Quindi, se credi nella società, o nella ridistribuzione, o in un giusto andamento per tutti gli esseri umani del pianeta, dobbiamo dare la priorità al cambiamento climatico e all’ambiente.

So che le persone come me, del movimento operaio tradizionale, devono adattarsi a questi cambiamenti. Dobbiamo dare voce e spazio nelle nostre piattaforme alle persone coinvolte in queste questioni, che spesso sono di una generazione diversa dalla nostra o di un background diverso. Dobbiamo dare loro un posto con noi, in modo da poter stabilire questa connessione.

Perché a meno che le persone della classe operaia non aderiscano a questo cambiamento, non accadrà correttamente: accadrà a loro piuttosto che per loro.

DdP. Quale pensi sia stato l’impatto di Black Lives Matter sul movimento sindacale?

Abbiamo imparato una serie di lezioni dal movimento Black Lives Matter, e una di queste riguardava la natura della protesta, l’immediatezza che sono stati in grado di apportarvi. Era un movimento in cui le persone uscivano dalle loro case e scendevano in strada. E dobbiamo imparare qualcosa da ciò.

I sindacati sono molto vincolati dalle regole e dalla costituzione, in attesa che venga dato il permesso a persone come me dall’esecutivo nazionale o dal sottocomitato regionale. Ovviamente ci deve essere un certo controllo democratico, ma dovremmo anche lasciare spazio ad attività più spontanee e informali.

Ma il punto più importante è che mi ha fatto riflettere in modo più empatico sui problemi. Mi sono sempre considerato antirazzista, qualcuno che è empatico con le esperienze dei neri. Sono della classe operaia bianca e sono cresciuto con persone di colore. Ma non ho avuto l’esperienza di Gary, anche se i nostri background sono per certi versi molto simili. Non ho vissuto la sua vita. E non ho vissuto la vita di persone che ora stanno entrando nel nostro Sindacato da posti come la Somalia, l’Eritrea.

E dobbiamo riconoscere che alcuni di questi membri potrebbero avere una prospettiva diversa da quella che avevamo negli anni ’70 e ’80. Dobbiamo continuare a imparare e mantenere lo spazio aperto e non monopolizzarlo.

E quello che dico nel mio sindacato è che uno dei modi migliori per realizzare il cambiamento è che le persone che mi assomigliano e parlano come me si tolgano di mezzo, per consentire ad altre persone di essere elette in queste posizioni. Dobbiamo portare il cambiamento attraverso il cambiamento dei sindacati stessi. E ci sono modi per farlo.

Ma dove possiamo davvero incidere sulle cose è alla base, per esempio in questa vertenza degli addetti alle pulizie, e nelle vertenze dei lavoratori ausiliari dell’ospedale. In passato, il sistema dei trasporti – British Rail e London Transport – e il servizio sanitario, per quanto scadenti fossero, erano un luogo in cui i neri e i migranti avevano l’opportunità di salire di grado, di salire nella catena di comando e ottenere in posti di lavoro migliori, anche se partivano da una posizione di svantaggio. Quello era uno dei vantaggi. Il servizio sanitario ha visto molto di questo.

Il ricorso sistematico al subappalto ora ha fermato tutto questo, e questa è una cosa strutturalmente razzista. Sei bloccato con queste aziende – ISS, Mitie – e non andrai mai oltre l’essere un addetto alle pulizie. Non è lo stesso tipo di campagna di Black Lives Matter, ma riguarda il modo in cui puoi offrire un cambiamento tangibile a persone di comunità diverse ed esperienze diverse.

E dobbiamo anche sintonizzarci su ciò che sta accadendo alle persone che arrivano dall’Europa dell’Est e dalle aree balcaniche. Dobbiamo mantenere vivo il nostro movimento per tutti. E dobbiamo dare loro spazio. E più siamo connessi a ogni esperienza, e meno giudichiamo e più siamo facilitatori e abilitanti, più permetteremo alle persone di esprimersi all’interno di un sindacato, ma anche di condividere le nostre piattaforme esistenti.

Dobbiamo essere empatici con tutti i tipi di lotta, anche quando non li capiamo. Come qualcuno della mia età, non capisco la metà delle cose che accadono intorno a me, non perché sono stupido o spento, ma perché si sono sviluppate da quando ho smesso di svilupparmi!

