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Riunione del Quad, aumenta l’impegno nell’Indo-Pacifico contro la Cina

I ministri degli Esteri di USA, India, Giappone e Australia si sono incontrati a Tokyo all’interno della cornice del Quad, l’intesa in ambito militare tra questi quattro paesi. All’ordine del giorno vi sono state la situazione marittima, con particolare attenzione al Mar Cinese Meridionale, e la cybersicurezza nell’Indo-Pacifico.

La riunione arriva come culmine di una serie di altri importanti incontri, avvenuti nell’arco di un paio di giorni. Il 27 luglio anche Wang Yi, ministro degli Esteri cinese, ha avuto un faccia a faccia col segretario di Stato statunitense Blinken, sembrerebbe su richiesta di quest’ultimo.

Nel confronto avvenuto a Vientiane, nel Laos, Wang ha ribadito molto chiaramente le linee rosse di Pechino. Taiwan “fa parte della Cina, non è mai stata e non sarà mai un paese” e ha rincarato la dose affermando che l’indipendenza dell’arcipelago e la pace attraverso lo Stretto di Formosa “sono inconciliabili come il fuoco e l’acqua“.

Come se non bastasse, in serata una nota diplomatica ha ripetuto che per la Cina continuerà a lavorare verso “l’obiettivo della completa riunificazione“. La risposta a tali dichiarazioni è arrivata il giorno successivo, domenica 28 luglio, in un bilaterale tra USA e Giappone che ha definito la Cina “la più grande sfida strategica” da affrontare.

Sempre nella capitale giapponese, con una formato 2+2 (ministri degli Esteri e della Difesa), i due paesi hanno deciso sostanziali passi avanti nella cooperazione sulla sicurezza. In molti hanno manifestato in opposizione all’approfondimento dei rapporti bellici, e non solo, tra Washington e Tokyo.

Nelle conclusioni dell’incontro si parla di una “più profonda interoperabilità e cooperazione” delle forze armate. In concreto, è stata trovata un’intesa per la riorganizzazione della presenza dei corpi militari statunitensi in Giappone (non è ancora chiaro se aumenteranno anche i numeri, attualmente a 54 mila effettivi).

Per essi è stato stabilito un nuovo quartier generale, che riferirà al Comando USA per l’Indo-Pacifico di base alle Hawaii, ed entro il 2025 verrà inaugurato anche un Comando congiunto delle operazioni del Giappone. L’obiettivo è anche rafforzare la produzione e la riparazione giapponese di armi su licenza statunitense.

Queste si aggiungono alle misure già adottate per far fronte a quello che Stati Uniti e Giappone hanno definito un “ambiente di sicurezza in evoluzione“. In relazione ad esso, non sono mancate le dichiarazioni di preocccupazione per lo sviluppo del programma missilistico della Corea del Nord e la sua crescente cooperazione con la Russia.

Tornando al Quad, Kamikawa, in quanto padrone di casa, ha inaugurato il vertice di ieri affermando che la sicurezza marittima dell’area è minata da una sempre più crescente instabilità. Per l’australiano Wong, la regione sta addirittura affrontando “le circostanze più difficili degli ultimi decenni“.

Sul tavolo non sono mancati accenni anche alla guerra tra Russia e NATO, per interposta Ucraina, e la situazione in Medio Oriente. Ma ad ogni modo, al centro della discussione è rimasto il nodo del mantenimento di quello che il Quad chiama un “ordine marittimo libero e aperto“, anche attraverso l’uso dei satelliti e l’istituzione di un nuovo dialogo sulle leggi da seguire in mare.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha affermato che il Quad sta “creando artificialmente tensione, incitando allo scontro e contenendo lo sviluppo di altri Paesi“, mentre Blinken e Austin si sono recati nelle Filippine. La lungra crociata statunitense contro la Cina non si ferma, e palesa la volontà di rafforzare la cintura di paesi armati dall’Occidente per contrastare Pechino.

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