Che la situazione nell’area del Indo-Pacifico e del mar Cinese meridionale non sia tranquilla, lo si sa, purtroppo, da anni. Che nell’ultimissimo periodo l’atmosfera si sia ulteriormente surriscaldata, per le aperte prove di forza yankee a proposito di Taiwan, anche questo lo si sa.
Si sa dei piani anticinesi che Washington concretizza in varie coalizioni militari, quali QSD (Quadrilateral Security Dialogue: USA, Giappone e Australia) o AUKUS (Australia-Gran Bretagna-USA), cui sembra accodarsi anche la NATO. A preoccupare Mosca, alle proprie frontiere marittime orientali, sono anche le mai sopite mire giapponesi sulle Kurili.
Ora, che i pericoli di scontro armato diretto nel bacino del Pacifico orientale non siano del tutto “immaginari”, lo conferma l’ordine diramato ieri dal Ministro della difesa russo, Sergej Šojgù, con cui la Flotta del Pacifico al completo è stata messa in stato d’allerta, ufficialmente nel quadro di una verifica improvvisa.
La Flotta del Pacifico è una delle quattro flotte russe, insieme a quelle del mar Nero, del Baltico, del Nord, oltre alla flottiglia del mar Caspio, per un complesso di 76 sommergibili di varie classi e oltre duecentoventi vascelli di superficie e motosiluranti.
Fanno parte della Flotta del Pacifico 25 sommergibili, di cui 15 a propulsione atomica, armati di missili balistici e da crociera. In superficie incrociano 55 vascelli: un incrociatore lanciamissili, 12 navi antisommergibile di vario tonnellaggio, 2 cacciatorpediniere, 4 Corvette, 14 navi lanciamissili di stazze diverse, una quindicina di cacciamine e nove navi da sbarco. Del complesso, fanno parte anche aerei intercettori e antisommergibile.
Šojgù avrebbe sottolineato che la fanteria di marina di quella Flotta è stata messa al livello massimo di efficienza bellica. Alla stampa, il Ministro ha anche dichiarato che, nel corso della verifica, la Flotta dovrà «respingere massicci attacchi aerei e missilistici, condurre esercitazioni per la ricerca e distruzione di sommergibili, lancio di siluri, fuoco di artiglieria e lanci di missili per respingere gruppi d’attacco navale e bersagli terrestri di un potenziale nemico».
Ai giornalisti, forse un po’ allarmati, il portavoce presidenziale Dmitrij Peskov ha detto trattarsi di una «normale pratica, continuamente condotta negli ultimi anni e che continua, allo scopo di mantenere alto il necessario livello di efficienza bellica».
Su Komsomol’skaja Pravda, però, l’osservatore Viktor Baranets (colonnello dell’esercito a riposo) scrive che una tale verifica improvvisa della Flotta del Pacifico non si verificava da moltissimo tempo.
*****
Sin dai tempi antichi, è in uso nella nostra marina l’ordine “Tutto l’equipaggio in coperta!“. Viene dato in caso di forza maggiore, che richiede l’azione dell’intero equipaggio; cioè, allorché i marinai devono raccogliere e impiegare l’intera forza in una missione di addestramento o di combattimento. Oggi, un tale ordine, nell’esercito e nella marina, esiste sotto forma di messa in assetto di guerra al più alto livello. Per essere del tutto precisi, viene dichiarato il “pieno assetto di guerra”.
Ed è questo che Sergej Šojgù ha annunciato il 14 aprile per la Flotta del Pacifico, all’adunata del più alto personale di comando. E tutto è stato fatto come “verifica a sorpresa“.
Sembra anche che la Flotta del Pacifico non fosse stata chiamata a simili verifiche dal 2013. Per di più, nel corso di tutte le precedenti verifiche improvvise, erano state allertate in pieno assetto di guerra solo singole unità marittime, costiere e aeree. Questa volta, invece, l’ordine “Tutto l’equipaggio in coperta!” è stato diramato a TUTTA la flotta!
In passato non si era mai verificato.
Ma come si svolge tutto questo?
