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Negati gli arresti domiciliari a Boris Kagarliski

A Boris Kagarliski, noto attivista politico e studioso marxista russo sono stati negati gli arresti domiciliari, nonostante le sue condizioni di salute vadano peggiorando.

Il tribunale ha ignorato le argomentazioni presentate dalla difesa per mitigare la misura di restrizione e ha lasciato in vigore la decisione precedente. E’ quindi tuttora detenuto nel carcere russo di Syktyvkar.

Kagarliski è stato arrestato il 25 luglio in Russia con l’accusa di “giustificazione del terrorismo”. Boris Kagarliski si è opposto, come altri esponenti della sinistra russa, alla guerra in Ucraina. A metà settembre si è vista prorogata per altri due mesi la carcerazione preventiva.

A livello internazionale si sono levate voci per la liberazione di Kagarlitsky. Jean-Luc Melenchon, Jeremy Corbyn, Ken Loach, Naomi Klein, Etienne Balibar e Walden Bello sono solo alcuni degli oltre duemila firmatari di un appello in tal senso. Anche in Italia è stato lanciato un appello per la sua liberazione.

Per chiederne la scarcerazione si sono tenute manifestazioni a Parigi, Berlino, Monaco, Varsavia, Roma, Buenos Aires e in molte altre città. Ma le autorità giudiziarie russe ancora non sembrano voler raccogliere la richiesta.

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