L’occupazione è avvenuta da parte di un centinaio di lavoratori dell’indotto Fiat, parte di un gruppo di 500 persone che manifestano davanti alla sede, è arrivata come conseguenza di una campagna di lotta che i lavoratori hanno già pianificato.
Un gesto di disperazione da parte di chi, in cassa integrazione da tempo o addirittura senza alcun paracadute, si ritrova ogni mese a far fronte ai pagamenti: «Lo Stato è in ritardo su tutti i fronti – dice Michele Russo, uno dei 78 operai in Cig della Bm Sud e promotore della manifestazione di oggi – ma le bollette e soprattutto gli avvisi di pagamento dell’agenzia arrivano ogni mese».
Quella di oggi segna una svolta nella lotta degli operai di Termini Imerese e soprattutto una svolta nel confronto tra la base e i rappresentanti sindacali: oggi cera previsto un picchettaggio davanti ai cancelli della fabbrica ma è bastata la proposta di un operai e tutti e 500 sono andati a manifestare davanti all’Agenzia delle entrate e a occuparla. Questo racconta Russo: «Le manifestazioni tradizionali non servono a nulla e noi avevamo già detto di non essere d’accordo: quella del 30 aprile è stata una sorta di rito funebre Oggi blocchiamo l’Agenzia ma è solo l’inizio perché, come ho detto, per ottenere risposte bisogna colpire obiettivi precisi».
La base degli operai (tra questi manifestanti un centinaio del settore servizi che non prende stipendio dal primo dicembre e non ha cassa integrazione) è ormai disperata. Di questo è cosciente Roberto Mastrosimone della Fiom-Cgil: «I lavoratori pagano le tasse ogni volta che arriva un avviso di pagamento – dice – ma dallo Stato non ricevono alcuna rassicurazione sul loro futuro. Non hanno alcuna garanzia i 640 prepensionati e non lo hanno nemmeno gli altri». Preoccupato il sindaco di Termini Imerese Totò Burrafato: «Chiederemo al prefetto un incontro urgente – dice – perché a questo punto c’è un propblema di ordine pubblico».
L’occupazione è continuata per tutto il pomeriggio e poco fa i lavoratori hanno fatto sapere che l’iniziativa verrà mantenuta ‘ad oltranza’. «Non ce ne andremo da qui fino a quando non sarà trovata una soluzione per i 2.200 lavoratori, compresi i 670 esodati per i quali il governo deve subito intervenire» dice ancora il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa