Lunedì 19 agosto, in Lituania, è partita la costruzione di quella che diventerà la più grande base militare del paese. Situata a Rūdninkai, vicino al confine con la Bielorussia, dovrebbe entrare in funzione a partire dal 2025 – anche se ancora molti degli appalti non sono stati assegnati -, e coprirà varie centinaia di ettari di territorio.
Ne aveavmo già reso conto precedentemente, ma uno degli aspetti più interessanti di questa ennesima impresa bellicista della filiera euroatlantica è che è stata finanziata per metà dalla Germania (un po’ più di un miliardo di euro, più manutenzione ed equipaggiamenti). Si tratterà della prima base tedesca permanente all’estero dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Nel dicembre del 2023 i ministri della Difesa di Vilnius e di Berlino, Arvydas Anusauskas e Boris Pistorius, avevano firmato un accordo per schierare una brigata tedesca in Lituania entro il 2027. Con la base, questa intesa viene portata a buon fine.
Tra il 2025 e il 2026 vi verrano insediati 4 mila dei circa 4.800 soldati che la Germania ha nel paese baltico, con il distaccamento che diverrà pienamente operativo nel 2027. Le unità fanno parte del 122° battaglione di fanteria corazzata, del 203° battaglione carri e del Battle group multinazionale NATO, a cui si aggiungeranno dei Leopard 2A8 di recente acquisto.
Il capo di Stato maggiore lituano, il generale Raimundas Vaiksnoras, ha stimato che la spesa lituana per la base sarà pari a quella tedesca nei prossimi tre anni. Si tratta, perciò, di uno dei più sostanziosi progetti per infrastrutture militari mai affrontati dal paese (che ha un’economia pari a un decimo di quella della Germania).
Vaiksnoras ha detto chiaramente che lo scopo della base è da fungere da ulteriore deterrente contro i russi. Ma siamo ormai ben oltre la deterrenza, e la questione sta diventando quella dello sviluppo di un apparato bellico in grado di affrontare operazioni militari vere e proprie.
Pistorius ha infatti paragonato questa decisione all’invio di forze alleate nella Germania Ovest durante la Guerra Fredda, in contrasto alle truppe del Patto di Varsavia. Non c’è bisogno di una più esplicita dimostrazione di come l’Occidente sia ormai rientrato in una logica di piena Guerra Fredda.
La Germania, oggi come allora, vuole giocare un ruolo centrale in questo confronto, e vuole cogliere la palla al balzo per rilanciare il suo riarmo. All’orizzonte vi sono anche i guadagni che si possono ottenere dal virare verso un più marcato keynesismo militare: circa un migliaio di appaltatori tedeschi, attivi sia in ambito bellico sia civile, saranno dislocati in altri siti in Lituania.
Non sono pochi i problemi dell’industria tedesca, e faticosa è la trattativa su nuove spese. Ma ad ogni modo, Berlino continua a finanizare Kiev, e con questa base militare si fa un altro passo verso un nuovo scenario globale, che sarà sempre più segnato dalle armi e dall’economia a esse collegata.
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