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ONU: Israele impedisce l’arrivo degli aiuti umanitari a Gaza

A metà mese scrivevamo di come l’ultimatum statunitense sull’invio di armi a Israele si fosse rivelato per quello che era, ovvero una mossa propagandistica. Ma da Washington avevano giustificato il mantenimento delle forniture militari col fatto che Israele aveva concesso l’arrivo di alcuni aiuti nel nord di Gaza.

Già allora più voci avevano denunciato come ciò fosse reso vano dalle restrizioni che lo stesso occupante sionista imponeva alla distribuzione. Ora arrivano i dati dell’ONU: dal 26 ottobre, Israele ha negato 82 delle 91 richieste di consegnare gli aiuti umanitari nell’area settentrionale della Striscia.

Queste sono le informazioni diffuse da Georgios Petropoulos, a capo dell’ufficio umanitario delle Nazioni Unite a Gaza. Inoltre, quei materiali che raggiungono le zone sotto assedio vengono spesso saccheggiati da bande illegali, sotto gli occhi dei soldati e dei droni dell’IDF che non fanno nulla per evitarlo.

Petropoulos ha anche aggiunto alla BBC che “si tratta di un saccheggio tattico, sistematico e criminale“, e non è dunque il risultato di singoli casi isolati. Del resto, sempre la BBC ha reso noto che “i beni rubati vengono apparentemente immagazzinati all’esterno o in magazzini in aree sotto il controllo militare israeliano“.

In sostanza, appare chiaro che i furti sono avallati se non addirittura organizzati dai sionisti, con la garanzia di impunità da parte dell’esercito di occupazione. E si palesa ancora una volta come Hamas sia solo una scusa per portare avanti una vera e propria pulizia etnica, che passa anche attraverso la fame.

La polizia della Striscia è stata decimata dalle armi israeliane, mentre il “controllo di sicurezza di Hamas è sceso al di sotto del 20%“, ha detto alla BBC l’ex capo delle indagini della polizia di Hamas. Si sta cercando di implementare dei piani per migliorare questo numero.

Non sappiamo a che livello si potrà ancora arrivare, ma di certo già impedire l’arrivo di aiuti umanitari è un grave crimine. Il loro furto sistematico si delinea come un’azione criminosa ancor peggiore, e anche tra le più vergognose di cui Israele si sta macchiando.

Non bisogna scordare che appena qualche giorno fa Smotrich ha detto che il suo governo può svuotare Gaza di metà della sua popolazione attraverso la migrazione “volontaria“. Per volontaria, è chiaro, Tel Aviv intende la fuga per evitare di morire tra i crampi della fame o sotto le bombe.

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