L’emittente israeliana Canale 13 ha annunciato che non trasmetterà più un’indagine sulle invenzioni di Rami Davidian, un colono che è stato osannato come un eroe dopo aver affermato di aver salvato oltre 750 israeliani al festival musicale Nova il 7 ottobre, a seguito di un’importante campagna di pressione pubblica.
“Siamo consapevoli dei sentimenti del pubblico e delle conseguenze della trasmissione dell’episodio e preferiamo non trasmetterlo in questo momento“, ha scritto Canale 13 in una dichiarazione del 4 aprile. Un video promozionale pubblicato dal giornalista di Canale 13 Raviv Drucker su X il giorno prima ha attirato centinaia di commenti volgari e pieni di insulti da parte di coloni israeliani fanatici, con la risposta più apprezzata che si riferiva a Drucker come a un “pezzo di merda” e lo accusava di aver cercato di spingere Davidian a suicidarsi.
Drucker ha difeso l’indagine in un post su X, affermando che le bugie di Davidian “non erano delle piccole esagerazioni” come “gonfiare leggermente il numero di coloro che sono stati salvati, assolutamente no“. Invece, “queste sono storie inventate dall’inizio alla fine. Storie da brivido che non sono mai accadute“.
Una delle invenzioni più esplosive è stata messa in evidenza nel film di propaganda di Sheryl Sandberg, “Urla Prima del Silenzio“, che mostra Davidian apparentemente sull’orlo delle lacrime in un campo nel Sud di Israele mentre dichiara: “Ho visto ragazze legate a ogni albero qui con le mani legate dietro la schiena“.
“Qualcuno le ha uccise, violentate e abusate, qui su questi alberi. Avevano le gambe divaricate“. Mentre la telecamera mostra una serie di alberi con corde legate attorno da attori sconosciuti, Davidian continua: “Tutti coloro che vedono questo sanno subito che le ragazze sono state abusate. Qualcuno le ha spogliate, qualcuno le ha violentate. Hanno inserito ogni genere di cose nei loro organi intimi, come assi di legno, barre di ferro“.
“Più di 30 ragazze sono state uccise e violentate qui. Ho dovuto ricomporle e coprire i loro corpi, così nessun altro avrebbe visto quello che ho visto io. Nessuno può vedere quel genere di cose“, afferma Davidian, mentre una Sandberg dall’aria affranta si china per un abbraccio commosso.
Le invenzioni di Davidian sono state immediatamente accolte dai media tradizionali, con Bret Stephens del New York Times che ha dichiarato in una recensione entusiastica del film di propaganda di Sandberg che “il rifiuto di così tante persone di riconoscere cosa è successo, spesso accompagnato da una derisione beffarda, rende necessario” pubblicare le sue affermazioni.
Il giorno prima, un editoriale del Washington Post ha citato la falsa testimonianza di Davidian per insistere sul fatto che, rispetto al “terribile danno inflitto alla popolazione civile a Gaza“, la “violenza descritta nel documentario di Sandberg occupa un diverso piano di crudeltà calcolata, anzi, di malvagità“.
Le affermazioni di Davidian, ora smentite, sono persino entrate nel famigerato rapporto ONU del 2024 sulla violenza sessuale nei conflitti, che sembra essersi basato su Davidian come “fonte credibile” per l’affermazione chiaramente dubbia che ci sono stati “molteplici persone assassinate, per lo più donne, i cui corpi sono stati trovati nudi dalla vita in giù, alcuni completamente nudi, con alcuni fori di proiettile alla testa e/o legati, comprese le mani legate dietro la schiena e legate a strutture come alberi o pali“.
L’ONU era ben lungi dall’essere l’unico gruppo a prendere per buone le raccapriccianti invenzioni di Davidian. Come ha scritto Drucker, “Nell’anno e mezzo trascorso dagli attacchi del 7 ottobre, Davidian ha trasformato le sue storie in un’industria, con infinite conferenze pagate, in Israele e all’estero” e “decine o forse centinaia di interviste con i media, in cui ripete ancora e ancora storie di crimini mai accaduti“.
Nel 2024, Davidian è stato persino scelto per accendere la torcia nazionale nel Giorno dell’Indipendenza di Israele, un prestigioso onore conferitogli alla luce del suo presunto “eroismo“.
