I commentatori italici incaricati di ammannirci lezioni sulla superiorità degli Stati Uniti (dai Rampini ai Gaggi, dai Molinari ai Cerasa, ecc) ci spiegano ogni giorno l’importanza della scelta del prossimo presidente, con elezioni di novembre.
C’è sicuramente da compiangere i cittadini di quel paese, costretti a scegliere tra due truffatori ottantenni, incaricati di gestire alla meno peggio il declino dell’ex “unica superpotenza”. L’angoscia di commentatori nostrani tracima spesso, al punto da far descrivere l’ex ventriloqua di Trump all’Onu, Nikki Haley, quasi come “l’ultima speranza” di non rivedere The Donald alla Casa Bianca.
Di quel che accade davvero negli Usa, però, non ci dicono più nulla. Bisogna andare a spulciare sui quotidiani statunitensi per sapere – ad esempio – che è in corso uno scontro istituzionale feroce sulla questione degli immigrati e della “difesa delle frontiere” che vede il Texas contrapposto ai “federali”, al punto da mettere in conflito la locale Guardia Nazionale con la Polizia di Frontiera (che dipende da Biden).
Il Texas è notoriamente uno stato decisamente di grande peso per popolazione (quasi 30 milioni di abitanti), dimensioni (700.000 km2, più del doppio dell’Italia) e Pil (1.600 miliardi di dollari). La sua frontiera con il Messico è la metà di quella totale.
Non bastasse questo, con il Texas sono schierato al momento almeno 24 altri Stati (la metà dell’Unione), naturalmente tutti guidati da governatori repubblicani.
Abbiamo perciò deciso di darvi almeno un sunto di questo scontro che probabilmente peserà sulle elezioni presidenziali un po’ più del colore della cravatta indossato dai contendenti o delle loro promesse su questo e quello.
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Il governatore della Carolina del Sud, Henry McMaster, si è unito ad altri 24 governatori repubblicani in sostegno al Texas in una battaglia contro quello che definiscono “continui attacchi” alla sicurezza del confine.
Nella dichiarazione, i governatori affermano che il presidente Joe Biden e la sua amministrazione hanno lasciato gli americani e il paese “completamente vulnerabili a un’immigrazione illegale senza precedenti che attraversa il confine meridionale“.
“Nel luogo, invece di difendere lo stato di diritto e proteggere il confine, l’amministrazione Biden ha attaccato e citato in giudizio il Texas per essersi impegnato a proteggere i cittadini americani dai livelli storici di immigrati illegali, droghe letali come il fentanyl e terroristi che entrano nel nostro paese“, recita parte della dichiarazione.
Sembra di leggere i deliri di qualche leghista nostrano, ma sono – come detto – la metà dei governatori degli States… Quello che dovrebbe essere, preso singolarmente, un “caso clinico” è indubbiamente un problema politico di prima grandezza.
“Siamo solidali con il nostro collega governatore, Greg Abbott, e con lo Stato del Texas nell’utilizzare ogni strumento e strategia, comprese le recinzioni di filo spinato, per proteggere il confine. Lo facciamo in parte perché l’amministrazione Biden rifiuta di far rispettare le leggi sull’immigrazione già esistenti e permette illegalmente la liberazione di massa di migranti che sono entrati illegalmente nel nostro paese.“
I governatori sostengono che gli autori della Costituzione degli Stati Uniti hanno chiarito che gli stati “hanno il diritto di autodifesa“. “Poiché l’amministrazione Biden ha abdicato ai suoi doveri costituzionali nei confronti degli stati, il Texas ha ogni giustificazione legale per proteggere la sovranità dei nostri stati e della nostra nazione“, recita la dichiarazione.
Il governatore della Florida Ron DeSantis e il governatore della Georgia Brian Kemp si sono uniti a McMaster, insieme ai governatori di Alabama, Alaska, Arkansas, Idaho, Indiana, Iowa, Louisiana, Mississippi, Missouri, Montana, Nebraska, Nevada, New Hampshire, North Dakota, Ohio, Oklahoma, South Dakota, Tennessee, Utah, Virginia, West Virginia e Wyoming.
