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L’Unione Europea stringe il cappio contro i sindacati

Redatto dal “tecnocrate” e non eletto Primo ministro italiano Mario Monti, il regolamento tratta della controversia che imperversa attorno a due famose sentenze antisindacali – note come i casi Viking e Laval – emesse dalla Corte di giustizia europea (CGE), di recente rinominata Corte di giustizia dell’Unione europea (da non confondere con la Corte europea dei diritti dell’uomo, che non è un organismo della UE).

In qualità di membro di spicco del Gruppo Bilderberg, il club riservato dei più alti finanzieri, industriali e politici dell’Occidente, e come consulente internazionale della Goldman Sachs, Monti ha prevedibilmente sostenuto le sentenze della Corte di giustizia europea e le ha ora trasfuse nel diritto comunitario.

Come spiega Carolyn Jones, direttrice dell’Istituto dei diritti del lavoro (IER), la Corte di giustizia europea, nei casi summenzionati, ha sentenziato il diritto dei datori di lavoro a girare il mondo alla ricerca di manodopera a basso costo per procurarsi “merci e servizi”, sottraendo ai lavoratori il diritto fondamentale di agire per proteggere le condizioni e i termini di impiego.

“Così Viking, società finlandese di traghetti, ha minato le condizioni dei marittimi finlandesi, ‘approdando’ in Estonia e assumendo lavoratori estoni più economici; Laval, una società lettone, ha compromesso i termini del contratto collettivo svedese, impiegando lavoratori più economici lettoni per lavorare in un cantiere svedese”, dice Carolyn Jones.

In entrambi i casi, le organizzazioni sindacali interessate hanno scioperato in difesa dei termini e delle condizioni dei loro contratti. E in entrambi i casi la Corte di giustizia ha deciso che l’articolo 43 (libertà di insediamento) e l’articolo 49 (libertà di prestazione dei servizi) del Trattato CE erano più fondamentali del diritto di sciopero.

L’applicazione delle sentenze Viking e Laval nei tribunali nazionali degli Stati membri dell’UE è stata oggetto di denunce da parte degli organismi di vigilanza dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), che a loro volta hanno reso esplicito che il precedente della Corte di giustizia europea non era coerente con le obbligazioni derivanti dalle Convenzioni 87 e 98 dell’ILO.

Una denuncia simile è scattata dal sindacato dei piloti Balpa, che in un contenzioso con British Airways era stato minacciato di azioni legali e multe esorbitanti: non perché il sindacato avesse agito in violazione del diritto interno, ma perché la sua azione avrebbe costituito una violazione del diritto del datore di lavoro ai sensi dell’ex articolo 43 del trattato CE (ora Trattato di Funzionamento dell’Unione europea – Articolo 49) dopo la sentenza Viking.

In risposta, il comitato di esperti dell’ILO ha chiarito che l’effetto Viking, come risultava dalla decisione contro Balpa, mette la Gran Bretagna in contrasto palese con la Convenzione 87.

Secondo il comitato “l’onnipresente minaccia di un ricorso per danni, che potrebbero causare la bancarotta del sindacato, ora possibile alla luce delle sentenze Viking e Laval, crea una situazione in cui i diritti previsti dalla Convenzione non possono essere esercitati”.

Ora Monti II, siglato il 21 marzo, mina il diritto dei sindacati di impegnarsi in una contrattazione collettiva e limita il diritto di intraprendere un’azione collettiva in diversi modi, assicurando che le “libertà economiche” abbiano priorità sui diritti sociali fondamentali.

Rafforza il cosiddetto test di “proporzionalità” [*], come sviluppato nella causa Viking, permettendo ai giudici della Corte di giustizia e ai tribunali nazionali di decidere se l’azione collettiva dei lavoratori è “necessaria”. Rafforza l’interpretazione data dalla Corte di giustizia nei casi Viking e Laval e non risolve i problemi derivanti dalle sentenze.

Il professor Keith Ewing dell’IER, dice che il regolamento Monti II “non riesce ad affrontare la natura mutevole dei diritti umani sul diritto di sciopero”.

Al contrario, il regolamento si propone di codificare le sentenze della Corte di giustizia nel diritto comunitario, lasciando ai giudici della Corte di giustizia e ai tribunali nazionali di usare il test di proporzionalità, che è limitato e ponderato a favore degli interessi affaristici.

“Non ci sarà alcuna soluzione al problema Viking e Laval finché non ci saranno regole chiare che indicano che l’azione collettiva può essere intrapresa in conformità con i principi dei diritti umani e fino a quando la minaccia di danni viene sollevata ai sindacati per l’esercizio di un diritto sociale fondamentale” dice Ewing.

Carolyn Jones sottolinea che il fallimento della regolamentazione nel correggere lo squilibrio crescente tra i diritti economici dei datori di lavoro e i diritti umani dei lavoratori evidenzia i limiti della “Europa sociale”, come presentati da Delors e abbracciati dal movimento operaio nel 1988.

“Il Trattato di stabilità, coordinamento e governance firmato dai governi dell’eurozona nel marzo 2012 promette di portare l’Europa ancora più in basso nel percorso di austerità, imponendo tagli draconiani agli stati-nazione in nome della riduzione del disavanzo.

“Se i sindacati continuano ad essere limitati in ciò che possono legittimamente fare per rispondere a questi tagli, allora forse servono azioni alternative.

“Una di queste azioni, che potrebbe aiutare a riflettere sull’UE, sarebbe quella di sostenere le richieste in tutta Europa di referendum sull’adesione all’Unione europea”, dice Carolyn Jones.

RMT è un sindacato che ha lungamente sostenuto che l’agenda della “Europa sociale” era una cortina di fumo utilizzata per assimilare la classe operaia organizzata nelle strutture dell’Unione europea, offrendo in cambio molto poco ai lavoratori.

In un’assemblea pubblica per chiedere un referendum sull’adesione all’UE, il segretario generale di RMT, Bob Crow, ha avvertito che istituzioni non elette, rappresentanti direttamente gli interessi delle maggiori banche d’Europa, stanno rimuovendo governi eletti e imponendo disoccupazione di massa, dumping sociale e austerità senza fine ovunque.

“E’ ora che il movimento sindacale chieda un referendum per costruire una resistenza all’avidità capitalista, sia essa l’Unione europea o il suo partner minore, questo marcio governo Con-Dem”, ha concluso.

* “La Commissione europea evidenzia come il diritto comunitario riconosca la legittimità delle sole misure restrittive della concorrenza che superano il c.d. test di proporzionalità. Detto test di proporzionalità si considera soddisfatto allorché le misure in questione risultino oggettivamente necessarie per raggiungere un obiettivo di interesse generale chiaramente articolato e legittimo e costituiscano il meccanismo meno restrittivo della concorrenza idoneo a raggiungere tale obiettivo” http://www.senato.it/notizie/136525/150365/150432/genpagina.htm [ndt]

da http://www.morningstaronline.co.uk/news/content/view/full/120920

Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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