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Gli squadristi di Ben Gvir attaccano accampamento degli studenti a Los Angeles

Come prevedibile, gli squadristi annunciati e organizzati all’estero dal ministro israeliano Ben Gvir – come abbiamo denunciato nei giorni scorsi sul nostro giornale – hanno cominciato a colpire a cominciare dagli Stati Uniti.

Squadristi sionisti e sostenitori di Israele, come emerge dal video, hanno infatti attaccato ieri un accampamento di protesta pro-palestinese all’Università della California, a Los Angeles

Filmati di testimoni dell’UCLA, verificati da Reuters, hanno mostrato persone che lanciavano petardi e brandivano bastoni per aggredire i manifestanti pro-palestinesi, mentre la polizia rimaneva a guardare.

Il ministro israeliano Ben Gvir aveva fatto sapere nei giorni scorsi di aver incaricato l’ispettore generale della polizia, Yaakov Shabtai, di esaminare la possibilità di esportare il modello di milizia civile delle “squadre di allerta” nelle comunità ebraiche all’estero, allo scopo dichiarato di contrastare il movimento di lotta contro l’occupazione israeliana, sia negli Stati Uniti d’America che in Europa, fornendo “supporto professionale, compresa la formazione e il rafforzamento della risposta tecnologica di sicurezza“.

Tutto, ovviamente, ”in piena collaborazione con la polizia locale e le autorità competenti”.

E questa collaborazione la si è vista chiaramente all’università di Los Angeles.

Martedì l’università di Los Angeles aveva dichiarato illegale l’accampamento in Dickson Plaza, ma aveva rifiutato di coinvolgere la polizia per interrompere quella che ha definito una manifestazione “ampiamente pacifica“.

Nelle ultime 48 ore, però, la situazione della sicurezza nell’area è precipitata a causa delle tensioni tra l’accampamento dei solidali con la Palestina e manifestanti pro-israeliani, separati da una stretta zona cuscinetto fatta di transenne.

I filmati online mostrano un folto gruppo di miliziani filo-israeliani, con indosso abiti neri e maschere bianche (“in divisa” e in modo da rendere difficile l’identificazione), che arrivano al campus poco prima della mezzanotte di martedì e tentano di smantellare le barriere bastonando gli studenti filopalestinesi.

Gli scontri sono così scoppiati all’ombra della famosa Royce Hall per almeno due ore.

A quel punto la situazione della sicurezza è precipitata creando le condizioni per l’intervento della polizia, lasciando intravedere una perfetta sincronia tra filo-israeliani e apparati repressivi.

Gli agenti arrivati sul posto in tenuta antisommossa non sono infatti sembrati in grado di dividere immediatamente i due gruppi di manifestanti, ma sono stati molto decisi nello sgomberare l’area occupata dagli studenti, al sorgere dell’alba.

L’offensiva israeliana su Gaza hanno scatenato la più grande ondata di attivismo studentesco statunitense dalle proteste antirazziste del 2020

A News York la polizia ha arrestato i manifestanti pro-palestinesi che avevano occupato un edificio della Columbia University e ha rimosso un accampamento di protesta martedì sera.

Il sindaco di New York, Eric Adams, ha detto che circa 300 persone sono state arrestate e ha incolpato delle proteste “agitatori esterni“, ma senza offrire prove concrete.

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