La dichiarazione arriva giorni dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che gli agenti federali di pattuglia di frontiera possono rimuovere il filo spinato installato dalle autorità del Texas per scoraggiare i migranti dall’attraversare illegalmente il confine.
Quella decisione segna l’ultimo problema che ha causato scontri tra il Texas e le autorità federali su come gestire le questioni di sicurezza al confine.
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha ordinato lunedì al Texas di consentire agli agenti federali di pattuglia di frontiera l’accesso al confine dello stato con il Messico, dove le autorità texane hanno installato miglia di filo spinato concertina.
L’ordine non spiega le decisioni dei giudici. Per ora, sostanzialmente conferma le decisioni di lunga data secondo cui la Costituzione affida al governo federale la responsabilità esclusiva della sicurezza al confine. Un problema di attribuzione della responsabilità che comprende a questo punto anche la titolarità della “sovranità” entro i confini dello Stato.
Nell’ottobre dell’anno scorso, il Texas aveva citato in giudizio il governo federale dopo che agenti di pattuglia di frontiera hanno tagliato parte del filo installato lungo il Rio Grande, sostenendo che il Dipartimento della Sicurezza Interna ha distrutto la proprietà dello stato e interferito negli sforzi del Texas per la sicurezza del confine.
L’ordine 5-4 della Corte Suprema ha annullato un precedente divieto del 5° Circuito degli Stati Uniti che impediva agli agenti di pattuglia di frontiera di tagliare il filo spinato.
Nelle ultime settimane, Shelby Park a Eagle Pass è diventato il centro di una situazione di stallo tra il Texas e il governo federale riguardo all’applicazione delle leggi sull’immigrazione. Più di recente, il governatore Greg Abbott ha intensificato il controllo del confine attorno al parco di 47 acri circondando il perimetro con il filo spinato e limitando l’accesso al parco cittadino.
“L’amministrazione Biden ha tagliato ripetutamente il filo che il Texas ha installato per fermare gli attraversamenti illegali, aprendo le porte agli immigrati illegali. L’assenza di filo spinato e altre strategie di dissuasione incoraggia i migranti a compiere attraversamenti insicuri e illegali tra i porti di entrata, rendendo il lavoro dei soldati della Guardia Nazionale del Texas e dei poliziotti del DPS più pericoloso e difficile“, ha dichiarato Andrew Mahaleris, portavoce di Abbott.
“Questo caso è in corso, e il governatore Abbott continuerà a lottare per difendere la proprietà del Texas e la sua autorità costituzionale nel proteggere il confine.”
Dal 2021, l’iniziativa Operation Lone Star di Abbott ha creato tensioni tra lo stato e il governo federale. Nell’ambito dell’operazione, Abbott ha schierato agenti di polizia statale lungo i 1.200 miglia del confine tra Texas e Messico; ha ordinato alla polizia statale di arrestare i migranti sospettati di violazione; ha speso 11 milioni di dollari per installare 70.000 rotoli di filo spinato lungo il Rio Grande; e ha speso 1,5 miliardi di dollari per circa una dozzina di miglia di muri al confine.
Poiché i migranti hanno comunque cercato di superare il filo spinato, la pattuglia di frontiera ha tagliato parti della barriera per aiutare le persone ferite.
Il procuratore generale texano, Ken Paxton, ha intentato una causa contro il Dipartimento della Sicurezza Interna, sostenendo che gli agenti federali avevano distrutto illegalmente la proprietà statale.
Un giudice distrettuale degli Stati Uniti con sede a Del Rio ha dato ragione al governo federale, stabilendo che gli agenti di pattuglia di frontiera non hanno violato alcuna legge tagliando il filo. L’ufficio di Paxton ha fatto appello, e un gruppo di giudici del 5° Circuito ha sospeso la decisione fino a quando il caso non avesse seguito il processo di appello.
