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Germania paralizzata dallo sciopero dei trasporti

Ci sono paesi in cui ti pagano 500 euro al mese e ti dicono pure che sei un ingrato a non ringraziare (è l’Italia, come sapete da soli). Altri dove, giustamente, si chiedono 500 euro di aumento salariale per far fronte all’inflazione.

Sono entrambi paesi dell’Unione Europea e, per somma ingiuria, quello in cui si chiedono questi aumenti è addirittura quello in cui il costo della vita è inferiore al nostro. E’ la Germania.

Lì, ieri, si è tenuto uno dei più grandi scioperi dei trasporti pubblici degli ultimi decenni è stato indetto per ottenere aumenti per tenere il passo con l’aumento dell’inflazione.

I lavoratori dei trasporti hanno scioperato per 24 ore, il che ha naturalmente portato alla sospensione della maggior parte dei servizi di treni, tram, autobus e traghetti e ha costretto alla cancellazione della maggior parte dei voli.

I lavoratori delle ferrovie, del trasporto pubblico locale, del personale di terra degli aeroporti e di altri settori hanno iniziato a scioperare nella tarda serata di domenica per fare pressione sul governo nel tentativo di negoziare aumenti salariali superiori al 10% per tenere il passo effettivo dell’inflazione (intorno a quella soglia).

Il “mega-sciopero”, come è stato descritto dai media tedeschi, è stato indetto da due dei maggiori sindacati del Paese: Verdi, che rappresenta i lavoratori del settore pubblico, ed EVG, che rappresenta i lavoratori delle ferrovie.

Lo sciopero, che ha visto la partecipazione di 155.000 lavoratori, è stata la più grande azione dei lavoratori dei trasporti dagli anni ’90 ad oggi, ma soprattutto è stato un avvertimento su ciò che potrebbe accadere nel caso i negoziati continuino a segnare il passo.

Lo sciopero “ha lo scopo di rendere ancora una volta inequivocabilmente chiaro ai datori di lavoro che i lavoratori sostengono chiaramente le nostre richieste”, ha dichiarato Frank Werneke, responsabile dei Verdi.

La natura generale dello sciopero tedesco è ancora ben lontana da quella degli scioperi nella vicina Francia, dove centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza regolarmente, a volte scontrandosi con la polizia, in risposta alla decisione del governo di innalzare l’età legale di pensionamento a 64 anni da 62. Oltralpe, insomma, si tratta di una battaglia politica contro il governo Macron.

Come avviene gli scioperi dei lavoratori postali, dei macchinisti, degli infermieri e degli insegnanti in Gran Bretagna, le agitazioni sindacali in Germania sono invece ancora “solo” una risposta all’aumento del costo della vita a causa dell’inflazione, che il mese scorso era all’8,7%, e agli aumenti dell’energia causato dalla guerra della Russia in Ucraina.

Il sindacato Verdi (solo un acronimo, niente a che vedere con il partito ultra-atlantista ora al governo con Scholz) chiede un aumento salariale del 10,5% – o almeno 500 euro – per 2,5 milioni di lavoratori del settore pubblico.

Il governo aveva offerto un aumento del 5% più un bonus una tantum di 2.500 euro quando l’ultima tornata di negoziati si è conclusa il mese scorso, e le trattative sono riprese lunedì mattina, in contemporanea con lo sciopero.

Il sindacato EVG, che rappresenta 230.000 lavoratori delle ferrovie, chiede invece un aumento del 12%, pari a 650 euro. La Deutsche Bahn, il principale operatore ferroviario tedesco, di proprietà pubblica, ha dichiarato di aver già offerto un bonus di 2.500 euro e un aumento graduale che potrebbe raggiungere l’11%.

Il sindacato deve negoziare anche con le altre compagnie ferroviarie, alcune delle quali non hanno fatto alcuna proposta. Il prossimo round di negoziati con Deutsche Bahn è previsto per la fine del mese prossimo.

Continueremo a negoziare duramente, ma anche in modo equo e costruttivo“, ha dichiarato lunedì Nancy Feaser, ministro degli Interni tedesco, a proposito delle trattative con i dipendenti del settore pubblico, di cui è responsabile il suo ministero.

Lo sciopero ha lasciato vuoti le stazioni ferroviarie e gli aeroporti, mentre le strade e le piste ciclabili erano più congestionate.

La Deutsche Bahn ha cancellato tutti i suoi treni a lunga percorrenza e la maggior parte dei suoi servizi regionali e per pendolari.

Gli aeroporti internazionali di Francoforte, Monaco e Amburgo e molti altri aeroporti minori sono stati costretti a cancellare tutti i voli regolarmente programmati a causa dello sciopero del personale di terra e del personale di sicurezza.

L’aeroporto Brandeburgo di Berlino, nella capitale, è stato l’unico grande aeroporto a offrire una parvenza di servizio internazionale, perché il contratto dei lavoratori non è in scadenza, ma la maggior parte dei voli nazionali è stata annullata.

Lo sciopero ha rallentato anche la circolazione delle merci. Ad Amburgo, il porto più grande della Germania, i piloti hanno smesso di lavorare alle 6. Anche alcuni equipaggi che gestiscono le chiuse lungo i fiumi e i canali tedeschi hanno abbandonato il lavoro, costringendo le chiatte fluviali a fermarsi e ad aspettare fino a martedì.

I due sindacati ritengono chiaramente che un avvertimento ora potrebbe aiutarli durante le trattative e hanno suggerito che la loro pazienza si sta esaurendo. “Oggi scioperiamo perché nella contrattazione collettiva, nonostante la situazione finanziaria difficile per molti lavoratori, non ci è stato presentato nulla che sia degno di una seria negoziazione“, ha dichiarato Kristian Loroch, membro del comitato di negoziazione dell’EVG.

Lo sciopero tedesco, insomma, sarà pure stato “solo economico”, ma con queste premesse ci vuole poco a farlo diventare politico.

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1 Commento


  • Giancarlo Staffo

    “Il sindacato Verdi (solo un acronimo, niente a che vedere con il partito ultra-atlantista ora al governo con Scholz)”
    Precisazione dovuta…

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