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La Casa Bianca chiede a Kiev di mandare al fronte anche i diciottenni

La notizia, come direbbero i sedicenti fact-checker, è “certificata”: la rende nota un lungo articolo dell’Associated Press, insieme a Reuters tra le principali agenzie di informazione occidentali.

La Casa Bianca spinge l’Ucraina a reclutare diciottenni per avere abbastanza truppe per combattere contro la Russia”. Anni e anni a spiegarci che la guerra moderna è un problema di mezzi e tecnologie (missili, razzi, droni, aerei, satelliti, carri armati, ecc) e poi, eccoli qui: serve più carne da cannone.

Il rimbambito che sta per uscire dalla Casa Bianca – quello che lo stesso establishment ha preferito sostituire preventivamente per il confronto con Trump – sta insomma facendo di tutto per seminare morte e distruzione fino all’ultimo giorno del suo mandato. E magari anche un po’ più in là.

Non gli basta aver chiesto altri 24 miliardi di dollari in aiuti economici e armi per Kiev, ricevendo il fermo stop di un Congresso che sa già di dover cambiare padrone. Vuole anche più sangue ucraino, peraltro senza alcuna speranza di “vittoria”. Anzi, solo per “continuare la guerra“.

L’articolo di Aamer Madhani descrive calcoli e “ragioni” statunitensi, come anche I problemi a Kiev.

Un alto funzionario dell’amministrazione Biden, che ha parlato in condizione di anonimato per discutere delle consultazioni private, ha dichiarato mercoledì che l’amministrazione democratica uscente vuole che l’Ucraina abbassi l’età di mobilitazione da 25 a 18 anni, per ampliare il bacino di uomini in età da combattimento disponibili ad aiutare un’Ucraina gravemente in inferiorità numerica nella guerra con la Russia”.

Perché, detta in modo semplice, “Attualmente, l’Ucraina non sta mobilitando né addestrando un numero sufficiente di soldati per sostituire le perdite sul campo di battaglia e tenere il passo con il crescente esercito russo”. Una descrizione che svuota di senso la “narrazione” ancora diffusa dai media occidentali, che da anni ripetono delle “catastrofiche perdite russe”, tanto da rendere necessario l’arrivo di truppe nordcoreane (fin qui invisibili) e addirittura yemenite (come se l’abitudine a combattere nel deserto garantisse la stessa efficienza anche nella neve).

La Casa Bianca uscente ha così stabilito che l’Ucraina ha già le armi necessarie, ma deve ora aumentare drasticamente il numero delle sue truppe per continuare a combattere contro la Russia. L’opposto di quel che chiede ogni giorno Zelenskij, fra l’altro, ancora convinto – dopo tre anni… – che le armi occidentali possano supplire l’inferiorità di “forza lavoro” (espressione spesso usata dai militari per non dire “carne da cannone”).

Oltre un milione di ucraini indossano attualmente l’uniforme, compresi membri della Guardia Nazionale e di altre unità, ma i vertici di Kiev dichiarano di aver bisogno di altre 160.000 truppe aggiuntive per soddisfare le esigenze del campo di battaglia. L’amministrazione statunitense, freddamente, ritiene che probabilmente ne serviranno di più.

Le ultime campagne di reclutamento sono andate malissimo, con i “reclutatori” che fermavano per strada uomini da spedire al fronte, dove – coerentemente – appena arrivano provano a fuggire, disertando o arrendendosi.

Fin qui l’”età di leva” era stata abbassata progressivamente, fermandosi infine agli over 25. Ora il “grande capo di Washington” vuole abbassare ancora l’asticella.

Sono già milioni gli ucraini riparati all’estero, anche verso la Russia, per evitare sia i bombardamenti che l’arruolamento forzato. Questo ulteriore drenaggio di gioventù avrà effetti devastanti sul futuro di un popolo che dirigenti servili e incapaci hanno deciso di sacrificare per una mission impossible.

Ma a questi dirigenti, e soprattutto alla Casa Bianca del “democratico” ottuagenario, che gliene frega?

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