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Roma. I movimenti sociali occupano Piazza del Campidoglio

I movimenti per il diritto all’abitare sono tornati a mobilitarsi oggi in Campidoglio. Il Consiglio Comunale di Roma deve esprimersi infatti sulla delibera che attiene la svendita ai privati di molti pezzi del patrimonio pubblico, tra cui le aree destinate all’edilizia popolare. Sulla piazza sono già state allestite alcune tende perché, avverte Paolo Di Vetta dell’Asia-Usb, “se le cose dovessero andare male potremmo restare qui”. I movimenti di lotta per la casa sono stati chiamati oggi ad un incontro con l’assessore al Patrimonio e il capogruppo del Pdl. “Purtroppo – denunciano gli attivisti – sia la maggioranza che l’opposizione sono convinte che cedere il patrimonio comunale sia inevitabile per far fronte al disavanzo delle casse del Comune, devastate dal malaffare e dal nepotismo. Invece si tratta di un’idea inaccettabile, un insulto per tutti i cittadini e l’ennesimo regalo ai “padroni del mattone”. Un regalo, ricordano i manifestanti, sancito con il famoso “Patto della Carbonara” tra Alemanno, l’esponente della maggioranza Gramazio e quello del Pd Marroni.
Dopo la manifestazione in Canmpidoglio del 27 Settembre, i movimenti per il diritto all’abitare sono tornati per far sentire la propria voce “sia per opporsi con tutte le loro forze alla vendita incontrollata dei “gioielli di famiglia”, sia perché  –  come confermato da un incontro con i rappresentanti dell’opposizione, ottenuto giovedì scorso grazie alla pressione della piazza  –  la novità di un fondo per l’edilizia residenziale pubblica da prevedere nel bilancio deve assolutamente diventare realtà. Solo una simile voce, infatti, potrebbe dare finalmente sostanza alle 6000 case popolari, che da marzo 2010 esistono soltanto sulla carta di una delibera approvata dal consiglio comunale. Perché non bisogna dimenticare che, con questi investimenti, si potrebbe tornare a parlare di alloggi pubblici e di sostegno alle iniziative di autorecupero: necessità vitali per una città sul quale aleggia minaccioso lo spettro della perdita della casa per quote sempre più ampie della sua popolazione”.

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2 Commenti


  • Tenaglia

    Se vediamo la classe operaia non più solo determinata dallo sfruttamento di fabbrica (Ilva) ma come realtá materiale di tutti i suoi settori – oltre i lavoratori/impiegati dal Capitale e stato: disoccupati, precari, migranti, in formazione (studenti), stagiari, riproduttori..- pure possiamo assumere come sue espressioni molti dei nuevi movimenti sociali. Tanto quanto lo sono i sindacati – movimenti dei soli lavoratori – che finora ne hanno determinato le politiche di lotta.
    Sta finendo l’epoca dell’egemonia lavorista!!


  • claudia

    come mai avete ignorato completamente la Catena Umana? Sono troppo trasversali quei cittadini? La “ribellione” deve essere per forza di sinistra e tutti devono essere pronti solo al no monti day, ad eventi quindi comandati da chi preposto al controllo delle piazze?

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