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Pure alla Nato si stanno stancando dell’Ucraina…

Alcune brevi considerazioni.

1 – No, Stian Jenssen, il capo di gabinetto del segretario generale NATO, non è ammattito. L’idea di barattare territorio per congelare il conflitto è stata già espressa da molti, non ultimo Luttwak. La sua proposta, però presenta un buon numero di problemi (ignoreremo il fatto che l’Ucraina, ovviamente, non è d’accordo. L’ultima voce in capitolo non è la sua, nonostante i tweet rabbiosi di Podolyak).

Il primo, e più importante, è che questo conflitto si combatte principalmente perché la Russia non vuole che l’Ucraina entri nella NATO. Perché dunque dovrebbe chiuderla con un accordo che sancisce esattamente ciò che non voleva?

2 – Come avevo pensato potesse accadere prima della mia partenza, nel settore di Staromaior’ske il villaggio di Urožaine non è più controllato dalle truppe russe. il che però non significa che sia controllato da quelle ucraine, perché si sta ripetendo la situazione di P’yatykhatky.

Il villaggio non esiste più ed è sotto tiro costante dell’artiglieria di chi non lo controlla, mentre chi lo controlla non può attestarvisi.

Più interessante invece quello che sta succedendo più a ovest, a Robotyne, una ventina di chilometri a nord-est del primo obiettivo strategico ucraino, Tokmak.

Dopo una serie di spinte molto robuste negli ultimi giorni le truppe ucraine sono vicine alle prime case del paese (Robotyne, ovviamente, non Tokmak). Questa, ovviamente, è una buona notizia per la controffensiva ucraina.

Molto meno buono è invece che l’unità che al momento combatte per Robotyne è l’82a brigata aviotrasportata, una delle “super-unità” create per la controffensiva e addestrate e armate dalla NATO. Proprio l’82a è, sulla carta, la più forte, armata con 14 Challenger 2 inglesi e con i blindati Marder (tedeschi) e Stryker (canadesi/statunitensi) ed è stata oggetto di un articolo molto celebrativo di David Axe per Forbes, pubblicato il 15 giugno.

I Challenger, finora, al fronte non si sono visti, mentre due filmati diffusi tra ieri e oggi mostrano uno Stryker colpito da un Lantset russo (nella foto che allego, il veicolo ripreso dalla telecamera del drone un istante prima dell’impatto) e quello che sembra un Marder abbandonato in un campo, del cui destino non si sa nulla.

Il problema dell’82a, ad ogni modo, non sono i due blindati persi, ma il fatto che, come scriveva sempre David Axe sempre su Forbes il 22 giugno, l’82a e la 117a meccanizzata facevano parte delle riserve che avrebbero dovuto dirigersi verso Melitopol una volta che le linee di difesa russe fossero state frantumate nelle prime fasi della controffensiva.

Se invece è al fronte adesso, e combatte per Robotyne che da Melitipol dista, in linea d’aria, 70 chilometri, e soprattutto tre linee di fortificazioni, ciò conferma ulteriormente non solo che le operazioni precedenti non hanno portato frutti (e questo si era capito), ma che le unità impiegate hanno riportato perdite gravi, tanto che si rende necessario utilizzare unità tenute di riserva per tutt’altro scopo.

La questione delle riserve utilizzate per tappare i buchi in altri settori si sta riproponendo anche dalle parti di Kupyans’k: per fermare l’offensiva russa il comando ucraino ha dovuto spostare in zona reparti che servivano per l’attacco ucraino a Kliščivka, a sud-est di Bahmut, attacco che va avanti da due mesi circa.

E, non appena queste unità sono state spostate, i russi hanno ripreso le posizioni perdute. La coperta pare essere sempre più corta (non che quella russa sia lunghissima)

P.S. – Sull’offensiva russa verso Kupyans’k vorrei dire una cosa. Ho letto commenti di persone anche equilibrate e preparate che hanno riferito, quando è cominciata, che i russi avevano preparato per l’attacco 100.000 uomini e 900 carri, numeri originariamente diffusi dal comando ucraino.

Vorrei chiedere a queste persone dove, nel settore nel quale si combatte, possono trovare posto 100.000 uomini, 900 carri e tutto quello che serve loro. L’impenetrabilità dei corpi è una legge fisica anche in guerra.

* da Facebook

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