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Filippine. Il Partito Comunista denuncia: “i nostri leader torturati e uccisi”

Il Partito comunista delle Filippine (Cpp), che dal 1969 conduce una guerriglia a bassa intensità contro il governo, ha confermato oggi la morte dei suoi leader, Benito Tiamzon e Wilma Austria-Tiamzon, accusando le forze armate di averli torturati e uccisi lo scorso 21 agosto.

Il Partito ha riferito tramite una nota di aver dovuto condurre mesi di indagini per poter confermare la morte del presidente del suo comitato centrale, Benito “Ka Laan” Tiamzon (71 anni), e di Wilma (70 anni), nota anche come “Ka Bagong-tao”, che del partito era segretaria generale.

Prima dell’annuncio ufficiale del Cpp, diffuso ieri, si supponeva che i due leader fossero morti nell’esplosione di una imbarcazione al largo della costa di Samar durante un blitz condotto dalle forze armate filippine.

Ora, dopo l’indagine, il partito nega questa ricostruzione e sostiene che i due leader e altri otto membri della formazione siano stati attaccati dalle forze armate mentre viaggiavano verso Catbalong. Catturati dai militari, sarebbero stati torturati e uccisi, e i loro cadaveri caricati su una imbarcazione a motore che è stata fatta esplodere.

«Secondo le informazioni raccolte dal Comitato centrale, i Tiamzon hanno subito pesanti percosse per mano dei loro sequestratori. Rapporti interni citano testimoni che hanno visto come i volti e i corpi delle vittime fossero dilaniati, apparentemente colpiti con oggetti contundenti», afferma la nota del Cpp.

«I corpi già senza vita dei Tiamzon e del loro gruppo sono stati scaricati su un motoscafo pieno di esplosivo e trascinati da Catbalogan a metà strada verso l’isola di Taranganan prima che venisse fatta esplodere» ha riferito Marco Valbuena, capo ufficio stampa del Cpp.

Assieme ai leader del partito, sono stati uccisi anche il segretario subregionale dell’Est, Visayas Joel Arceo, e membri del quartier generale centrale della guerriglia. I Tiamzon erano già stati arrestati dalle autorità filippine nel 2014, ma erano poi stati rilasciati dopo due anni per consentire loro di partecipare a colloqui di pace col governo filippino all’epoca della presidenza di Rodrigo Duterte.

I negoziati sono in seguito naufragati, e nel 2020 i Tiamzon sono stati condannati per la cattura di alcuni ufficiali dell’esercito nel 1988, condanna cui è seguita una vasta caccia all’uomo culminata nella loro cattura e uccisione. –

Pagineesteri.it

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