Parte la trattativa, anche se media e governanti europei fanno il tifo contro fino a negarla. A Istanbul, stamattina, si siedono le delegazioni russa, statunitense e ucraina, una di fronte all’altra, per la prima volta dal marzo 2022, quando solo l’intervento di Boris Johnson (primo ministro britannico) impedì che si arrivasse ad un cessate il fuoco ed a una prima bozza di accordo.
Molto tempo è passato, al punto che il nuovo premier di Londra – il sedicente “laburista” Keir Starmer – non è assolutamente in grado di influire sulla nuova trattativa, anche se gli piacerebbe moltissimo farla fallire.
La Russia presenta la stessa squadra di tre anni fa (Vladimir Medinsky come capo della delegazione), a sottolineare che da quel punto bisogna ripartire. Completamente diverso invece il team ucraino, guidato dal ministro della difesa Rustem Umerov, insieme a una dozzina di vice-funzionari, viste le numerose sostituzioni imposte ai vertici di Kiev da una guerra dall’andamento catastrofico. L’allora onnipotente Dmitri Kuleba, per esempio, è sparito dai radar… a
Afar capire che il gioco è serio c’è intanto l’arrivo a Istanbul del segretario di Stato americano Marco Rubio, e non dovrebbe esser lì per fare il turista… Probabile che anche il suo omologo russo, Lavrov, stia per fare altrettanto.
Vedremo gli sviluppi, anche se per il momento sia gli statunitensi che i russi ostentano aspettative piuttosto basse.
Gli europei, invece, fanno a gara per dire che “la trattativa non c’è”, naturalmente per colpa di Putin che non si è presentato a Istanbul dopo aver proposto lui stesso data e sede.
Qui è necessario smettere di seguire i media europoidi e attenersi alle consolidate abitudini della diplomazia internazionale. Da che mondo è mondo, infatti, una trattativa tra due paesi in guerra è impostata dagli “sherpa”, ovvero da quei funzionari incaricati di preparare il terreno curando tutti i dettagli, registrando i punti di blocco, le possibilità di mediazione, isolando gli ostacoli insormontabili, ecc.
Solo dopo – quando quasi tutto è stato fissato in documenti – intervengono anche fisicamente i capi di stato per sciogliere gli ultimi nodi ed eventualmente firmare i “trattati”.
Immaginarsi Putin, Trump e Zelenskij chini per ore e giorni intorno alle mappe, a disputare sulle centinaia di metri in più o in meno da fissare come “confini”, oppure sulle quantità di armi che in futuro potranno essere stipate in Ucraina, ecc, è pura fantasia. Come sa ogni giornalista di medio livello che in vita sua abbia seguito, sia pure a distanza, una trattativa…
Ciò nonostante tutti hanno cercato di spiegare che questa sarebbe stata la scena clou “se Putin avesse voluto davvero la pace”. Una bestialità falsaria che è stata addirittura fatta propria da Giorgia Meloni in Parlamento…
La partita a Istanbul ha solo due giocatori veri: Russia e Stati Uniti. Perché le “garanzie” davvero strategiche sono quelle che Mosca chiede da almeno venti anni (da quando fu respinta la sua richiesta di adesione alla Nato!). Ossia l’arresto dell’espansione ad Est dell’alleanza atlantica e soprattutto il posizionamento delle testate nucleari a distanza di sicurezza dei confini russi.
E per quanto Francia e Gran Bretagna si pavoneggino con la loro piccola dotazione nucleare, tutti capiscono che non è quella la prima preoccupazione dei vertici russi.
Poi, certo, questa coppia di sciagurati può ancora provocare casini indescrivibili (tipo l’annuncio di Macron di voler posizionare in Polonia i pochi bombardieri nucleari francesi), finalizzati unicamente a far fallire ogni trattativa e continuare la guerra per procura. Ma non ci sono molti dubbi sul fatto che, se Russia e Usa trovano un punto di equilibrio credibile e duraturo, quello diventerà “legge” per tutti.
