sE NE STUPISCE, IN APPARENZA, PERSINO IL cORRIERE DELLA SERA.
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Operai Fiat in piazza, traffico in tilt. Alemanno: ho chiesto di fermarli
A Roma i lavoratori di Termini Imerese. Strade chiuse e presidiate da forze dell’ordine. Il sindaco: situazione intollerabile. «Ma se è la Capitale deve sopportare»
ROMA – Tornano in piazza gli operai della Fiat di Termini Imerese. A fine anno il Lingotto cesserà le attività nello stabilimento siciliano e loro sono arrivati a Roma, a Palazzo Chigi e davanti Montecitorio per far sentire anche la loro voce. Alcune centinaia hanno manifestato nel centro della Capitale, tra piazza Venezia e via del Corso. La piazza e le strade limitrofe in mattinata sono state chiuse al traffico per oltre un’ora, i bus deviati e il traffico è impazzito. Perciò il sindaco di Roma Gianni Alemanno è intervenuto chiedendo a prefetto e questore di interrompere la manifestazione: «Non si può tollerare che una parte nevralgica della città come il centro venga completamente paralizzata causando danni e forti disagi ad altri lavoratori».
A PALAZZO CHIGI – I lavoratori hanno protestato dapprima in via IV novembre, in zona piazza Venezia, e da lì sono poi scesi in largo Santi Apostoli e si sono diretti verso Palazzo Chigi e Montecitorio. Presidiata di carabinieri e polizia tutta la zona. In attesa dell’incontro di martedì alle 15 al ministero dello Sviluppo, gli operai urlano slogan contro la Fiat e l’ad Sergio Marchionne invocando «Termini Imerese non si tocca». In testa al corteo il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato e il leader della Fiom, Maurizio Landini. Alle 15 la mobilitazione si è spostata all’esterno della sede del Ministero dello Sviluppo economico, in via Molise, dove si è svolto un tavolo tra Governo, Regione Sicilia, sindacati e l’advisor Invitalia.
«STOP ALLA MANIFESTAZIONE» – E il sindaco di Roma ha fatto sapere di aver «telefonato a questore e prefetto chiedendo una reazione immediata per bloccare la manifestazione che ha già mandato in tilt il traffico nel centro di Roma». Spiega: «Pur comprendendo le ragioni dei lavoratori della Fiat di Termini Imerese, non si può tollerare che una parte nevralgica della città come il centro venga completamente paralizzata causando danni e forti disagi ad altri lavoratori».
«ROMA E’ LA CAPITALE» – «È chiaro che Roma se ne frega del disagio e della sofferenza di Termini Imerese. Ma se Roma è Capitale e sede dei Ministeri, deve sopportare oltre allo slogan Roma Capitale anche le nostre proteste e i cortei». Così il sindaco di Termini Imerese, Totò Burrafato, risponde al sindaco di Roma. «Siamo stati obbligati a venire qui. Per non parlare poi del viaggio che abbiamo fatto in treno nella notte: c’erano zecche, pulci e i poggiatesta erano luridi. Abbiamo viaggiato in condizioni disumane».
«PROBLEMA LIBERTA’ DEMOCRATICA» – «Se una manifestazione è autorizzata non c’è sindaco che possa chiederne la sospensione, altrimenti si crea un problema di libertà democratica. Se non è autorizzata sono le forze dell’ordine che devono intervenire». Così il segretario generale della Uil del Lazio, Luigi Scardaone, risponde al sindaco Alemanno. E anche il Pd, con le parole del senatore Paolo Nerozzi, vice presidente della Commissione Infortuni sul Lavoro, attacca il sindaco della Capitale: «La gravità delle sue parole rappresentano l’ennesimo schiaffo ai lavoratori di Termini Imerese che si vedono negata la possibilità di manifestare per un diritto sancito dalla Costituzione». «È chiaro che il primo cittadino della Capitale – prosegue Nerozzi – non abbia mai letto o non ricordi l’articolo 3 della Carta costituzionale che impone alla Repubblica il compito di ‘rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
LA REPLICA DEL SINDACO – Alemanno ha replicato: «Ho risentito telefonicamente il Questore il quale mi ha confermato che la manifestazione era autorizzata come “statica” a piazza Santi Apostoli. Successivamente, su richiesta degli organizzatori, è stata data autorizzazione per uno spostamento dei manifestanti sui marciapiedi, “alla spicciolata”, cioè non in corteo, a piazza Montecitorio. Quindi, non è mai stata autorizzata l’invasione della sede stradale, in particolare di piazza Venezia, che ha provocato forti disagi per oltre un’ora al traffico e a tutta la cittadinanza. Chiedo quindi che l’autorità giudiziaria intervenga perseguendo per manifestazione non autorizzata e blocco stradale i manifestanti che hanno compiuto quest’azione». Ma arrivano anche le parole della presidente della Regione Lazio Renata Polverini, ex sindacalista: «Di tutte le manifestazioni che vediamo a Roma, questa probabilmente è la più giustificata. Sono persone che temono per il loro lavoro e le loro famiglie quindi vanno sostenuti».
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