Il 29 maggio il parlamento georgiano ha effettuato il quarto e ultimo voto sulla legge riguardo le “organizzazioni portatrici degli interessi di una potenza straniera“. Con 84 voti contro 4, il veto della presidente Zourabichvili è stato oltrepassato, e il testo è stato definitivamente approvato.
Sul giornale abbiamo reso conto con più di un pezzo delle vicende convulse dell’ultimo mese a Tbilisi. Senza ripetere di nuovo le contraddizioni del paese da cui emerge la legge e l’ipocrisia occidentale nell’intervenire sul tema, rendiamo conto della situazione in Georgia e dei commenti arrivati in seguito al voto.
Dopo di esso, i parlamentari di opposizione si sono uniti ai manifestanti, in piazza sin dalla mattina. Le proteste sono andate avanti fino a notte, continuano tuttora e probabilmente continueranno nei prossimi giorni, almeno fino alla firma finale del provvedimento e alla sua effettiva entrata in vigore.
Alcuni esponenti di organizzazioni non governative hanno esplicitamente detto che la legge rimarrà solo sulla carta. Di sicuro affermazioni che non rassicurano sul clima del paese e sulla tenuta del sistema sotto l’azione di queste realtà, che è poi il motivo per cui la norma è stata originariamente pensata.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha affermato: “terremo conto delle azioni di Sogno Georgiano (partito alla guida della maggioranza, ndr) nel prendere le nostre decisioni“. Si era già diffusa la voce di sanzioni ad esponenti della formazione politica, evitabili se fosse stato accettato un piano di aiuti offerti da Washington.
Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha sottolineato che “prenderà in considerazione tutte le opzioni” per contrastare in sostanza questa nuova norma, e includerà la questione georgiana al prossimo Consiglio. Ricordiamo che Michel è colui che ha detto che in UE si può governare con le estreme destre.
A meno che non succedano rovesciamenti fuori dal recinto della ‘democrazia‘, ora la partita è rimandata a ottobre, quando si svolgeranno le elezioni. Gli oppositori alla legge hanno già cominciato a muoversi in questa direzione.
La presidente Zourabichvili il 26 maggio, giorno della dichiarazione di indipendenza della Georgia nel 1918, ha presentato il “Manifesto georgiano“. Alla presenza di molti esponenti dell’opposizione e diplomatici, ha preparato il terreno per lo schieramento che affronterà Sogno Georgiano alla tornata elettorale.
“È necessario creare una nuova realtà politica per adempiere ai principi di questo Manifesto“. Non resta che attendere i successivi sviluppi e guardare alle elezioni di ottobre, quando si giocherà una partita importante su Tbilisi.
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Matteo
La politica estera degli Usa: sanzionare tutto ciò che si muove e che vanno contro i nostri interessi. Semplicemente patetici! Su quel demente di C. Michel invece non vale la pena neppure di spendere due parole…