“L’oscena e scomposta canea mediatica scatenatasi dopo l’assemblea dei lavoratori del Colosseo e dei siti archeologici di Roma, regolarmente autorizzata ed avente ad oggetto il disinvestimento nel settore e la mancata corresponsione, dopo oltre un anno, di alcune voci stipendiali, la dice lunga sul degrado della democrazia e sulla preoccupante deriva autoritaria in atto”, dichiara Alessandro Giannelli, dell’USB Pubblico Impiego Lazio:
“Si respira una brutta aria, nel Paese e nella nostra città, che fa parte di un preciso disegno volto a reprimere ogni forma di partecipazione democratica e di conflitto sindacale organizzato. In questo contesto si inseriscono tutte le menzogne e le strumentalizzazioni costruite intorno alla vicenda dell’assemblea dei lavoratori del Colosseo – sottolinea Giannelli – volte in realtà a sferrare l’ennesimo attacco al diritto di sciopero, come dimostra l’impressionante celerità con la quale è stato varato il decreto che inserisce anche la cultura tra i servizi pubblici essenziali oggetto delle limitazioni previste dalla legge 146 del 1990”.
Osserva il rappresentante USB: “Il premier Renzi, il Ministro Franceschini ed il sindaco Marino, invece di sproloquiare sulla presunta lesione del diritto dei turisti alla cultura, spieghino piuttosto ai cittadini romani per quale ragione a Roma la parte più consistente dei costosi biglietti per l’accesso ai luoghi della cultura finisca nelle casse di società private e non in quelle del Ministero dei Beni Culturali”.
“L’USB Pubblico Impiego Lazio, nel denunciare l’ennesimo attacco alle libertà sindacali, esprime massima solidarietà nei confronti dei lavoratori del Colosseo e dei siti archeologici di Roma, e continuerà la sua azione sindacale per garantire il rispetto della democrazia nei luoghi di lavoro. La riapertura dei contratti del pubblico Impiego, bloccati dal 2009, deve diventare, quindi, l’occasione per recuperare la perdita salariale inflittaci in questi anni, potenziare gli organici delineando una PA veramente al servizio dei cittadini, ma anche per riaffermare ed estendere i nostri diritti, a partire dall’esercizio delle libertà sindacali”, conclude Giannelli.
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