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L’attacco criminale alla centrale nucleare di Zhaporizya

Sempre più criminali, sempre più impuniti, sempre più sconsiderati.

Zelensky, prossimo Premio Nobel per la Pace, stanotte ha pubblicato questo video (grazie a Clara Statello che me lo ha passato).

Era tutto fiero, il criminale di guerra.

L’enormità di questo crimine contro l’intera umanità lo capiscono tutti, chiarito che l’immagine si riferisce alla Centrale Nucleare di Zhaporizya, bombardata con droni. In fiamme.

Ovviamente, essendo in mano russa, l’attacco è stato compiuto da Kiev, come conferma anche la AIEA. Gli ukronazi, al solito, dicono che i russi si sono appiccati il fuoco da soli. E questa – ci scommetto – sarà la versione che pubblicheranno gli schiavi dei media occidentali. O al massimo, che era “leggggittima difesa”.

Gli esperti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) presso la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhya (ZNPP) hanno assistito a un denso fumo scuro proveniente dall’area nord-occidentale della centrale, dopo aver sentito numerose esplosioni nel corso della serata.

Il team è stato informato che oggi si è verificato un attacco di droni a una delle torri di raffreddamento della centrale. Non vi è alcun impatto sulla sicurezza nucleare, ha confermato il direttore generale dell’AIEA Rafael Mariano Grossi.

Il team dell’AIEA ha riferito di aver sentito un’esplosione oggi nello stesso momento in cui la ZNPP li ha informati che un drone aveva colpito una delle due torri di raffreddamento della centrale.

Per accertare l’entità e la possibile causa di questo evento, la missione di supporto e assistenza dell’AIEA a Zaporizhzhya (ISAMZ) sta richiedendo l’accesso immediato alla torre di raffreddamento per valutare i danni.

La ZNPP ha due torri di raffreddamento situate sul lato settentrionale della vasca di raffreddamento, al di fuori del perimetro della ZNPP. Le torri di raffreddamento vengono utilizzate durante il funzionamento della centrale.

I loro danni non hanno un impatto diretto sulla sicurezza delle sei unità in fase di spegnimento. Tuttavia, qualsiasi tipo di incendio sul sito o nelle sue vicinanze rappresenta un rischio di propagazione dell’incendio anche alle strutture essenziali per la sicurezza.

L’impianto ha confermato al team che non vi è alcun rischio di elevati livelli di radiazioni in quanto non vi è materiale radioattivo nelle vicinanze della presunta area di attacco. Il team ha verificato in modo indipendente i livelli di radiazioni e ha confermato che sono rimasti invariati.

Il direttore generale dell’AIEA Grossi ha ribadito che qualsiasi azione militare intrapresa contro l’impianto rappresenta una chiara violazione dei cinque principi concreti per la protezione della struttura, stabiliti dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a maggio dell’anno scorso.

PRIMO. L’integrità fisica delle strutture, che si tratti di reattori, bacini di combustibile o depositi di scorie radioattive, deve essere mantenuta.Tutti i sistemi e le attrezzature di sicurezza devono essere pienamente funzionanti in ogni momento.

SECONDO. Il personale operativo deve essere in grado di adempiere ai propri doveri di sicurezza e avere la capacità di prendere decisioni senza pressioni indebite.

TERZO. Deve esserci un’alimentazione elettrica esterna sicura dalla rete per tutti i siti nucleari.

Devono esserci catene di approvvigionamento logistiche e trasporti ininterrotti da e verso i siti.

QUARTO. Devono esserci efficaci sistemi di monitoraggio delle radiazioni in loco e fuori sede e misure di preparazione e risposta alle emergenze.

QUINTO. Deve esserci una comunicazione affidabile con l’ente regolatore IAEA

Queste regole di buon senso derivano da un vasto corpus di documenti, linee guida ed esperienze dell’AIEA. Sono state citate e supportate universalmente.

Questi attacchi sconsiderati mettono a repentaglio la sicurezza nucleare dell’impianto e aumentano il rischio di un incidente nucleare. Devono cessare subito“, ha affermato il direttore generale Grossi.

Nella figura vedete la situazione. Per fortuna, e per ora, l’attacco è alle Torri di Raffreddamento (1) che sono abbastanza distanti dalle centrali (3) e dal deposito scorie radioattive (4). Non ci resta che sperare che il vento non spiri nella direzione sbagliata, e che i vigili del fuoco russi domino l’incendio in fretta.

Io poi spero che qualcuno, alla fine, paghi per questi atti sconsiderati, criminali e compiuti grazie all’impunità di fatto.

Non c’è nulla di cui andar fieri, Zelensky: abbiti il mio totale disprezzo, invece.

Nella giornata di ieri, l’incendio è stato completamente domato dai vigili del fuoco russi.

Una squadra di ispettori dell’IAEA ha potuto visitare ieri la Torre di Raffreddamento colpita. Ha determinato che l’incendio è scoppiato ad una decina di metri di altezza nella Torre, a causa del probabile fuoco da parte di droni ucraini. Il denso fumo nero era dovuto alla combustione di componenti situati a quell’altezza nella torre.

La missione IAEA ha inoltre rilevato l’assenza di ogni traccia di pneumatici bruciati o tracce di combustione di gomma. Viene così sonoramente smentita la versione Ucraina, che parlava di russi che accumulavano pneumatici nella torre per poi dar loro fuoco, “per provocazione”.

La combustione di pneumatici di automobile è abitudine delle lavoratrici stradali del sesso, la cui moralità è comunque superiore a quella dei media occidentali che ieri si sono subito affrettati ad avallare come verità d’oro colato le consuete menzogne zelenskiane.

* docente di Radiation Protection, Tecnologie Nucleari, Storia dell’energia, Centrali nucleari) al Politecnico di Torino.

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