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I lavoratori e lo Stato. Due visioni alternative in campo

In occasione della visita del Presidente del Consiglio ad Equitalia, la USB dei lavoratori delle Agenzie Fiscali lancia la sua proposta a Monti: reinternalizziamo la riscossione dei tributi. “Appare infatti deleterio che una funzione così importante per lo Stato venga assolta da una  S.p.A., che in quanto tale deve fare profitto, determinando ulteriori oneri a carico dei contribuenti”. L’annunciato ritocco dell’aggio, parziale  risultato delle mobilitazioni contro Equitalia in corso nel Paese, mette in evidenza questa contraddizione che, secondo l’USB, deve essere rimossa. Dunque, “gestione della riscossione in mano pubblica e, nel frattempo, azzeramento di tutti quegli automatismi di calcolo che fanno lievitare l’importo della cartella esattoriale, a partire da aggio ed interessi”.

Per la USB, è indispensabile “rivedere radicalmente un sistema fiscale che è debolissimo con i forti e fortissimo con i deboli”. Gli ultimi dati mettono infatti in evidenza che l’85% del gettito Irpef, ben 125 miliardi di Euro, è a carico di lavoratori dipendenti e pensionati, e che i risultati della lotta all’evasione mostrano una scarsa incisività rispetto ad un fenomeno che raggiunge quasi il 20% del PIL. La stessa IMU, introdotta da Monti, finisce per colpire gli stessi soggetti già sottoposti ad una pressione fiscale enorme e si configura come una vera patrimoniale a carico del ceto medio- popolare.

Il ruolo del fisco va certamente difeso e rilanciato, cominciando dai lavoratori del fisco, a cui va riconosciuto l’apporto fondamentale per il Paese e che, come tutti i dipendenti pubblici, operano in una condizione salariale recessiva e con il blocco dei contratti. Infine, non si può rinsaldare il rapporto tra fisco e società se si continuerà a utilizzare le entrate fiscali non per rinforzare il welfare ma per il ripianamento del buco nero del debito pubblico.

E domani centinaia di delegati ed eletti RSU del settore pubblico sono intanto attesi  a Roma, per l’Assemblea Nazionale indetta da USB Pubblico Impiego “Assumiamo i diritti, licenziamo il governo”. L’assemblea, che si aprirà alle 10 del mattino presso il Cinema Farnese, in piazza Campo de’ Fiori 56,  sarà il primo importante appuntamento per costruire una forte opposizione al protocollo sulla riforma del lavoro nella Pubblica Amministrazione del 3 maggio scorso, firmato da Governo, Regioni, autonomie locali  e sindacati concertativi.

Al centro del protocollo, che l’USB Pubblico Impiego ha fortemente contrastato in tutti gli incontri istituzionali,  ci sono i processi di mobilità forzata, i licenziamenti per motivi economici e disciplinari nella Pubblica Amministrazione, l’estensione del precariato, la riforma del modello contrattuale. L’avvio delle politiche di cosiddetta spending review, ossia di tagli alla spesa che opereranno esclusivamente sul monte salari dei dipendenti e sui costi dei servizi pubblici, comporterà, già a partire dalle prossime settimane, decine di migliaia di tagli di posti di lavoro, un abbattimento della qualità dei servizi pubblici ed un contestuale ricorso a processi di privatizzazione. Per questo domani sarà una giornata di confronto fra i delegati e i neo eletti RSU del sindacalismo conflittuale e allo stesso tempo di mobilitazione contro le politiche del governo centrale e di quelli territoriali. Alle 14.30 è infatti previsto un presidio davanti al ministero della Funzione Pubblica, in corso Vittorio Emanuele 116.

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