Meno di due mesi dopo gli attacchi di Hamas, Davidian stava già monetizzando le sue dubbie storie tramite un giro internazionale di conferenze, a partire da quello che l’agenzia di stampa ebraica Jewish News Services finanziata da Adelson ha descritto come “una serie di incontri e opportunità di parlare a Miami e New York per descrivere il ruolo che ha svolto come eroe civile durante gli attacchi terroristici del 7 ottobre“. A New York, Davidian ha posato accanto al notoriamente mendace ambasciatore israeliano all’ONU, Gilad Erdan.
L’anno successivo, Davidian ha intrapreso una Campagna Hasbara (Propaganda Sionista) nei plessi universitari degli Stati Uniti, apparendo in numerosi eventi sponsorizzati da Chabad, la setta ebraica di estrema destra nota per il suo virulento Razzismo anti-arabo.
Durante uno di questi eventi all’Università Duke, Davidian ha ripetutamente affermato di aver visto i corpi di numerose donne nude legate agli alberi nel sito del festival musicale. Una donna israeliana che traduceva in diretta per Davidian ha dichiarato: “Ha pianto, ha urlato, ‘Chi? Chi può fare questo?’ Ha cercato di slegare i corpi e coprirli. Lo ha fatto per 20 minuti, poi ha dovuto continuare con la sua missione“.
Altri aneddoti dubbi spacciati dall’uomo che i media israeliani ora chiamano “l’agricoltore eroico” includono il presunto salvataggio di Amit Parizer, una donna di 23 anni che è descritta in una pagina LinkedIn corrispondente alla sua età come un ex responsabile della comunicazione a tempo pieno del J6 & Direzione della Difesa Cibernetica dell’IDF. Davidian, che parla arabo, sostiene che Parizer è stata “rapita attivamente da cinque o sei terroristi” quando presumibilmente l’ha salvata fingendosi un musulmano yemenita.
A causa della mossa dell’ultimo minuto di Canale 13 di tagliare il proprio servizio, la piena portata delle bugie raccontate da Davidian potrebbe non essere mai conosciuta. Secondo Drucker, quella decisione è stata presa dall’amministratore delegato dell’emittente israeliana, Emiliano Kalamzuk, che non aveva nemmeno visto il servizio quando ha deciso di staccare la spina. Secondo Drucker, Kalamzuk ha dichiarato che stava partecipando a un matrimonio ma che avrebbe “cercato di abbreviare la sua permanenza lì e andare a vedere il programma” e poi “decidere nel pomeriggio dopo averlo guardato“.
Ma la decisione era apparentemente già stata presa. “Un’ora dopo mi ha scritto che l’episodio non sarebbe stato trasmesso e che la sua decisione era definitiva. Due minuti dopo è stata rilasciata una dichiarazione ai media“, ha scritto Drucker. Come ha spiegato l’emittente israeliana Walla, “le parole di Drucker sollevano il sospetto che l’amministratore delegato della rete, Emiliano Kalamzuk, non abbia nemmeno guardato l’inchiesta prima di censurarla“.
“È vero“, avrebbe detto una fonte di Canale 13 a Walla, pur riconoscendo che “c’è una piccola possibilità” che l’amministratore delegato non di lingua ebraica dell’emittente “abbia immediatamente lasciato il matrimonio, si sia seduto su una sedia di lato e abbia guardato l’inchiesta, che è in ebraico senza traduzione“. Tuttavia, la fonte ha osservato, “l’indagine dura 53 minuti e Kalamzuk ha fatto una dichiarazione dopo un’ora“.
Ora che il rapporto di Canale 13 è stato seppellito, la natura esatta e la quantità delle invenzioni di Davidian rimangono poco chiare. Ciò che è chiaro, tuttavia, è che le sue storie colorite stanno avendo l’effetto desiderato. Mentre partecipava felicemente alla spinta della propaganda di Israele per fabbricare il consenso per il Genocidio in corso a Gaza, l'”eroico contadino” ha esortato in un programma radio Web (podcast) israeliano: “Spazzate via Gaza, non c’è niente di buono in loro“.
8 aprile 2025
* Wyatt Reed è il caporedattore di The GrayZone. Come corrispondente internazionale, ha coperto storie in oltre una dozzina di Paesi. da La Zona Grigia
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Andrea
meno 3, 2, 1…….”allora siete per Putin e l’Iran” 🙂