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Pubblico impiego. Seimila licenziamenti in arrivo

Oltre seimila “esuberi” da buttare fuori entro il primo semestre del prossimo anno. Prima saranno utilizzati strumenti come prepensionamenti, part-time, trasferimenti volontari, poi verranno attivate le procedure di “mobilità collettiva”, in pratica il licenziamento.
È questa la prima conseguenza della operazione “spending review” su ministeri, enti di ricerca ed enti previdenziali sulla base della ricognizione effettuata sulle dotazioni organiche in vista dei tagli previsti dal ddl 95/2012; articolo 2.
In attesa degli ultimi dati ancora da definire in alcuni ministeri (esteri,interni, giustizia), il ministro Filippo Patroni Griffi ha messo in cantiere un incontro con i sindacati la prossima settimana per presentare tutti i termini dell’operazione. Secondo Palazzo Vidoni, le eccedenze “post compensazioni” sarebbero 3.100 nei ministeri, cui si aggiungono 58 dirigenti di 1° e 2° fascia, mentre negli enti di ricerca i dipendenti in esubero arriverebbero a quota 140. Per questi due comparti della pubblica amministrazione si stima che circa l’80% di queste eccedenze potrà essere gestito con gli strumenti più “soft” come pensionamenti e prepensionamenti o trasferimenti volontari prima di arrivare all’attivazione della «messa in disponibilità» che apre la strada ai licenziamenti collettivi. Al momento si tratta di numeri inferiori a quelli circolati al momento del varo della spending review, nel mese di luglio, la cui relazione tecnica ipotizzava 11mila lavoratori in “esubero” nelle amministrazioni centrali dello Stato ai quali aggiungere altri 13mila degli enti locali. La somma al momento inferiore rispetto a quelle previsioni, sarebbe il frutto di una serie di dolorose compensazioni che si sarebbero determinate con la disponibilità di alcune amministrazioni (è il caso del ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca) di effettuare tagli su organici maggiori e scoperti per “salvare” altre amministrazioni dove invece il personale in servizio coincideva con l’organico previsto.
La situazione appare più pesante per i due enti previdenziali Inail e Inps. L’Inail ha già effettuato il taglio del 10% previsto dalla legge 148 del 2011, i nuovi addetti in soprannumero sarebbero 900, di cui 259 effettivi, per i quali è stata già indicata la prospettiva della mobilità. L’Inps, ha per ora potuto sospendere il taglio del 10% previsto dalla legge a causa dell’integrazione in corso con l’Inpdap e l’Enpals. Gli esuberi determinati dalla sola spending review sarebbero già duemila (che raddoppiano a 4mila con gli altri tagli da effettuare al termine del piano di integrazione). Anche in quest’ultimo caso si prevede che una buona parte degli interessati potrebbe uscire dal lavoro attivo con prepensionamenti o trasferimenti volontari. Certo il governo dovrà poi spiegare il come, dal 2014, i due enti potrranno garantire gli attuali servizi sul territorio con una dotazione organica ridotta di un quinto per i dirigenti e un decimo per il resto dei dipendenti.

 

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