Il 12 gennaio, i membri della Guardia Nazionale hanno impedito agli agenti federali di frontiera di accedere al Rio Grande dopo che tre migranti sono annegati attraversando il fiume e altri due stavano ancora lottando nell’acqua, secondo una denuncia del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Lo Stato ha poi negato la versione degli eventi data dall’agenzia federale, sostenendo – in successivi depositi in tribunale – che le autorità messicane avevano la situazione sotto controllo.
Lunedì, la Corte Suprema ha annullato l’ordine del 5° Circuito dopo che l’amministrazione Biden ha inviato una lettera di “cessate e desistere” a Paxton per bloccare l’accesso federale al confine.
Il giudice capo John Roberts e la giudice Amy Coney Barrett si sono uniti ai tre giudici liberali della Corte nel emettere l’ordine. “L’ordine temporaneo della Corte Suprema consente a Biden di continuare il suo sforzo illegale di favorire l’invasione straniera dell’America“, ha detto Paxton in una dichiarazione.
“La distruzione delle barriere al confine del Texas non aiuterà a far rispettare la legge o a mantenere al sicuro i cittadini americani. Questa lotta non è finita, e non vedo l’ora di difendere la sovranità del nostro stato.”
I gruppi per i diritti dell’immigrazione hanno criticato l’uso del termine “invasione” da parte degli ufficiali del Texas per potenzialmente incitare alla violenza contro le persone di origine ispanica.
Esponenti del calibro dell’ex deputato democratico Beto O’Rourke e del rappresentante democratico del Texas Joaquin Castro hanno esortato Biden a federalizzare la Guardia Nazionale.
“Abbott sta usando la Guardia del Texas per sfidare una sentenza della Corte Suprema. Quando il governatore Faubus lo fece nel 1957, Eisenhower federalizzò la Guardia dell’Arkansas per garantire il rispetto della legge“, ha scritto O’Rourke su X.
“Biden deve seguire questo esempio di leadership coraggiosa e decisa per porre fine a questa crisi prima che peggiori“. Ma altri hanno messo in dubbio che Biden abbia l’autorità legale per prendere il controllo della forza militare statale.
Per tutta risposta il governatore del Texas Greg Abbott ha dichiarato che il suo Stato è “preparato” ad affrontare l’eventuale federalizzazione della Guardia Nazionale da parte del presidente Joe Biden, dato che il Lone Star State utilizza le truppe per proteggere il confine.
“Beh, innanzitutto sarei scioccato. Sarebbe una mossa stupida da parte sua, un disastro totale“, ha detto il governatore Abbott. “Per prima cosa, come potete immaginare, siamo pronti, nel caso in cui questo improbabile evento si verifichi, a garantire che saremo in grado di continuare esattamente ciò che abbiamo fatto nell’ultimo mese, ovvero costruire queste barriere“.
“Qualunque cosa abbiamo costruito, l’amministrazione Biden sta ora cercando di attaccarci per questo, e noi continueremo a fare esattamente quello che stiamo facendo per espandere il nostro rifiuto di ingresso illegale nello Stato del Texas“.
“Ci sono stati circa dieci [Stati] finora che hanno inviato la Guardia Nazionale o altre forze dell’ordine… Ora sono uniti a noi. Questa è una lotta per il futuro dell’America, e tutti loro lo sanno. E quindi credo che parteciperanno tutti a questo sforzo“.
Non è che l’inizio, sembra, di una implosione cerebrale, culturale e istituzionale che renderà le prossime presidenziali Usa qualcosa di più del solito “cambio della guardia” tra complici.
Lo spettro del 6 gennaio 2021 aleggia e ricorda che quel paese sta perdendo la sua egemonia mondiale. E che le ragioni perché ciò avvenga sono innumerevoli, gigantesche e – pare – ormai difficilmente controllabili.
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