Come ho detto di recente alla radio, non capisco nemmeno i tatuaggi. Non capisco perché le persone si tatuano a sinistra, a destra e al centro. Non capisco. Ma non vado in giro a condannarli. Ma sto cercando di non giudicare più la vita delle persone.

Lo facevo. Ero molto giudicante. In effetti ho persone nella mia famiglia che mi dicono che sono ancora giudicante. Ma devo continuare a imparare e lasciare che le persone escano allo scoperto, per ottenere visibilità sulle loro cause. E tutte queste cause possono esistere sotto una grande causa, che è la causa della classe lavoratrice. Lo credo fermamente.

DdP. Il 25% delle persone in questo paese ha una disabilità o un problema di salute mentale di qualche tipo. Potrebbe dire qualcosa su questo 25 per cento di persone che non hanno voce?

Abbiamo provato a fare qualcosa su questi temi durante il contenzioso, su questioni come l’accessibilità, e facendo campagna contro la chiusura di tutte le biglietterie, perché le persone ne hanno bisogno, spesso a causa di disabilità o altre vulnerabilità.

So anche di aver turbato le persone in passato, in cose che ho detto sulla salute mentale, come hanno fatto molti di noi – e quando ripenso alle cose che dicevamo penso che fosse disgustoso. So che devo imparare e andare avanti rispetto a quelle posizioni. Ma le persone ora sono state in grado di far emergere questi problemi. Lungi dall’assumere me stesso come sostenitore delle persone con disabilità, devo cercare di imparare da loro.

DdP. Quale sarebbe il suo consiglio per i lavoratori del servizio sanitario, dove le persone trovano molto difficile scioperare a causa della natura del loro lavoro?

L’NHS è una cosa molto preziosa che ha beneficiato enormemente tanti di noi, ma viene consumato ogni giorno, a poco a poco, è come se un boa constrictor lo stesse inghiottendo. Quindi dobbiamo combatterlo. Ma ci sono stati alcuni sviluppi importanti.

La scorsa settimana il consiglio esecutivo della British Medical Association (BMA) ha donato 1000 sterline che aveva raccolto per il fondo di sciopero RMT. Non è mai successo prima. E il BMA e il Royal College of Nurses, due sindacati che non fanno parte del TUC – ricordiamo che non sono registrati come sindacati, sono associazioni professionali – stanno entrambi conducendo votazioni indicative sull’azione di sciopero ora.

Sarà incredibile se entrambi voteranno sì. Cambierà la dinamica dei lavoratori in questo paese, la mentalità delle persone, se i medici e gli infermieri nei più grandi sindacati non appartenenti al TUC voteranno per l’azione sindacale. Ci sono circa un milione di persone nei sindacati al di fuori del TUC. Dobbiamo fare tutto il possibile per incoraggiarli a votare a favore dell’azione.

Ovviamente, come con la disputa dei giovani medici di alcuni anni fa, quello che fai con quel mandato è qualcosa che devi considerare. Ovviamente uno sciopero permanente non è qualcosa che faresti.

Il primo sciopero in cui sono stato coinvolto è stato nel 1982, un’azione di massa del TUC, un giorno di azione a sostegno dell’NHS: un milione di persone sono scese in piazza intorno a Hyde Park a sostegno di un aumento di stipendio e di maggiori finanziamenti all’NHS.

Questo è il tipo di attività che dobbiamo svolgere qualora i lavoratori dell’NHS ottenessero un mandato di sciopero. Inviterei chiunque nei sindacati del servizio sanitario, compresi quelli che non fanno parte del TUC, a votare sì quando sarà il momento e poi a partecipare alla campagna.

È proprio perché le persone nel servizio sanitario sono così importanti che dovresti scioperare. Abbiamo bisogno che questo servizio funzioni. Non vogliamo che lo buttino giù, lo portino all’estero, lo trasformino in qualcosa che le persone non possono usare o non vogliono usare.

È proprio l’importanza del servizio che significa che devi fare qualcosa, ed è per questo che anche noi dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo dare supporto che va oltre l’indossare distintivi – per esempio scendere ai picchetti per mostrare il nostro supporto . E il pubblico sostiene l’idea che gli operatori sanitari scioperino, perché il pubblico lo capisce.

Cosa ne pensi dell’attenzione che Keir Starmer rivolge alla tradizionale roccaforte laburista del “Red Wall” nel Nord dell’Inghilterra, e delle questioni relative alla “guerra culturale”?

L’unico modo per vincere le prossime elezioni a nome dei lavoratori è riconquistare quei seggi e altri seggi che i laburisti hanno perso. Starmer ha un problema in Scozia, è molto difficile per lui riconquistare tutti i seggi che prima votavano per i laburisti in Scozia, e sta diventando più difficile in altre zone del Paese.

Ma il problema principale è che ciò che i laburisti hanno fatto per molto tempo è dare per scontate le persone della classe operaia. Anche se non abbiamo tempo per parlare in dettaglio della Brexit, penso che ci sia stato un fallimento fondamentale nell’assumere una posizione ambivalente che puntasse al secondo referendum.

Che tu abbia sostenuto o meno la Brexit, è stata la strategia sbagliata. Avrebbero dovuto scegliere una strategia che dicesse “questa è la Brexit che vogliamo, questo è ciò che stiamo cercando. I conservatori sono al governo, quindi sosterremo la cosa più vicina possibile a questo”.

Cambiare posizione continuamente, in maniera opportunistica, esclusivamente in base ai sondaggi, e al supporto che potresti guadagnare o perdere, significa che non credi in nulla. Quello che pensano le persone nel Red Wall, o in qualsiasi altro posto, secondo la mia esperienza, è che chi si comporta in questa maniera non crede in nulla.

Quindi Starmer deve attenersi a un numero limitato di idee – se gli piace può metterle su una tavoletta di pietra come Ed Miliband – deve assumere alcuni valori e attenervisi. E se ha intenzione di creare un servizio nazionale di assistenza per gli anziani, che rispetti questa linea, senza preoccuparsi dei costi, perché i conservatori hanno dimostrato che non importa quanto costano delle promesse, finché ti attieni a esso.

La coerenza è importante perché le persone poi si rendono conto che sei coerente, dici ciò in cui credi e proponi un programma che supporta costantemente queste idee. Le politiche cambiano di volta in volta per soddisfare le esigenze del tempo o le esigenze del periodo.

Ma se credi nelle case popolari, per esempio, non smetti di credere nelle case popolari perché hai problemi con esse nel prossimo trimestre o nel prossimo anno. Potresti ritardare una delle misure, o ridurle, ma ci torni il prima possibile.

Perché posso garantirti una cosa: se i conservatori non riuscissero a far passare le leggi antisindacali a causa della congestione in parlamento o per altri motivi, non direbbero: ‘bene, lasceremo perdere tutto’. Direbbero che ci tornerebbero appena possibile.

Sono coerenti nel perseguire i bisogni della loro classe. Sono famosi per questo e lo fanno ogni volta che salgono al potere. Abbiamo bisogno di un gruppo di politici coerenti nel sostenere le esigenze dei lavoratori, su base quinquennale, decennale o ventennale. – e non devi essere un radicale per farlo. È così che si vincono le elezioni secondo me.

Grazie Mick. Continuiamo tutti a imparare, continuiamo a organizzarci e continuiamo a combattere.

Questa conversazione ha avuto luogo durante un evento organizzato dall’Assemblea popolare, Londra, settembre 2022. L’Assemblea popolare è un’ampia campagna contro l’austerità, i tagli e la privatizzazione. Per maggiori informazioni: https://thepeoplesassembly.org.uk/what-is-the-peoples-assembly/https://thepeoplesassembly.org.uk/what-is-the-peoples-assembly/.

Mick Lynch è il segretario generale della RMT.

Gary Younge è un giornalista e autore, nonché professore di sociologia all’Università di Manchester,

Appunti

Questa era la situazione con il governo Truss al momento dell’intervista. Non c’è motivo di pensare che Rishi Sunak eviterà tale legislazione.  

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2 Commenti


  • Nuccio Viglietti

    Movimento che ha prodotto e portato a potere un Blair mostro assoluto… nefasto anticipatore di globalismo e Nuovo ordine mondiale… no dovrebbe far altro che estinguersi per vergogna!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/


    • Redazione Roma

      Non sai di cosa stai parlando, Lynch è il segretario di un sindacato combattivo dei ferrovieri britannici che sta facendo vedere i sorci verdi al governo e che, tra l’altro, aveva anche sostenuto da sinistra la Brexit. E’ ora che il gatto matto lo fai rinsavire

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