Mezze voci, giornali compiacenti che le raccolgono… E un rovesciamento non simpatico, – tantomeno onorevole – della realtà dei fatti. Rizzo e altre centinaia di lavoratori Ilva hanno lasciato la Fiom tra la fine del 2011 e ora. Sono stati tra i protagonisti del “Comitato liberi e pensanti”, che ha appoggiato l’iniziativa della magistratura sull’inquinamento e le morti per tumore in tutta la zona.
Soprattutto, avevano denunciato le pratiche corruttive dell’Ilva nei confrnti non solo dei funzionari incaricati di verificare i livelli di inquinamento, ma anche i sindacati. Tutti i sindacati, Fiom compresa.
Proprio Rizzo aveva denunciato, all’interno delle tute blu della Cgil, i comportamenti della precedente segreteria provinciale, guidata da Rosario Rappa; ora sospesa proprio in virtù di quella denuncia.
Poi qualcosa non ha funzionato negli equilibri interni alla Fiom, che ha deciso – sì – di mettere da parte i collusi, ma ha emarginato anche i denuncianti.
Ora le mezze voci calunniose diffuse per limitare la portata della rivolta interna alla stessa Fiom, da parte dei tanti che avevano creduto fino in fondo alla radicalità della categoria diretta da Landini.
E visto che è assolutamente inaccettabile essere accusati ingiustamente, ora Rizzo e compagni – da poco hanno costituito l’Usb nella fabbrica tarantina – chiedono un confronto pubblico direttamente col segretario generale della Fiom. Per chiarezza e trasparenza. O, come diceva quel tale col pizzetto, perché “la verità è rivoluzionaria”, mentre i tentativi di coprire qui e là per “limitare i danni”, anche se fatti in buona fede, difficilmente producono qualcosa di positivo. Finiscono per inquinare anche un buon sindacato.
ILVA: RIZZO, (USB TARANTO), ACCUSE CONTRO DI ME SONO DEPISTAGGIODALLE VERE RESPONSABILITÀ DI CHI HA COMMESSO ILLECITI
Invito Landini a un confronto pubblico
Dichiara Francesco Rizzo, del Coordinamento Provinciale USB di Taranto: “In merito alle tante insinuazioni che da mesi vengono fatte circolare su di me e sulla mia presunta espulsione dalla FIOM CGIL, tengo a precisare che mi sono spontaneamente dimesso dalla FIOM CGIL nei primi giorni di dicembre del 2011 e che dunque non posso essere stato espulso il 20 marzo del 2012”.
“Le motivazioni della mia fuoriuscita dalla FIOM – precisa Rizzo – sono state pubblicate da tutti i maggiori quotidiani nazionali e locali e sono presenti sul mio profilo Facebook dove, tra l’altro, vengono messe in evidenza le dimissioni di altri cinque delegati e la cancellazione di circa 400 iscritti dalla FIOM per le stesse motivazioni”.
Sottolinea Rizzo: “Che ora si cerchi di accostare il mio nome a quello di chi invece è accusato di violazioni statutarie in merito ad irregolarità amministrative, contabili e fiscali, come l’ex Segretario FIOM di Taranto e tutta la Segreteria, nei confronti dei quali fra l’altro la FIOM adotta il ben più mite provvedimento della sospensione, risulta un goffo tentativo di depistare dalle vere responsabilità di chi ha volutamente commesso illeciti, a danno soprattutto dei lavoratori”.
“Non è un caso che, da quando noi siamo fuori dalla FIOM, non risultino denunce a nessuno degli enti competenti sui problemi della sicurezza, della salute e dell’ambiente – incalza il delegato USB – eppure ultimamente di problemi alll’ILVA ne sono emersi parecchi! Non è nemmeno un caso se, dopo circa tre mesi dal mio addio, la FIOM ha subìto un crollo degli iscritti in ILVA, passando da 1483 a 950 iscritti”.
“Personalmente – aggiunge Rizzo – sono disponibile ad un confronto con il Segretario nazionale FIOM Landini, pubblico e aperto a tutti cittadini e lavoratori, in cui chiedo che si di dimostri, carte alla mano, il mio coinvolgimento nei fatti che mi vengono addebitati dalla FIOM CGIL. Ma anche su tutti i temi della politica sindacale adottata dalla FIOM a Taranto dal 2004 ad oggi, inclusi quelli che riguardano la gestione dei 438.000 Euro che ogni anno l’ILVA versa alle organizzazioni sindacali per il Circolo Vaccarella, che dovrebbero essere ridistribuiti ai lavoratori e le loro famiglie tramite attività ricreative e di svago, o sulla gestione del PALAFIOM. Spero che Landini, in nome della chiarezza e della ricerca della verità che la FIOM ha sempre avuto nella sua storia, non si sottragga al mio invito”, conclude Rizzo.
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