Il resto sono chiacchiere per giornalisti servi o boccaloni.
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moreno stievano
Russia e Usa si parlano da tempo e la presenza di Putin in Turchia avrebbe avuto senso solo con la presenza di Trump, insieme avrebbero potuto mettere il cappello e dei paletti su cosa partite e di cosa parlare. Giustamente come spiega la fine dell’ articolo i due devono ancora trovare un punto di equilibrio. Hanno senso pertanto questi colloqui se sappiamo che l’Ucraina esprime sostanzialmente la posizione guerrafondaia dei volenterosi con la questione della tregua mensile e le sanzioni, mentre la Russia da sempre chiede una Ucraina neutrale, fuori dalla Nato e ha aggiunto i territori occupati? (ovviamente la Crimea è fuori discussione, è russa). Se tutto va bene, è un inizio, ma anche se, come sperano i volenterosi, finissero con un nulla di fatto, servono soprattutto a Trump per fare la figura del pacificatore, dopo un eventuale incontro con Putin, un accordo tra i due risolverebbero a entrambi un po’ di problemi.
Nel frattempo dopo il tentativo fallito di sequestrare una fantomatica nave ombra in acque internazionali, la Kallas ha già previsto il diciottesimo pacchetto….
Salvatore
questi personaggi che si atteggiano a leader perché non si confrontano con i cittadini delle nazioni che si trovano a rappresentare per verificare cosa ne pensano delle loro posizioni. sono degli inutili ridicoli.
Marione
Alle brutte sicuramente i servizi inglesi si inventeranno un’altra Bucha per far saltare i colloqui anche questa volta. I tre dell’ave Maria Starmer-Macron-Tusk avranno preso da parte Zelensky per comunicargli che la guerra deve continuare a ogni costo.
Mara
Putin non può abbandonare i cittadini del Donbass dopo che questi nel 2022 gli hanno chiesto di intervenire per difenderli dai bombardamenti fatti dal regime di Zelenski contro di loro perché non volevano sottostare al regime nazista che si era installato in Ucraina dopo il golpe del 2014. Se lo mettessero bene in testa quelli che vorrebbero far ritornare l’Ucraina ai confini del 2022. I confini li decidono i popoli, e i cittadini del donbass hanno deciso di stare con la Russia per affinità di cultura e lingua che peraltro quella russa non è ammessa dal dittatore ucraino che ne ha fatto addirittura una legge.
Inoltre l’Ucraina stessa firmò nel 2022 la propria indipendenza dalla Russia e la ottenne e non mi pare che
i
Mara
Correggo il precedente commento nel punto finale in cui ha scritto che l’Ucraina firmo nel 2022 la propria indipendenza dalla Russia invece è corretto dire che nel 1991 l’Ucraina firmo la propria autonomia fiscale e amministrativa dalla Russia seppur all’interno del trattato della Federazione Russa.
Mara
La sede di Instambul non è la sede appropriata per incontri in cui sia presente il Presidente della federazione russa Putin, poiché su di lui pende la cattura per crimini di guerra indebitamente comminata a mio avviso dal tribunale penale dell’Aia che ha accolto le richieste di parte dell’Ucraina e dell’occidente, mentre sembra certo che non vi siano prove. Per cui, secondo questa sentenza, Zil Presidente della Federazione russa dovrebbe essere arrestato se mette piede in quel paese. Zelenski, che già assaporava di vedere il Presidente della Federazione russa ammanettato, si è precipitato in anticipo in Turchia pensando di assistere allo spettacoli. ma è rimasto a bocca asciutta insieme a Macron Starmer Tusk e cagnolini pennivendoli al loro seguito. La prossima sede dovrà essere in un paese dove non vige questo mandato di cattura internazionale e con un presidente amico di Putin o almeno equidistante, oppure in Russia, visto che sui protagonisti della parte avversa non pende il provvedimento emesso dal tribunale dell’Aia.