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Istat. Salari in discesa, ore lavorate in aumento

 

Lo comunica l’Istat. Il tasso di crescita delle retribuzioni si conferma al di sotto dell’inflazione, che ad agosto si è attestata al +2,8%. Tradotto: perdiamo potere d’acquisto in modo “stabile e sicuro”, perché i salari non si adeguano all’nflazione. Bisogna aggiungere che qui si parla di retribuzioni lorde (comprensive dunque dei contributi) e mensilizzate (la tredicesima risulta spalmata sui 12 mesi). La compressione del potere d’acquisto – fatta salva l’ovvia correttezza del metodo statistico adottato dall’Istat – è dunque ancora più forte di quel -1,1% evidenziato dai dati.

Ad agosto, ricordano i tecnici dell’Istat, si firmano pochi contratti e l’indice delle retribuzione è rimasto invariato rispetto a luglio per il limitato impatto degli adeguamenti contrattuali osservati nel mese. Ad agosto, nello specifico, è stato siglato solo l’accordo di rinnovo per i dipendenti delle società e consorzi autostradali. Nella media dei primi otto mesi dell’anno, l’indice è cresciuto dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, ad agosto, le retribuzioni registrano una crescita annua del 2% per i dipendenti del settore privato e dell’0,6% per quelli della P.A.. I settori con gli incrementi maggiori su base annua sono: militari-difesa (3,7%), forze dell’ordine (3,5%), e attività dei vigili del fuoco (3,1%). Si registrano invece variazioni tendenziali nulle per ministeri, scuola, regioni e autonomie locali, servizio sanitario nazionale. L’indice proiettato per tutto l’anno sulla base delle disposizioni definite dai contratti in vigore a fine agosto registrerebbe nel 2011 un +1,8%.

E non si può certo dire che la diminuzione salariale relativa sia dovuta a un minor impegno lavorativo. Anzi, si è lavorato un po’ di più. Nel secondo trimestre 2011, al netto degli effetti di calendario, le ore lavorate per dipendente nelle imprese dell’industria e dei servizi sono aumentate dello 0,9% rispetto allo stesso trimestre del 2010.

Infine, i rinnovi contrattuali in attesa di rinnovo. Alla fine di agosto sono 31 contratti, relativi a circa 4,3 milioni di dipendenti: la quota di dipendenti in attesa di rinnova è pari al 33,1%, in diminuzione sia rispetto al mese precedente (33,2%) sia rispetto a un anno prima (36,4%). L’Istat precisa che, in media, i mesi di attesa per i lavoratori con contratto scaduto ad agosto 2011 sono 20,4, in deciso aumento rispetto ad agosto 2010 (13,8).

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