A partire dal 1° gennaio, le tariffe in Ucraina per il trasporto di gas per i consumatori sono state quadruplicate per compensare l’impatto delle mancate entrate a seguito della scadenza dell’accordo di transito del gas con la Federazione russa.
La notizia è stata riportata dall’agenzia britannica Reuters su informazioni fornite direttamente da funzionari ucraini.
Il 31 dicembre infatti è scaduto l’accordo che permetteva il passaggio del gas estratto in Siberia e che attraverso il Paese finiva nell’Unione europea, principalmente in Ungheria, Austria e Slovacchia.
Aumentano le tariffe di trasporto del gas
La commissione nazionale per i regolamenti statali nei settori dell’energia e dei servizi di pubblica utilità ha approvato l’aumento delle tariffe di trasporto del gas nazionale a circa 502 grivne (11,55 euro) per 1.000 metri cubi, rispetto alle precedenti 124 grivne (2,85 euro – al cambio odierno).
“Nel 2024, l’85% delle nostre entrate deriverà dal trasporto di gas proveniente dalla Federazione Russa. Ciò significa che solo il 15% ci rimane dai clienti nazionali”, ha dichiarato Dmytro Lyppa, direttore generale dell’operatore ucraino di trasporto del gas.
Lyppa ha inoltre dichiarato che l’aumento delle tariffe non coprirà completamente i mancati introiti, ma che “l’economia ucraina richiede decisioni equilibrate ed eque”, con riferimento ai maggiori costi di produzione che molte imprese dovranno affrontare anche a causa della fine della fornitura.
Il conto lo pagano lavoratori e cittadini
Come sempre, “equilibrio ed equità” nel linguaggio padronale si traducono in “tagli e licenziamenti” per quello dei lavoratori, già in corso per ammissione di Lyppa presso l’operatore ucraino.
L’economia e soprattutto la popolazione ucraine stanno subendo le più grandi conseguenze dalla guerra per procura che si sta combattendo sul proprio territorio, con il prodotto interno lordo sceso di quasi il 30% nel 2022 e l’economia che oggi vale circa il 78% della sua dimensione prima della guerra.
È anche per questo che, nonostante la guerra fosse in corso, il governo Zelensky ha sempre rispettato il passaggio del gas russo dal proprio territorio, da cui si stima siano transitati in cinque anni 15 miliardi di metri cubi di gas da Mosca all’Europa.
La Slovacchia del premier Fico la più colpita nell’Ue
Riporta l’Ispi che il gas trasportato tramite la rete Uregony-Pomary-Uzhorod contribuiva per circa il 5% alle forniture dei Paesi europei, passando anche attraverso la città russa di Sudzha, occupata ad agosto dall’Ucraina durante l’invasione nell’oblast di Kursk.
E sempre in questo contesto va collocato l’attivismo del premier slovacco Fico, in visita ufficiale al Cremlino prima di Natale, il cui paese era fortemente dipendente dal gas russo.
Tuttavia, a nulla sono valse le pressioni fatte su Zelensky per spingerlo a rinnovare l’accordo, con la Slovacchia che intimava il taglio delle proprie esportazioni di elettricità verso l’Ucraina, già fortemente debilitata dagli attacchi russi.
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Francesco
Zelenskj decide di tagliare il gas di cui usufruisce in buona parte la Slovacchia il cui premier Fico la settimana scorsa ha presentato una proposta di accordo decisamente ragionevole e ben accolta anche da Putin…. Chi vuole continuare il conflitto!
Salvatore
la cosa che mi fa imbestialire è il fatto che oltre a dover pagare bollette più salate per i motivi evidenziati nell’ articolo, si continua a finanziarie chi ci crea tale situazione.