Per un canale di comunicazioni riservato, al comandante della flotta arriva l’ordine “Aprire la busta N°...”. Il comandante estrae dalla cassaforte segreta la busta col numero indicato, appesantita da sigilli di ceralacca, e la apre. Dentro, l’ordine diretto del Comandante in capo supremo, in cui si esplica il “pieno assetto di guerra”.
A seguire, si specifica nel dettaglio dove debbano dirigersi i sommergibili tali, le navi di superficie tali, gli aerei dell’aviazione di marina, per respingere quali bersagli e anche verso quali rotte debba tenersi pronta la difesa costiera, in quali quadrati dell’Oceano si debba “localizzare” il verosimile nemico, dove effettuare i tiri verso i bersagli…
E ancora decine di altri compiti di esercitazione bellica.
E quali sono?
Per la verifica improvvisa, il Ministro della difesa ha ordinato «di provare varianti di ricorso a raggruppamenti, con dotazione di mezzi moderni di eliminazione del nemico, utilizzo di nuove forme e metodi di operazioni». L’obiettivo è quello dello «sviluppo delle capacità delle forze armate di respingere l’aggressione di un potenziale nemico portata dall’Oceano o da altre rotte marittime».
Inoltre, «Nel corso della verifica improvvisa, la Flotta del Pacifico dovrà respingere massicci attacchi missilistici e aerei, condurre esercitazioni per la ricerca e l’eliminazione di sommergibili, lancio di siluri, fuoco di artiglieria e lanci di missili», ha spiegato Šojgù.
Il capo di Stato maggiore, generale Valerij Gerasimov, ha aggiunto che «Per la verifica, si è allestita una situazione di addestramento, tipica di un momento di immediata minaccia d’aggressione». Alcune navi e sommergibili, e anche aerei, simuleranno azioni nemiche: compresi, tra l’altro, tentativi di attacco a Sakhalin e Kurili …
Al cittadino comune verranno sicuramente in mente alcune domande. Perché proprio ora? E perché è proprio la flotta del Pacifico che effettua una verifica improvvisa di così grande portata?
Naturalmente, si può solo tirare a indovinare. Negli ultimi tempi, nella regione Asia-Oceano Pacifico la tensione militare si è notevolmente accresciuta. USA, Gran Bretagna e Australia formano un nuovo blocco militare, che già chiamano “NATO asiatica” (ad esso sembrano avvicinarsi anche Corea del Sud e Giappone). Marine militari USA e della Corea del Sud conducono in permanenza estese esercitazioni.
Di tanto in tanto, da Tokyo si odono “promesse” di riprendersi con la forza le Kurili. E ora cresce anche la seria contesa tra Cina e Taiwan. In questo “focolaio fumante”, ancora di tanto in tanto “getta benzina” la Corea del Nord, lanciando i suoi nuovi missili. Da parte sua, Washington, nonostante le proteste cinesi, rifornisce di armi Taiwan. La trama è davvero seria.
E tutto questo avviene alle nostre frontiere estremo-orientali.
È pronta la Flotta del Pacifico, la nostra principale sentinella in Estremo Oriente, alla copertura e alla difesa?
Ecco che lo si verifica. All’improvviso.
https://www.kp.ru/daily/27490.5/4748536/
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Massimo
Articolo tendenzioso una X tutte: il Giappone non ha mire sulle KURILI ….. la Russia le ha rubate pugnalando alla schiena il paese del sol levante calpestando un patto di non aggressione. Le KURILI sono Giapponesi
Redazione Roma
Il Giappone si era annesso le isole dopo la guerra del 1904-1905 contro la Russia zarista e imponendo l’annessione con il Trattato di Portsmouth. L’Urss si riprese quello che era già russo. Il successivo Trattato di San Francisco non ha risolto il contenzioso per via dell’isola di Sahalin. La Russia di recente aveva proposto la restituzione di due sole isole (che costituiscono il 6% del territorio conteso) mentre il Giappone le reclama tutte e quattro.
Barone
una sonora rottura di corna a questi aggressori nato e c. non sarebbe .ale visto che ha no tirati troppo la corda…ora e’ quasi rotta indieme ad altte cose….